Tazza (Sistema impresa): “Fiducia a Draghi, aziende al centro del rilancio”

Roma, 12 feb. (Labitalia)

“L’incarico a Mario Draghi costituisce un’opportunità per il Paese che gli italiani, come peraltro dimostrano le rilevazioni demoscopiche, hanno colto con fiducia. In un contesto così critico, servono due elementi che ormai tra i politici di professione stanno diventando rari: la competenza e l’esperienza”. Ad affermarlo Berlino Tazza, presidente di Sistema Impresa, la confederazione che associa 160mila imprese per oltre 1 milione di lavoratori. “Il nostro dialogo nelle commissioni parlamentari – ricorda – è continuo. Abbiamo i canali e i contenuti per far valere la voce delle imprese del terziario. Dal nuovo governo mi aspetto un confronto più serrato con i decisori pubblici. Dalla crisi del Covid o se ne esce insieme, anche in riferimento alla relazione tra lo stato centrale e territori, o non se ne esce”.

Tazza evidenzia, quindi, le priorità che indica Sistema Impresa: “La battuta di arresto ha una portata eccezionale e finora non è stata affrontata in termini adeguati. Bisogna cambiare passo. Servono contributi a sostegno dei negozi, degli ambulanti, degli agenti di commercio, dei pubblici esercizi, della filiera del turismo, e di tutte le imprese e lavoratori autonomi. La formula del ristoro non ha funzionato. Occorre una compensazione parametrata rispetto al mancato guadagno stimato sull’anno precedente. In Germania viene restituito il 75% del fatturato. Mi aspetto un piano definitivo di riaperture superando i divieti attuali e la divisione in fasce di rischio gialla, arancione, rossa. Naturalmente, vanno mantenute in essere le misure di distanziamento sociale e di salvaguardia validi per ristoranti, bar, alberghi, palestre. Ma sono gli stessi titolari a chiedere la continuità”.

Per Sistema Impresa, i trasporti e il turismo rappresentano ambiti strategici. “In merito ai trasporti, il vero anello debole – avverte – della catena di prevenzione e di contrasto al Covid, è indispensabile attuare una strategia che coinvolga gli operatori privati. Si tratta di attori che devono essere integrati nei piani del Tpl in supporto all’azione del pubblico. In merito al turismo, le aziende stanno affrontando una grave crisi di liquidità a causa del crollo delle entrate dovute ai divieti e alle prolungate interruzioni. In questo contesto, le Pmi sono le più colpite dalla crisi. Il punto del credito è cruciale. Una corretta strategia nazionale ai fini del rilancio del settore deve, quindi, stabilire la possibilità di accedere ai finanziamenti da parte delle imprese vincolandoli, come peraltro chiedono i nostri imprenditori, al rispetto dei protocolli di salute pubblica”.

Tazza interviene anche sulla questione del blocco dei licenziamenti e sulle politiche del lavoro: “Serve un’opera di riforma che faccia prevalere il buon senso e non gli accenti ideologici. Un aggiornamento degli ammortizzatori sociali non può sottrarsi dalla transizione da un modello troppo difensivista a un paradigma più propedeutico al reimpiego. Un prolungamento indefinito della cassa integrazione non rappresenta certo la soluzione, dal momento che un irrigidimento così eccessivo delle dinamiche del lavoro paralizza le imprese, compromette le strategie di rinnovamento e di competitività, la ricerca delle migliori prassi e l’acquisizione delle competenze necessarie a vincere la sfida del mercato. Inoltre, penalizza le giovani generazioni e la costruzione di nuovi posti di lavoro. La Naspi deve essere riformulata”.

“In assenza di un vero percorso formativo, il lavoratore – prosegue – non può che rimanere in balia della rete pubblica degli uffici di collocamento che si è dimostrata incapace di intercettare i fabbisogni del mondo produttivo. La debolezza strutturale del pubblico risiede anche in un eccesso di frazionamento decisionale e rilancia necessariamente il ruolo degli operatori privati. È da stabilire, infine, con urgenza, l’unificazione delle molteplici versioni delle azioni di sostegno, includendo in modo permanente i lavoratori autonomi e indipendenti. La posizione di Sistema Impresa si inserisce coerentemente in un quadro di valorizzazione e potenziamento delle politiche attive che accomuna tutte le sigle datoriali di rilevanza nazionale”.

