Governo, Orlando: “Renzi autore fallimento, ha impedito nascita esecutivo”  

(Adnkronos)

“Il Pd ha svolto la sua funzione, ha lavorato per la nascita di un governo ma è stata impedita, è stata fatta saltare da una scelta di Iv e di Matteo Renzi. Quindi per favore non parliamo indistintamente di fallimento della politica”. Così il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, a Radio Immagina, la web radio del partito. “Quando Mattarella è costretto a rivolgere un appello a tutte le forze politiche per superare una situazione di stallo e di vuoto, vuol dire che c’è stato un fallimento degli ordinari meccanismi della politica. Questo fallimento ha delle responsabilità ben precise che non possono essere nascoste, perché questa è una forma più sofisticata dell’antipolitica. Fare di tutta un’erba un fascio e dire che è la ‘politica’ e non individuare chi ha impedito la nascita di un governo, ha un nome e un cognome, una sigla è un errore, è populismo, è antipolitica dall’alto”, ha sottolineato.

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“Draghi come Monti è una personalità che proviene dal mondo economico, da un’esperienza europea e si colloca sicuramente al di sopra delle parti politiche – ha detto ancora Orlando – All’epoca si chiamò Monti per una situazione di emergenza finanziaria, oggi invece il governo che si insedierà sarà chiamato a gestire 200 mld di euro. Da questo punto di vista la situazione è più semplice. Ma è anche più difficile perché il Parlamento di oggi è più complicato, perché oggi le forze europeiste si sono ridotte, sia nel centrodestra che nel centrosinistra”.

“L’esigenza è non fare gli stessi errori del passato, anche se vedo che il viatico è simile perché, leggendo i commenti di questa mattina, sembra che la qualità e la forza indubbia del nome, possa risolvere tutti i problemi. Ma per far nascere un governo come quello indicato dal presidente della Repubblica, c’è l’esigenza di far convergere le forze politiche su un programma basato sulle riforme necessarie a supportare il Recovery e c’è anche bisogno di una capacità di tenersi in sintonia con il Paese. Non basta dire è arrivato Draghi, viva Draghi. A Draghi occorre dargli una mano”, ha sottolineato.

“Il Pd al Senato pesa l’11% e leggendo le cronache della crisi sembrava che da solo avesse la maggioranza assoluta. La questione fondamentale è che siamo in un Parlamento in cui le forze europeiste sono molto più ridotte che in passato, il che non vuol dire che viene meno il ruolo politico che non può prescindere dai rapporti numerici. Il Pd dovrà ragionare anche in relazione a quello che faranno la altre forze politiche. Il nostro 11% ovviamente non basta da solo a sostenere un governo”, ha detto ancora il vicesegretario del Pd.