Cts, no a riapertura cinema e teatri  

(Adnkronos)

No alla riapertura di cinema e teatri. L’argomento, a quanto si apprende, è stato trattato nel corso della riunione del Cts di oggi ma la decisione al momento è stata rinviata. Rinviate anche le discussione sulla riapertura di piscine e palestre.

Sì invece alla riapertura degli impianti sciistici nelle Regioni in zona gialla dal 15 febbraio ma sempre con la massima cautela, secondo l’indicazione ribadita oggi dal comitato tecnico scientifico che era già stata espressa il 4 febbraio scorso.

Preoccupazione e necessità di massima attenzione è stata espressa nel corso della discussione sulle varianti del coronavirus che circolano in Italia, in primis per quella inglese. “L’Iss ha fatto una relazione sulla variante piuttosto inquietante”, sottolineano gli esperti del comitato.

Covid, Pfizer: “Non stiamo fornendo vaccino a mercato privato” 

(Adnkronos)

“Durante la pandemia i nostri contratti sono con i governi e forniremo i vaccini secondo il canale da loro prescelto e i luoghi di vaccinazione designati, soggetti ad autorizzazione o approvazione regolatoria. Pfizer e BioNTech non stanno fornendo il loro vaccino al mercato privato in questo momento”. Lo precisa Pfizer all’Adnkronos Salute, in merito alle voci relative a un presunto un mercato parallelo dei vaccini anti-Covid disponibili per l’uso in Ue.

“E’ importante – sottolineano dall’azienda – che i vaccini rimangano all’interno della catena di fornitura stabilita in modo da poter garantire che le dosi raggiungano le popolazioni designate in buone condizioni, e che vengano somministrate dove esistono un supporto appropriato per gli operatori sanitari e il monitoraggio della farmacovigilanza”.

“Pfizer – spiegano ancora dal gruppo farmaceutico – ha sviluppato piani e strumenti logistici dettagliati per assicurare il corretto trasporto del vaccino, la conservazione e il monitoraggio continuo della temperatura. La nostra distribuzione si basa su un sistema flessibile, just-in-time, che spedisce le fiale congelate al punto di vaccinazione”.

Covid Liguria, oggi 332 casi e 8 morti: il bollettino  

(Adnkronos)

Sono 332 i nuovi positivi al Covid-19 oggi 12 febbraio in Liguria, a fronte di 4344 tamponi molecolari effettuati nelle ultime 24 ore. E questo il dato diffuso nel bollettino della task-force ligure per l’emergenza coronavirus sul territorio. E’ di 8 invece il numero dei deceduti registrati nelle ultime 24 ore.

Dal bollettino quotidiano emergono in tutto 654 pazienti ospedalizzati nelle strutture della Liguria, 12 in meno di ieri, dei quali 57 sono ricoverati nei reparti di terapia intensiva.

Covid Liguria, oggi 332 casi e 8 morti: il bollettino  

(Adnkronos)

Sono 332 i nuovi positivi al Covid-19 oggi 12 febbraio in Liguria, a fronte di 4344 tamponi molecolari effettuati nelle ultime 24 ore. E questo il dato diffuso nel bollettino della task-force ligure per l’emergenza coronavirus sul territorio. E’ di 8 invece il numero dei deceduti registrati nelle ultime 24 ore.

Dal bollettino quotidiano emergono in tutto 654 pazienti ospedalizzati nelle strutture della Liguria, 12 in meno di ieri, dei quali 57 sono ricoverati nei reparti di terapia intensiva.

Covid, Rezza: “Presenza diffusa delle varianti in Italia”  

(Adnkronos)

“Quello che più ci preoccupa in questa fase è il fatto che viene segnalata ormai diffusa sul territorio nazionale la presenza di varianti virali” di coronavirus. A sottolinearlo Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, nel suo intervento alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio regionale sull’epidemia di Covid-19. “La più nota è la cosiddetta variante inglese – sottolinea – Ma quelle brasiliana e sudafricana hanno anche un’altra mutazione, meno frequente, che deforma la conformazione della proteina spike e può ridurre parzialmente l’efficacia dei vaccini”. “Quindi dobbiamo sbrigarci con le campagne vaccinali e diminuire la velocità della circolazione virale a tutti i costi”, ha aggiunto parlando di una “sostanziale stabilità” dell’andamento della pandemia ” “ma questa è una buona notizia a metà. Occorre prestare molta attenzione a questa fase di transizione. Ci preoccupa molto la presenza di varianti virali”.

