Covid Abruzzo, 533 nuovi casi e 12 morti: il bollettino

(Adnkronos)

Sono 533 i nuovi casi di coronavirus registrati oggi 15 febbraio in Abruzzo. E secondo il bollettino odierno ci sono 12 morti. Sono complessivamente 48299 i contagi registrati nella Regione dall’inizio dell’emergenza. I nuovi casi hanno un’età compresa tra 4 mesi e 97 anni, comunica l’Assessorato regionale alla Sanità che chiarisce come il totale dei contagi delle ultime 24 ore risulta inferiore di 5 unità in quanto sono stati sottratti casi comunicati nei giorni scorsi e risultati duplicati o in carico ad altre Regioni.

I positivi con età inferiore ai 19 anni sono 125, di cui 11 in provincia dell’Aquila, 67 in provincia di Pescara, 34 in provincia di Chieti e 13 in provincia di Teramo. Lo comunica l’Assessorato regionale alla Sanità. Il bilancio dei pazienti deceduti sale a 1575: dei 12 delle ultime 24 ore, di età compresa tra 73 e 88 anni, 2 sono in provincia di Chieti, 2 in provincia dell’Aquila, 5 in provincia di Teramo e 3 in provincia di Pescara. Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 34747 dimessi/guariti (+187 rispetto a ieri). Gli attualmente positivi in Abruzzo (calcolati sottraendo al totale dei positivi, il numero dei dimessi/guariti e dei deceduti) sono 11977 (+329 rispetto a ieri).

Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, sono stati eseguiti complessivamente 680147 tamponi molecolari (+3367 rispetto a ieri) e 172729 test antigenici (+21004 rispetto a ieri). Il tasso di positività, calcolato sulla somma tra tamponi molecolari e test antigenici del giorno, è pari a 2.2 per cento. Sono 537 i pazienti (-10 rispetto a ieri) ricoverati in ospedale in terapia non intensiva; 57 (+5 rispetto a ieri con 9 nuovi ricoveri) in terapia intensiva, mentre gli altri 11383 (+334 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. Del totale dei casi positivi, 12728 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+45 rispetto a ieri), 11571 in provincia di Chieti (+119), 11571 in provincia di Pescara (+308), 11854 in provincia di Teramo (+57), 402 fuori regione (+4) e 173 (-5) per i quali sono in corso verifiche sulla provenienza.

Coronavirus Campania, variante inglese in un caso su 4

(Adnkronos)

La percentuale di incidenza della cosiddetta “variante inglese” del coronavirus in Campania è pari al 25%, un caso su quattro. E’ quanto emerso dallo studio di sorveglianza epidemiologica condotto da Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, Tigem e ospedale Cotugno di Napoli per l’analisi dell’aumento dei campioni positivi registrati in Campania nelle ultime settimane, in relazione a possibili varianti del virus.

“E’ questa la principale motivazione per mantenere altissima la guardia – scrive in una nota l’Unità di crisi della Regione Campania – e per cui si richiede un lavoro ancora più intenso di controllo sui territori e sui contatti diretti dei positivi con variante inglese. E’ in atto un’azione di monitoraggio costante sulla diffusione di varianti, ed è ancora più urgente che vi siano a disposizione i vaccini necessari per continuare in maniera sempre più massiccia la campagna di vaccinazione in corso”.

Covid, Lopalco: “Servono misure rigide anche senza lockdown”

(Adnkronos)

“In autunno siamo riusciti a gestire l’ondata senza lockdown, ma con misure comunque dure di chiusura. Ora servirebbe la stessa rigidità”. A dirlo all’Adnkronos Salute è Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia, tornando sull’appello per un nuovo lockdown lanciato da Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza.

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“Sicuramente le varianti preoccupano”, ammette. “Ma va sottolineato che, a prescindere dalle varianti in campo, le misure restrittive devono essere applicate in funzione del trend di diffusione virale. A un possibile aumento deve corrispondere un inasprimento delle misure”, precisa Lopalco.

Se il vaccino anti-Covid russo “arrivasse in primavera, sicuramente potrebbe dare una accelerata. Impossibile”, però, dice Lopalco, sapere al momento se potrebbe essere fornito in grandi quantità, “visto che non conosciamo i tempi dell’autorizzazione e comunque non sappiamo quante dosi il produttore potrebbe assegnare al nostro Paese”, conclude.