Sul fronte sindacale, per Tazza, due sono i punti basilari: “L’attuazione di un negoziato vero e autorevole e il rispetto della libertà sindacale”. “Perché la riforma degli ammortizzatori sociali possa davvero essere strutturale e proiettarsi in una dimensione di lungo periodo – sostiene -riteniamo che non possa esser disgiunta dal puntuale rispetto dell’articolo 39 della Costituzione volto alla tutela della libertà sindacale. Un prerequisito fondamentale e irrinunciabile, che però viene messo a rischio da una serie di anomalie”.

“Cito un esempio – osserva Tazza – facendo riferimento alla legge 92/2012 (riforma Fornero) e al dlgs numero 148/2015 che hanno previsto l’istituzione dei Fondi di solidarietà Bilaterali alternativi in relazione ai settori dell’artigianato e della somministrazione di lavoro. In particolare, le irregolarità si ravvisano nella correlazione tra il contributo unificato per l’adesione al Fsba non scindibile, per volontà delle parti sociali costituende, da quello che determina l’iscrizione all’Ebna (Ente bilaterale nazionale artigianato) e, simultaneamente, nell’impossibilità di un datore del comparto artigiano di versare al Fondo di integrazione salariale (Fis) presso l’Inps alternativamente al Fsba”.

“Sistema Impresa, che ha nel proprio bacino di rappresentanza una importante quota di Pmi artigiane, ha ripetutamente e formalmente evidenziato tali anomalie – fa notare – nell’istanza di interpello presentata al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in data 18 aprile 2017, nel successivo sollecito del 19 luglio 2019 e nella comunicazione inviata al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, il 18 novembre 2020. In tutti questi documenti ufficiali, si ravvisa come l’obbligo del versamento del cosiddetto ‘contributo unico’ a Ebna/Fsba, unitamente all’impossibilità di versare al Fondo d’integrazione salariale (Fis), renda difficilmente applicabile un qualsiasi altro contratto collettivo di lavoro del comparto artigiano sottoscritto da altre organizzazioni sindacali diverse da quelle dell’Ebna.

“Perché il negoziato possa concludersi positivamente, è indispensabile impedire che si verifichino iniquità come è quella che ho appena descritto”, rimarca.

Quanto al quadro politico nazionale ed europeo, per la ripartenza, secondo il presidente di Sistema Impresa, serve “la stabilità prima di tutto”. “Non è un caso – dice Tazza – che la scelta di Mario Draghi, figura autorevole e stimata a livello internazionale e in tutte le sedi decisionali prioritarie in ambito economico e finanziario, abbia generato un abbassamento immediato dello spread rendendo quindi più sostenibile l’indebitamento italiano. E’, quindi, auspicabile che si formi al più presto una nuova maggioranza, la più ampia possibile, per dotare il Paese della stabilità necessaria affrontare il momento di difficoltà”.

“Questo significa – aggiunge – che tutte le forze politiche devono ritrovare una unità costruendo un governo di coesione nazionale che, proprio in virtù della sua capacità di inclusione e delle competenze che saprà esprimere, sia in grado di fronteggiare le sfide complesse dell’attualità. Credo che il nodo della qualità sia dirimente: troppo spesso la politica nazionale ha operato al ribasso in merito ai profili proposti e alle nomine in ruoli strategici senza tenere sufficientemente in considerazione il dato del percorso curriculare. Draghi rappresenta una inversione di tendenza e speriamo che i partiti lo sostengano in modo trasparente e intellettualmente onesto”.

“In merito alle strategie dell’Ue, cogliamo con favore gli stimoli di una più spinta innovazione tecnologica delle imprese. Una priorità che, a nostro avviso, deve assorbire la quota principale delle risorse del Recovery Fund. Anche in sede europea i piani della ripartenza devono valorizzare al massimo l’imprenditorialità, la digitalizzazione ai fini di una crescente produttività, le politiche attive del lavoro incentrate sul ruolo strategico della formazione”, conclude.