Governo Draghi, Mattarella soddisfatto: ora chiede unità  

(Adnkronos)

La quarta e sicuramente più difficile crisi di governo del suo mandato, che lo ha costretto ad intervenire in prima persona, per chiedere “a tutte le forze politiche presenti in Parlamento” di conferire “la fiducia a un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica”, guidato da Mario Draghi, la riserva più prestigiosa di cui dispone la Repubblica. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, registra con soddisfazione la nascita del nuovo esecutivo, chiamato “a offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini” conseguenza all’emergenza sanitaria, economica e sociale creata dalla pandemia, come ribadito dal premier dopo aver ricevuto l’incarico.

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Nasce un governo del presidente o meglio dei presidenti, in una sintonia suggellata questa sera nei quaranta minuti di colloquio al Quirinale, durante il quale il presidente del Consiglio ha sciolto la riserva e ha proposto la lista dei ministri nominati dal Capo dello Stato. Una compagine frutto delle valutazioni del premier dopo le sue consultazioni con le forze politiche e i contatti dei giorni scorsi anche con il Colle, nella ricerca di un equilibrio tra tecnici di sua fiducia, esigenze di continuità con il precedente esecutivo, attese più o meno soddisfatte dei partiti.

Un equilibrio che andrà continuamente salvaguardato nelle prossime settimane e nei prossimi mesi e che quindi richiederà quello spirito di coesione e di unità nazionale più volte auspicato da Mattarella durante i drammatici mesi della pandemia che ci lasciamo alle spalle. Il futuro che ci attende dovrà essere veramente il “tempo di costruttori”, in modo da “realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà”, come sottolineato dal Presidente della Repubblica nel discorso di fine anno.

Una responsabilità che richiama i partiti che hanno consentito la nascita del governo, ma anche quelli che hanno deciso di rimanere all’opposizione, i soggetti istituzionali e le forze economiche e sociali. Tutti potranno guardare come punto di riferimento ai due presidenti, che iniziano una collaborazione destinata a segnare un tornante decisivo della storia repubblicana.