Governo Draghi, blocco licenziamenti primo nodo 

(Adnkronos)

Sarà la proroga o meno del blocco dei licenziamenti che dovrà accompagnare la nuova Cig Covid estesa dal governo fino a 26 settimane nel Dl Ristori cinque, il primo vero nodo che il Governo guidato Mario Draghi, una volta sciolta la riserva, si troverà a dover sciogliere. La scadenza dell’ultima proroga del governo Conte è ormai alle porte, entro il 31 marzo infatti il premier dovrà esprimersi e non sarà una questione facile: le imprese si oppongono ad una nuovo provvedimento generalizzato per tutte le imprese e tutti i settori; i sindacati lo invocano invece, almeno fino all’estate, come unico rimedio, al momento, alla bomba sociale che altrimenti esploderebbe.

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“C’è un potenziale di circa 2 milioni di persone che potrebbe perdere il posto di lavoro nei prossimi mesi”, aveva stimato nei giorni scorsi la Uil di fronte a una crisi politica ‘incomprensibile’. Là dove il presidente di Confindustria aveva rinnovato il no parziale di viale dell’Astronomia: ” blocco solo in quei settori in grande sofferenza o chiusi per decreto ma per quelli in ripresa possibilità di liberare”, aveva spiegato ribadendo come anche come il via libera alla proroga della Cig Covid fosse condizionato alla “gratuità” di accesso agli ammortizzatori. (segue)

Anche la proroga della Cig Covid andrà sbloccata insieme a quel Dl Ristori 5 rimasto a terra e che prevedeva per l’assegno ordinario e la Cig in deroga un prolungamento fino a 26 settimane assieme ad uno sgravio contributivo del 100% alternativo all’utilizzo della cassa per chi riporta i lavoratori in azienda e il rifinanziamento da 1,5 miliardi del fondo istituito in legge di Bilancio per garantire un “anno bianco” contributivo ai lavoratori autonomi.

Ma la questione, quella dei licenziamenti e della Cig Covid, è legata a filo doppio anche al ‘tema dei temi’, a quella riforma degli ammortizzatori sociali che sindacati e imprese sollecitano e attendono da tempo e che il governo Conte , con la Commissione di esperti voluta dal ministro del Lavoro, Catalfo, aveva solo abbozzato, dalla Cig ad una nuova Naspi, dall’assegno di ricollocazione ad un nuovo contratto di espansione fino alla formazione e alle politiche attive. Ma senza mai mettere ad uno stesso tavolo sindacati e imprese. Senza contare gli interventi a sostegno dell’occupazione dei giovani e delle donne i più colpiti dalla crisi.