Piccaro (Roccagorga): ‘io sindaco-infermiera curo il mio Comune e la mia gente’

Roma, 15 feb. (Adnkronos)

“Mai avrei pensato che le mie due professioni, quella di infermiera prima e di sindaco oggi, avrebbero potuto toccarsi e fondersi. E invece…”. Nancy Piccaro, presidente dell’Ordine Infermieri di Latina, è arrivata al momento giusto come si fa con le emergenze. Diventata un anno e mezzo fa primo cittadino di Roccagorga, un paese di 4300 anime in provincia di Latina, si è ritrovata a gestire la più grande delle emergenze a pochi mesi dalla sua elezione. Da ieri sera il suo comune è zona rossa con 110 nuovi positivi che si aggiungono ai 23 già contagiati in una casa di riposo. “C’è stata una recrudescenza a partire dal 29 gennaio scorso con alcuni casi provenienti da una scuola dell’infanzia. La diffusione è stata da subito ampia tra le famiglie di bimbi e insegnanti – spiega all’Adnkronos – Abbiamo chiuso la scuola fin da subito, già dal primo febbraio a scopo cautelativo, prima solo la classe interessata poi tutto il plesso”.

“Il virus si è diffuso in modo emergenziale, ed è a quel punto e con quei presupposti che si è fatto strada il sospetto che ci trovassimo a che fare con la variante inglese – continua il sindaco infermiera – Per ora siamo in possesso solo della relazione preliminare da parte dell’Istituto Spallanzani arrivata ieri, la conferma ufficiale non c’é ma ci hanno dato un’alta probabilità, il 90%, che lo sia. Questo, unito al numero elevato di casi, ha fatto scattare misure ulteriormente restrittive organizzate di concerto con gli organi competenti quali Prefettura, Questura, Asl e assessorato regionale alla Sanità. Dal punto di vista sanitario i sintomi dei contagiati non così gravi, vero è che tanti sono asintomatici. Alcuni sono ricorsi alle cure ospedaliere, ma sono per lo più anziani o portatori di altre patologie, comunque tutti ricoverati in reparti Covid e non nelle terapie intensive, avvalorando l’ipotesi che sia variante inglese, più aggressiva come diffusività ma non come gravità di sintomi”.

Quanto aiuta, in tempo di pandemia e a capo di una comunità stretta in un nuovo lockdown essere una infermiera? “Sicuramente molto, sono avvezza a gestire l’emergenza e alla fine i due ruoli un po’ si somigliano – spiega Piccaro – L’attitudine di una infermiera è prendersi cura della persona nella sua interezza, nel ruolo di sindaco faccio lo stesso con il Comune, valutando diversi aspetti come la salute psicologica, non solo fisica. E poi credo il mio ‘bagaglio sanitario’ mi renda più funzionale allo scopo, oggi: i rapporti con la Asl sono continui, avendoli già per motivi di lavoro, e tanto fa l’approccio mentale, portata come sono alla prevenzione – spiega Piccaro – Ho organizzato la gestione dell’emergenza già preventivamente, quando era stata ventilata l’ipotesi zona rossa ieri mattina, abbiamo lavorato e logisticamente organizzato tutto così che stamattina non ci siamo fatti trovare impreparati. Certo, la preoccupazione e lo smarrimento tra la gente non mancano ma la percezione che stiamo operando per uscirne al meglio non mancano. E’ stato istituito un tavolo permanente di monitoraggio e comunicazione presso la Prefettura di Latina e sta funzionando tutto a dovere”. (di Silvia Mancinelli)

Covid Italia, Minelli: “No a ennesimo paralizzante lockdown”

(Adnkronos)

“Piuttosto che continuare a urlare ‘al lupo al lupo’, con allarmi che a intermittenza regolare vengono emanati da almeno 10 mesi da più di qualcuno dei controllori ufficiali della pandemia, sarebbe forse il caso di cominciare a verificare sul campo una loro reale capacità di agire. Invece siamo ancora puntualmente a registrare, più che mai mortificati, l’ennesimo paralizzante lockdown”. Lo evidenzia all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di medicina personalizzata.

“Delle mutazioni del virus tutti oramai sappiamo tutto. Sappiamo che alcune varianti vengono attenzionate più particolarmente in quanto capaci di diffondersi molto velocemente, così conferendo al virus una maggiore capacità di infezione o, ancor peggio, una maggiore capacità di generare malattia – ricorda Minelli – Il motivo per cui alla variante rilevata nel Regno Unito sia stato dato il nome di ‘inglese’, discende dalle prassi efficacemente attive in quel Paese di realizzare un’opportuna e puntuale sorveglianza epidemiologica su base genomica. Cosa che, per esempio, manca in Italia, laddove mai e poi mai potrebbe essere individuata una pur vagheggiata variante ‘italiana’, semplicemente per il fatto che, in Italia, quella sorveglianza non la si fa, ciò che evidentemente non permette di dettagliare in tempo reale i virus circolanti nel Paese”.