L’indagine del ministero della Salute e Istituto superiore di sanità sulla variante inglese in Italia “ha riscontrato, sulla base di 1.852 sequenziamenti, 495 positività, una prevalenza nazionale pari al 17,8% con un range molto elevato tra regioni, con aree che arrivano anche a 50-59%, altre fra 0 e 5%”, afferma l’esperto. Le differenze tra regioni, spiega, “sono dovute al caso, cioè alla data di introduzione della variante. Prima arriva, più si diffonde perché corre più dei ceppi circolanti ‘normali’ e tende a diventare predominante, come è successo in Inghilterra. Questo fa si’ che si sostituisca agli altri ceppi circolanti”. I dati dicono che “questa epidemia di variante inglese non è ancora matura, il virus ha cominciato a circolare da poco. Per questo è stato importante riuscire a identificare la diffusione della variante”, aggiunge.

“La variante inglese si trasmette più rapidamente – afferma ancora Rezza – questo fa sì che dobbiamo mantenere comportamenti estremamente prudenti. Vediamo ormai Regioni che non sembrano avere situazioni critiche, sono gialle diciamo così, e all’interno di queste ci sono aree relativamente piccole dove l’infezione corre molto, con focolai di elevata incidenza. E’ chiaro che lì occorre fare di tutto per bloccare, ad esempio istituendo zone rosse locali, come si sta facendo in Umbria e in provincia di Chieti, e farlo in maniera chirurgica e tempestiva anche con mini-lockdown”. “E’ bene non allentare le misure di prevenzione e continuare a mantenere comportamenti prudenti”, sottolinea.

Sulle fasce d’età per la somministrazione del vaccino AstraZeneca, indicato in Italia fino ai 55 anni, mentre il gruppo di esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità lo raccomanda anche per gli ‘over 65′, “a breve è prevista una riunione di un gruppo di lavoro ministero, Aifa, Agenas, Regioni, che dovrebbe cercare di trovare una soluzione”, ha spiegato poi il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute che puntualizza: “All’Italia spetta il 13,46% di tutti i vaccini che sono stati opzionati dall’Unione europea. E’ chiaro che c’è una grande necessità di acquisire dosi di vaccini, per carità anche dosi ulteriori, perché è interesse di tutti avere molti vaccini a disposizione. Ma è chiaro che questo dovrebbe essere fatto in maniera regolare e trasparente e bisognerebbe prevedere tutti quelli che sono i normali controlli che si fanno per i vaccini”.

“Faccio un esempio – ha spiegato Rezza – se si importassero vaccini cinesi o russi, il tipo di controlli che dovrebbero essere fatti sui siti produttivi dovrebbero avere tutti gli standard previsti dalle agenzie regolatorie occidentali come l’europea Ema, l’americana Fda e l’inglese Mhra, dovrebbero tener conto della sicurezza e della qualità dei vaccini”. E’ un capitolo su cui “dovrebbe pronunciarsi la nostra Agenzia del farmaco Aifa”, in quanto sua materia, “uso il condizionale perché stiamo parlando in termini ipotetici” al momento.

Quanto ai vaccinati contro il Covid devono fare la quarantena dopo essere entrati in contatto con persone positive a Sars-CoV-2? “In questo momento sì. Non ce la sentiamo di dare delle certezze. Nel senso che ogni comportamento vorremmo che fosse ispirato alla massima prudenza”. “Sono stati fatti dei miracoli – ragiona – per mettere a punto dei vaccini sicuri ed efficaci nel giro di un anno da quando iniziavamo ad avere questo grosso problema in Italia”, con un virus che “solo un paio di mesi prima aveva fatto la sua comparsa in Cina. Pensate in quanto poco tempo” si è arrivati ad avere i vaccini, rispetto “ai 12-13 anni che solitamente ci vogliono per metterli a punto”. A maggior ragione visto che “non c’erano prima vaccini contro i coronavirus in genere”, quindi si è partiti da zero.

