Etna, eruzione: cosa succede

(Adnkronos)

“Niente di drammatico e niente di pericoloso. L’Etna ci ha già abituato a queste cose, le ha fatte tante volte”. Lo ha detto Mario Mattia, vulcanologo dell’Ingv di Catania, intervistato dall’Adnkronos in merito alla spettacolare eruzione sui vulcano più attivo d’Europa. “Quanto avvenuto ieri sul Vulcano – aggiunge – rientra nel quadro di in un periodo caratterizzato di attività stromboliana da tutti i crateri sommitali, in particolare da quello di sud-est che in qualche fase può evolvere in quelle che comunemente vengono chiamate fontane di lava”.

Leggi anche

Il vulcanologo Mattia, ripercorrendo quanto avvenuto ieri, ha ricordato come “l’attività dell’Etna è iniziata intorno alle 16 con incremento repentino del tremore, con la frana di una piccola porzione del cratere di sud-est e l’inizio, intorno alle 16.10, di una fontana di lava di una certa imponenza che ha prodotto un grosso ‘pennacchio’ carico di cenere e lapilli che si è spostato velocemente verso i quadranti meridionali del vulcano, la zona sud dello stesso per intenderci – ha proseguito Mattia – dove si trovano la città di Catania ed i centri come Nicolosi e Mascalucia che in breve tempo sono state raggiunte da questi lapilli anche di grosse dimensioni”.

“Tutto questo – ha infine sottolineato all’Adnkronos il vulcanologo dell’Ingv – ha procurato disagio e paura così come, in particolare, la visione della colata lavica, dal cratere di sud-est e riversatasi sulla parete occidentale della Valle del Bove, ha generato maggiore apprensione perché ha dato a molti l’impressione di un qualcosa di vicino tanto da poter minacciare anche le zone abitate ma ovviamente non è così”.

(di Francesco Bianco)

Etna, eruzione: cosa succede

(Adnkronos)

“Niente di drammatico e niente di pericoloso. L’Etna ci ha già abituato a queste cose, le ha fatte tante volte”. Lo ha detto Mario Mattia, vulcanologo dell’Ingv di Catania, intervistato dall’Adnkronos in merito alla spettacolare eruzione sui vulcano più attivo d’Europa. “Quanto avvenuto ieri sul Vulcano – aggiunge – rientra nel quadro di in un periodo caratterizzato di attività stromboliana da tutti i crateri sommitali, in particolare da quello di sud-est che in qualche fase può evolvere in quelle che comunemente vengono chiamate fontane di lava”.

Leggi anche

Il vulcanologo Mattia, ripercorrendo quanto avvenuto ieri, ha ricordato come “l’attività dell’Etna è iniziata intorno alle 16 con incremento repentino del tremore, con la frana di una piccola porzione del cratere di sud-est e l’inizio, intorno alle 16.10, di una fontana di lava di una certa imponenza che ha prodotto un grosso ‘pennacchio’ carico di cenere e lapilli che si è spostato velocemente verso i quadranti meridionali del vulcano, la zona sud dello stesso per intenderci – ha proseguito Mattia – dove si trovano la città di Catania ed i centri come Nicolosi e Mascalucia che in breve tempo sono state raggiunte da questi lapilli anche di grosse dimensioni”.

“Tutto questo – ha infine sottolineato all’Adnkronos il vulcanologo dell’Ingv – ha procurato disagio e paura così come, in particolare, la visione della colata lavica, dal cratere di sud-est e riversatasi sulla parete occidentale della Valle del Bove, ha generato maggiore apprensione perché ha dato a molti l’impressione di un qualcosa di vicino tanto da poter minacciare anche le zone abitate ma ovviamente non è così”.

(di Francesco Bianco)