“E allora chi ci assicura che la nuova forte impennata di casi verificatasi in Lombardia nello scorso mese di novembre altro non sia stata se non la conseguenza di una mutazione avvenuta in una regione del nostro Paese che, differentemente da quello inglese, non ha mai attivato una sorveglianza genomica capace di registrare, in tempo reale, l’oggettiva identità e pericolosità del ‘nemico’ in ‘patria’? – si chiede Minelli – E mi chiedo ancora: piuttosto che continuare a combattere passivamente ed in perenne ritirata un nemico nei confronti del quale in tempo di record è stato perfino prodotto un antidoto (peraltro malamente distribuito visto che le fasce più deboli della popolazione risultano in grandissima parte ancora non protette) non sarebbe stato meglio spendere le energie ad organizzare un’offensiva mirata, piuttosto che continuare ad invocare pavidamente un lockdown mortale per un Paese che langue?”.

“Gli scienziati non fanno il lavoro dei guardiani del faro. Semmai forniscono ai guardiani gli strumenti necessari per accendere il faro e proteggere la terra ferma dall’aggressore. Ad informare i cittadini di nuove eventuali regole – lo abbiamo ormai abbondantemente imparato – provvedono i decreti del presidente del consiglio dei Ministri. A fornire al consiglio dei Ministri gli strumenti più utili per prevenire e limitare il contagio, provvede il Comitato tecnico-scientifico – ricorda Minelli – A me pare che, da noi, i due organismi, per molti versi, si siano del tutto sovrapposti dicendo entrambi le stesse identiche cose. E questo, evidentemente, non va bene”.

“Per non parlare poi dei risultati, pure da noi forniti in occasione di audizioni presso il ministero della Salute, di studi osservazionali che hanno evidenziato il preciso legame associativo tra i tassi d’incidenza della Covid-19 per provincia ed alcuni inquinanti ambientali relazionati ad altri importanti parametri quali l’indice di vecchiaia e la densità di popolazione – conclude l’immunologo – A quegli incontri nulla è seguito rispetto ad un contributo, pure oramai condiviso da diverse evidenze scientifiche, finalizzato ad individuare le potenzialità dei fattori di vulnerabilità e, dunque, a mitigare la diffusione della pandemia. Sarebbe stata comprensibile questa scarsa attenzione se, nel frattempo, altre iniziative fossero state intraprese per capire il fenomeno pandemia e la sua capricciosa distribuzione territoriale”.

Palermo, la prima preside vaccinata: “Oggi è una bella giornata”

Palermo, 15 feb. (Adnkronos)

“Oggi è una bella giornata, cominciamo a vedere una luce in fondo al tunnel…”. A parlare con L’Adnkronos è Daniela Crimi, la preside cinquantenne del Liceo linguistico ‘Ninni Cassarà’ di Palermo, la prima dirigente scolastica ad avere avuto inoculato il vaccino AstraZeneca. La preside ha scelto ieri 22 docenti, tutti under 55, per la prima dose di vaccino. “La scuola ha fato enormi sacrifici in questo anno – ha detto Crimi – essere considerati un servizio essenziale, insieme con le forze dell’ordine, è stato un bel riconoscimento”.

La scorsa settimana “il liceo linguistico Cassarà – dice Crimi – ha fatto 555 tamponi in una sola giornata. Soltanto uno studente è risultato positivo, in altre scuole hanno fatto al massimo 50 tamponi. Siamo riusciti a sensibilizzare genitori e alunni”.

“Ora si è data precedenza alla scuola – dice ancora la dirigente scolastica, sempre molto attiva – oggi è stata una giornata chiaramente dimostrativa. Siamo stati presi alla sprovvista. Mi hanno telefonato solo ieri pomeriggio per annunciarmi che oggi avrebbero vaccinato i primi 22 docenti con il vaccino AstraZeneca. Il commissario Renato Costa mi ha detto che da oggi avrebbero iniziato la vaccinazione del personale scolastico sotto i 55 anni. Io ho 150 insegnanti, come fai a sceglierne solo 22? Era una dimostrazione. Per fare una cosa oggettiva che non scontentasse nessuno ho fatto ieri stesso, con la mia rappresentante sindacale, in modo che fosse una operazione trasparente. Ho fatto interpello a tutti gli insegnanti sotto i 55 anni e ho avuto una buona risposta. Hanno risposto 40 su 150 insegnanti, ma consideriamo che era domenica pomeriggio. Lo abbiamo fatto con il passaparola, poi ho scelto in ordine decrescente, da 55 anni in giù. A breve saranno chiamati tutti”. E alla fine dell’operazione sono rimaste tre dosi e la preside Crimi, poco fa, ha chiamato gli latri tre docenti in ‘graduatoria’. Salgono così a 25 in tutti i docenti (compresa la preside) vaccinati oggi. (di Elvira Terranova)