“E’ stata una grossa scommessa vinta – ha proseguito Rezza – Ma non sappiamo quanto è lunga la durata della protezione e questo mi pare importante perché non si sa fino a quando possiamo ritenerci sicuri. Non sappiamo se questi vaccini bloccano la trasmissione e l’infezione e quindi danno un’immunità sterilizzante. Sono domande che ci stiamo ponendo e hanno bisogno di risposte in tempi brevi. Il mio consiglio, nel frattempo, è di continuare ad avere comportamenti prudenti: indossare la mascherina, isolarsi qualche giorno, non mettere a repentaglio la sicurezza degli altri penso che siano dei piccoli sacrifici che si possono fare per ora. Dopo, quando aumenteranno le conoscenze, probabilmente si potrà tornare – spero presto – a una vita più normale possibile”.

Covid Piemonte, oggi 869 casi e 20 morti: il bollettino  

(Adnkronos)

Sono 869 i nuovi casi di coronavirus registrati oggi 12 febbraio in Piemonte. E secondo il bollettino dell’Unità di Crisi della Regione ci sono stati 20 decessi. Degli 869 nuovi contagi, gli asintomatici sono 306 (35,2%). I casi sono 149 di screening, 433 contatti di caso, 287 con indagine in corso, 22 in Rsa e Strutture Socio-Assistenziali, 77 in ambito scolastico e 770 tra la popolazione generale. Il totale dei casi positivi diventa quindi 236.136 così suddivisi, di cui 20.998 Alessandria, 12.304 Asti, 8.090 Biella, 32.175 Cuneo, 18.487 Novara, 123.851 Torino, 8.727 Vercelli, 8.481 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.177 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.846 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 144 ( – 6 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.924 (- 32 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 10.260. I tamponi diagnostici finora processati sono 2.700.253 (+20.644 rispetto a ieri), di cui 1.078.162 risultati negativi.

Sono 20 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 oggi. Il totale è ora di 9.109 deceduti risultati positivi al virus,1.377 Alessandria, 588 Asti, 376 Biella, 1.085 Cuneo, 754 Novara, 4.141 Torino, 408 Vercelli, 297 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 83 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte. I pazienti guariti sono complessivamente 214.699 (+694 rispetto a ieri),18.746 Alessandria, 11.062 Asti,7.328Biella, 29.857 Cuneo, 16.843 Novara, 112.350 Torino, 7.950 Vercelli, 7.771 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.089 extraregione e 1.703 in fase di definizione.

Ancora grave Valerio Massimo Manfredi, tracce monossido anche in altri appartamenti  

(Adnkronos)

Sono ancora gravi le condizioni dello scrittore Valerio Massimo Manfredi, trovato privo di sensi nel suo appartamento ieri a Trastevere insieme alla scrittrice Antonella Prenner, a seguito di una intossicazione da monossido di carbonio. Dalla Asl di Grosseto, dove Manfredi è ricoverato all’ospedale, non aggiungono al momento nuovi particolari. La Procura di Roma aprirà un fascicolo di indagine in relazione alla vicenda.

Le condizioni cliniche di Antonella Prenner, “permangono critiche. La paziente ha completato i cicli di trattamento in camera iperbarica e nei prossimi giorni sarà sottoposta a nuove valutazioni strumentali. La prognosi rimane riservata”, riferisce il Policlinico Umberto I di Roma.

Nel frattempo sono stati disposti accertamenti sulla caldaia dei vicini dello scrittore. I rilievi dei vigili del fuoco si sono conclusi questa mattina. La caldaia dell’appartamento accanto è stata quindi posta sotto sequestro proprio per consentire gli accertamenti. Tra le ipotesi c’è quella di un malfunzionamento della caldaia. Monossido di carbonio sarebbe stato presente anche in altri appartamenti. Secondo quanto apprende l’Adnkronos sarebbe questo il dato certo emerso dai rilievi dei Vigili del Fuoco.

