Cybersecurity, Ceo ToothPic: “anche Spid contro furti e bullismo”

Roma, 8 feb. (Adnkronos)

Navigare nelle acque di internet è sempre più rischioso nell’era del coronavirus e della spinta alla società digitale. Solo sul fronte della cybersecurity, lo scorso anno si è infatti registrata una crescita del 390% di attacchi hacker in Italia. E non va bene neanche sul fronte del rischio bullismo cyber per i nostri ragazzi. Stando agli ultimi dati dell’Osservatorio Indifesa, sempre lo scorso anno ben il 68% di 13-23enni interpellati ha detto di avere assistito ad episodi di cyberbullismo.Eppure “le tecnologie per tenere più al sicuro i nostri dati ed i nostri ragazzi non mancano e anche Spid e sistemi di Self-sovereign identity (Ssi) potrebbero fare la differenza”. Intervistato dall’Adnkronos, a delineare il quadro alla vigilia del Safer Internet Day dell’Ue, è Giulio Coluccia, Ceo di ToothPic, spinoff del Politecnico di Torino che ha brevettato una tecnologia di cybersecurity capace di trasformare gli smartphone in chiavi sicure per l’autenticazione online. E in vista, sempre domani del blocco degli account italiani di TikTok che – per volere del Garante della Privacy – dovranno reinserire i dati per frenare accesso all’app e a challenge di minori di 13 anni, Coluccia rileva: “La sicurezza della navigazione in rete, specie dei giovanissimi, è sempre più sotto i riflettori ma è una tematica che trova sbocchi in soluzioni tecniche che potrebbero arginare già oggi il fenomeno”. “Autenticare anche utenti minori senza concedere troppi datia soggetti come TikTok o Facebook è possibile proprio attraverso sistemi come Spid, il sistema pubblico italiano di identità digitale che oggi consente l’accesso alla Pubblica Amministrazione del nostro Paese o ai privati che vi aderiscono, ma è un perimetro che si potrebbe allargare” sottolinea l’ingegnere delle Telecomunicazioni e per anni ricercatore del Politecnico di Torino.

Il manager spiega che “con Spid noi affidiamo a istituzioni di governo il controllo dei nostri dati e queste stesse istituzioni potrebbero abilitare Spid in sicurezza anche per altri perimetri, potrebbero fare da intermediari verso social come TikTok o Facebook fornendo quindi solo le informazioni minime degli utenti italiani. Con Spid, ad esempio, si potrebbe confermare al social cinese che ‘questo utente è maggiore di 13 anni’ senza per questo concedergli tutti gli dati”. “Questo procedimento con Spid potrebbe allargarsi a molti settori” indica ancora il Ceo di ToothPic. “Per esempio -sottolinea Coluccia- si potrebbe usare Spid per affittare un’auto senza per questo dover rilasciare tutti i nostri dati alla società di autonoleggio. In altre parole, un unico gestore ha in possesso le mie informazioni e, tramite Spid, o anche altri specifici sistemi di Self Sovereign Identity (Ssi), fornisco al servizio che mi occorre solo il minino delle mie informazioni richieste. Insomma, io sono il gestore della mia identità ed il servizio a cui accedo è, a sua volta, garantito dall’intermediario ‘certificato’ o ‘istituzionale’ sul dato da me rilasciato”.

“E’ un modello relativamente nuovo in Italia dove esiste Spid – che per il momento non può essere usato per connettersi a servizi privati ma solo a servizi pubblici della Pa – ma per fare questo passaggio la tecnologia c’è e si potrebbe già utilizzarla così. Insomma, quello che occorre -argomenta ancora il founder di ToothPic- é una volontà politica e commerciale per allargare l’uso di Spid”. Cyberbullismo, furti di identità ma non solo. L’Europa si prepara a celebrare il Safer Internet Day e Coluccia ritiene che ci sia “ancora molto lavoro” da fare “per ‘evangelizzare’ gli utenti sulla sicurezza informatica”. “La crescita esponenziale di smart working ed e-commerce stanno diventando elementi strategici della cybersecurity” osserva. “Le persone dovrebbero difendersi di più e meglio ma i tanti sistemi di autenticazione forse dovrebbero diventare non solo più sicuri ma anche più semplici da usare” scandisce infine il Ceo di ToothPic che ha appena annunciato un aumento di capitale da 810mila euro a riprova dell’escalation del mercato cybersecurity. (di Andreana d’Aquino)