Sardegna, certificato negatività o passaporto vaccino per estate

(Adnkronos)

Un certificato di negatività o un passaporto vaccinale per entrare in Sardegna. Il governatore Christian Solinas rilancia l’idea dei controlli anti Covid 19 su chi arriverà nell’Isola la prossima estate. Dalle pagine del quotidiano L’Unione Sarda, il governatore annuncia che servirà la certificazione di negatività o quella di avvenuta vaccinazione per i turisti. Il ‘passaporto sanitario’, ipotizzato all’inizio della scorsa estate e poi previsto con ordinanza a inizio autunno, aveva provocato un conflitto di competenze tra Regione e Governo Conte, arrivando fino al Tar.

Intanto prosegue la campagna di screening della popolazione ‘Sardi e Sicuri’: ieri si è conclusa la tappa nel Nuorese, dove sono stati i 52 comuni della provincia: sono stati 82.020 i test eseguiti nelle quattro giornate del 6, 7, 13 e 14 febbraio. Le positività al Covid confermate, comprensive anche del dato sul tracciamento dei contatti, sono 22 e si riferiscono ai test eseguiti nel primo weekend, il 6 e 7 febbraio.

“Per il territorio del nuorese e per tutta l’Isola un risultato importante – ha commentato il presidente Solinas -, che premia un modello che si conferma vincente. Con la loro adesione allo screening, così come già accaduto nella prima tappa in Ogliastra, i sardi hanno dimostrato, ancora una volta, grande senso di responsabilità e spirito solidale. Le istituzioni, i volontari e i cinquecento operatori, in prima linea nell’attività dei test antigenici, hanno lavorato in sinergia per rendere possibile un progetto che prosegue con convinzione e andrà avanti fino a quando non avremo coperto l’intero territorio regionale. Davanti abbiamo un unico e irrinunciabile obiettivo: liberare l’isola da un virus che da un anno impone ai sardi sofferenze e sacrifici, con ripercussioni sanitarie, sociali ed economiche che stiamo contrastando con ogni mezzo”.

Covid Italia, i morti tra i medici salgono ancora: sono 316

(Adnkronos)

Salgono a 316 i medici morti in Italia durante la pandemia di Covid-19. Ad aggiornare il tragico bilancio è la Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), che aggiunge all”elenco caduti’ i nomi di Luigi Granella, medico ospedaliero in pensione, Sergio Cacciani, pneumologo, ex primario, in pensione ma ancora attivo, e Angelo Conti, ginecologo in pensione.

Covid Italia, i morti tra i medici salgono ancora: sono 317

(Adnkronos)

Salgono a 316 i medici morti in Italia durante la pandemia di Covid-19. Ad aggiornare il tragico bilancio è la Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), che aggiunge all”elenco caduti’ i nomi di Luigi Granella, medico ospedaliero in pensione, Sergio Cacciani, pneumologo, ex primario, in pensione ma ancora attivo, e Angelo Conti, ginecologo in pensione.

Lockdown, Galli: “Ricciardi ha ragione, sistema colori ha fallito”

(Adnkronos)

Ricciardi ha ragione in linea di principio”, quando chiede un immediato lockdown nazionale perché “è davanti agli occhi di tutti che la faccenda delle Regioni colorate ha funzionato molto poco senza toglierci dal problema”. Lo ha affermato Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco-università degli Studi di Milano, ospite de L’aria che tira su La7.

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Quanto allo stop allo sci “per quanto dolorosa e tardiva, la chiusura degli impianti sciistici – sottolinea Galli – ha una sua logica e” la decisione “doveva essere presa prima con maggior chiarezza, se la politica fosse stata sufficientemente capace e responsabile”.

”Sono a favore delle attività all’aperto in certi contesti, ma – avverte Galli – il virus si muove sulle gambe delle persone e circola con le persone in tutte le situazioni che permettono una circolazione al chiuso e all’aperto”. E, aggiunge “sono rimasto spaventato dai bar pieni a Milano durante il weekend”.