Le tracce di monossido di carbonio riscontrate anche in altri appartamenti della via, fa pensare che ci sia una perdita da qualche parte non ancora individuata. Intanto sono stati disposti accertamenti sulla caldaia dei vicini dello scrittore Valerio Massimo Manfredi.

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Covid Campania, De Luca: “Senza misure esplosione casi” 

(Adnkronos)

Il contagio Covid corre in Campania. Dopo settimane di rilassamento, avverte il governatore Vincenzo De Luca ricordando che “nella Regione da un mese in zona gialla” si registra una forte “crescita dei casi”. “Senza misure nazionali, credo che diventerà inevitabile uscirne” spiega. “Abbiamo visto cosa è successo nei giorni scorsi – ha aggiunto De Luca – soprattutto nel fine settimana: piazze, strade e lungomari del nostro Paese completamente invasi da giovani e meno giovani, in condizioni di assoluta inesistenza di qualunque forma di controllo”.

“Se il Governo nazionale non prenderà misure di contenimento per questo weekend – avverte il presidente della Regione -, noi fra 15-20 giorni assisteremo a un’esplosione del contagio nel nostro Paese”. “Sta accadendo quello che il Governo ha deciso che accadesse. Stiamo assistendo a una riesplosione del contagio, abbiamo le corsie degli ospedali ingolfate, non ancora le terapie intensive, ma ci stiamo avviando”. “Con il pericolo delle varianti del virus: non siamo in grado di capire il livello di diffusione e di pericolosità di alcune di queste varianti”.

Covid e scuola – “Abbiamo registrato nei giorni scorsi una crescita enorme di contagio nella popolazione scolastica” ha detto, nel corso di una diretta Facebook, ricordando che “ieri l’Unità di crisi della Regione ha pubblicato i dati di aumento di contagio e ha responsabilizzato le amministrazioni comunali anche per evitare la cattiva abitudine di nascondersi dietro le ordinanze del presidente della Regione”. “Cominciamo ad assumerci ognuno le proprie responsabilità, poi verificheremo l’andamento dell’epidemia nei prossimi giorni”.

“Uno degli argomenti, anzi l’unico, è: siccome siamo in zona gialla e si aprono le attività economiche, non si capisce perché non si riaprano le scuole. Ribadiamo che le scuole, quando non si riaprono, non si riaprono non solo perché c’è una diffusione crescente dei contagi, non solo perché si cerca di prevenire l’esplosione del contagio, ma perché hanno una caratteristica specifica come teatri e cinema. Si cerca di evitare assembramenti in luoghi chiusi dove le persone concentrate restano per ore e ore. Non si tratta solo di scuole, ma anche di cinema e teatri. Il supermercato è un’altra cosa, la presenza dura dieci minuti in locali grandi”.

“Ministero transizione ecologica? Avremo quello delle Galassie” – “Ha detto Grillo che si realizzerà il Ministero della Transizione ecologica. Dunque dovremo aspettarci questa grande novità in Italia: avremo il Ministero alle Galassie, che credo sarà affidato a una persona di alto profilo, Giordano Bruno credo, che sta aspettando a Campo dei Fiori da qualche tempo di essere convocato”. “Provate a immaginare – ha aggiunto De Luca – questo Ministero della transizione ecologica, guardo con terrore a questa prospettiva. Dovrebbe accorpare varie direzioni di altri Ministeri, se ne passerebbe un anno solo per l’organizzazione di questo Ministero. Ci saremmo aspettati risultati più modesti. In queste condizioni l’unica transizione prevedibile è la transizione verso il manicomio”.

Governo Draghi – “A sostegno del Governo Draghi avremo una maggioranza amplissima. Questo è ovviamente un presupposto importante, ma dobbiamo sapere che più si dilata la maggioranza, più crescono le contraddizioni. Su molte tematiche vi sono posizioni assolutamente inconciliabili fra le diverse forze politiche che sostengono il Governo Draghi”. “Tuttavia – ha aggiunto De Luca – abbiamo il dovere di coltivare la speranza. Non dovremo aspettare molto per avere i nomi dei nuovi ministri e per avere le dichiarazioni programmatiche di Draghi alla Camera e al Senato. La costituzione del Governo sarà un indicatore estremamente significativo di quello che ci aspetta nei prossimi mesi. Se avremo un equilibrio tra competenze tecniche e presenza politica possiamo avere un elemento di fiducia. Se avremo una collocazione totalmente tecnica dovremo aspettare per capire quello che succede”.

Sicilia zona gialla da domenica, le regole  

(Adnkronos)

La Sicilia passa in zona gialla da domenica, con misure e regole meno stringenti rispetto a quelle attualmente in vigore nella zona arancione: dalla scuola ai bar e i ristoranti fino agli spostamenti. Secondo il report dell’Istituto Superiore di Sanità-ministero della Salute, con il monitoraggio dell’epidemia in Italia nella prima settimana di febbraio, la Sicilia è tra le nove regioni a rischio basso di Covid. “Se continuiamo a mantenere questo dato epidemiologico credo che fra marzo e aprile potremmo avviarci lentamente a una condizione di normalità. Riapriamo lentamente con la massima cautela e prudenza”, ha detto il presidente della regione, Nello Musumeci.

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Coprifuoco e spostamenti – Il coprifuoco è fissato dalle 22 fino alle 5. Dopo quell’ora ci si può muovere solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute. Per spostarsi in quegli orari bisognerà fare un’autocertificazione. Resta l’obbligo di mascherina anche all’aperto, a eccezione dei bambini sotto ai sei anni, di chi svolge attività sportiva e di chi ha patologie. Fino al 15 febbraio è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, tranne quelli per esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute.

Visite – Una sola volta al giorno è permesso spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata della stessa Regione o Provincia autonoma, tra le 5 e le 22, a un massimo di due persone, oltre a quelle che già vivono nella casa di destinazione. Chi si sposta può portare con sé i figli minori di 14 anni e le persone disabili o non autosufficienti conviventi.

Scuola – Le scuole superiori adottano la didattica in presenza almeno al 50 per cento ed entro il limite del 75 per cento. Per medie ed elementari resta la didattica in presenza, ma con l’obbligo di mascherina per i bambini con più di sei anni. Le università organizzano la didattica con le autorità regionali.

Bar e ristoranti – Per bar e ristoranti restano le regole di apertura dalle 5 alle 18, consegna a domicilio consentita, asporto possibile con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. I musei possono rimanere aperti dal lunedì al venerdì tranne nei giorni festivi.

Cinema, teatri e sport – Rimangono chiusi i cinema, i teatri, le sale scommesse, le sale da gioco, le discoteche, le sale da ballo, le sale da concerto, le palestre, le piscine, i parchi tematici, le terme, i centri benessere. I negozi sono aperti ma i centri commerciali sono chiusi nel weekend. Chiusi gli impianti sciistici fino al 15 febbraio, previa autorizzazione delle autorità regionali, in base alla situazione sanitaria.

Tirolo zona rossa, polizia e militari presidiano confini regione  

(Adnkronos)

Circa 1.200 tra agenti di polizia e militari austriaci hanno iniziato a presidiare i confini del Tirolo, dichiarato dal governo ‘zona rossa’, per impedire la diffusione della variante sudafricana del coronavirus. Nella regione austriaca sono finora stati individuati 400 casi della variante, particolarmente contagiosa rispetto al virus originario. Si tratta, secondo il governo di Vienna, del più grande focolaio finora rilevato nell’Unione europea. A partire dalla mezzanotte, sarà possibile uscire dalla regione solamente esibendo un certificato di negatività al virus.

Le autorità hanno predisposto 44 posti di blocco sulle strade, negli aeroporti e lungo le tratte ferroviarie. Alcuni dei posti di blocco sono attrezzati con postazioni dove è possibile effettuare dei test rapidi.