Alitalia, un anno in più per usare i ‘punti’  

Alitalia, un anno in più per usare i 'punti'

(Afp)

Pubblicato il: 19/12/2018 09:15

I clienti Alitalia hanno un anno in più per utilizzare le miglia accumulate. Il programma MilleMiglia, grazie all’accordo raggiunto tra la compagnia aerea italiana e Global Loyalty Company LLC, società controllata da Etihad Aviation Group, è tornato al 100% italiano. E proprio in occasione del passaggio della partecipazione azionaria – Global Loyalty Company LLC ha ceduto ad Alitalia il 75% di Alitalia Loyalty S.p.A., la società che gestisce il programma di fidelizzazione dei clienti – la compagnia aerea ha deciso di garantire un importante beneficio a tutti i soci: la validità delle miglia sarà estesa di un anno e la nuova scadenza è fissata al 31 gennaio 2020.

“Il rientro di Loyalty nel perimetro Alitalia – ha dichiarato Daniele Discepolo, commissario straordinario di Alitalia e presidente di Alitalia Loyalty – contribuisce in modo rilevante alla migliore valorizzazione del complesso degli asset aziendali. Si tratta infatti di un’attività indispensabile per una Compagnia aerea che deve avere come obiettivo primario la soddisfazione e il gradimento dei propri passeggeri. Anche per questo, l’impegno immediato sarà quello di avere un programma sempre più vicino alle esigenze della nostra clientela”. Con oltre 5 milioni di soci, MilleMiglia è uno dei programmi di fidelizzazione più estesi in Italia. Consente di accumulare miglia da utilizzare per richiedere biglietti premio o upgrade di classe.

I costi per fare il passaporto  

I costi per fare il passaporto

(Fotogramma)

Pubblicato il: 19/12/2018 07:14

Fare il passaporto ha un costo: tra la tassa da pagare e la marca da bollo da acquistare, infatti, per averlo sono necessari più di 110 euro. Nel dettaglio, per fare il passaporto, bisogna recarsi presso la Questura, o in alternativa all’ufficio passaporti del commissariato di Pubblica Sicurezza o della stazione dei carabinieri, presentando diversi documenti, compreso il modulo stampato. Prima di fare la richiesta di passaporto però bisogna pagare una tassa di 42,50 euro tramite bollettino al c.c. ‘67422808’, intestato al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento del tesoro – mettendo come causale “importo per il rilascio del passaporto elettronico”.

A questa tassa si aggiunge la marca da bollo per il rilascio del passaporto, di un importo pari a 73,50 euro. Quest’ultima è acquistabile anche dal tabaccaio e va consegnata il giorno della richiesta. Ricordate, poi, che per la richiesta del passaporto dovete presentare due fototessere; farle ha un costo variabile dai 4 ai 10 euro. I costi per il passaporto non sono finiti. Se volete, infatti, che il documento una volta pronto vi venga consegnato a casa grazie al servizio apposito di Poste Italiane dovete pagare – al momento della consegna – altri 8,20 euro. Vi ricordiamo però che questo costo non è obbligatorio, dal momento che potete anche ritirare il passaporto gratuitamente, presentandovi di persona al luogo in cui ne avete fatto richiesta.

Complessivamente, quindi, per il passaporto ci possono volere da un minimo di 116 euro a un massimo 135. Si tratta fortunatamente, però, di una spesa da sostenere ogni 10 anni, visto che il passaporto elettronico per maggiorenni ha una durata decennale.

Pane fresco o conservato, da oggi l’etichetta è obbligatoria  

Pane fresco o conservato, da oggi l'etichetta è obbligatoria

Foto di repertorio (Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 19/12/2018 13:23

Arrivano le nuove norme per distinguere in etichetta il pane fresco da quello ”conservato o a durabilità prolungata” con specifiche prescrizioni in merito alla denominazione e alla modalità di esposizione in vendita di quest’ultimo. Lo rende noto la Coldiretti in riferimento all’entrata in vigore oggi del Decreto 1° ottobre 2018, n. 131 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 novembre. Il pane che ha subito processi di surgelazione e congelamento o che contiene additivi chimici e conservanti – sottolinea la Coldiretti – non potrà essere più venduto per fresco e dovrà obbligatoriamente avere una etichetta con la scritta ”conservato” o a durabilità prolungata. Potrà quindi ora essere denominato ”pane fresco” – continua la Coldiretti – solo il pane preparato secondo un processo di preparazione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o surgelazione, ad eccezione del rallentamento del processo di lievitazione, privo di additivi conservanti e di altri trattamenti aventi effetto conservante. Per ”processo di preparazione continuo” – precisa la Coldiretti – si intende un processo per il quale, dall’inizio della lavorazione alla messa in vendita al consumatore, non trascorrano più di 72 ore. Sono infatti previste norme – precisa la Coldiretti – per il ”pane conservato o a durabilità prolungata”, nel caso venga utilizzato un metodo di conservazione ulteriore rispetto ai metodi già sottoposti agli obblighi informativi previsti dalla normativa (ad es. pane precotto surgelato o meno). Per questa tipologia di pane nel momento della vendita deve essere fornita una adeguata informazione, al fine di evitare che il consumatore possa essere indotto in errore, riguardo il metodo di conservazione utilizzato nel processo produttivo nonché le modalità per la sua conservazione ed il consumo, attraverso un’apposita dicitura da riportare sul cartello negli specifici comparti in cui viene collocato, distinti rispetto a quelli in cui viene esitato il pane fresco.

I consumi di pane degli italiani si sono praticamente dimezzati negli ultimi 10 anni ed hanno raggiunto il minimo storico con appena 80 grammi a testa al giorno per persona, un valore molto lontano da quello dell’Unità d’Italia nel 1861 in cui – ricorda la Coldiretti – si mangiavano ben 1,1 chili di pane a persona al giorno. Con il taglio dei consumi – sottolinea la Coldiretti – si è verificata però una svolta qualitativa con la crescita dell´interesse per il pane biologico e di grani antichi e per quello con contenuti salutistici e ad alto valore nutrizionale: a lunga lievitazione, senza grassi, con poco sale, integrale, a km 0 come il pane realizzato direttamente dai produttori agricoli di campagna amica anche con varietà di grano locali spesso di varietà salvate dall’estinzione. Il nuovo decreto salva anche i pani della tradizione popolare italiana tra i quali ben 6 sono stati addirittura riconosciuti dall’Unione Europea. La Coppia ferrarese, la pagnotta del Dittaino, il pane casareccio di Genzano, il pane di Altamura, il Pane Toscano e il pane di Matera sono i prodotti registrati e tutelati a livello comunitario che hanno permesso all’Italia di conquistare il primato Europeo ma – conclude la Coldiretti – sono centinaia le specialità tradizionali censite dalle diverse regioni. Si va dal ”Pane cafone” della Campania, così chiamato perché con questo termine erano chiamati i contadini al tempo dei Borboni, al ”Pan rustegh” della Lombardia che giustifica il vecchio detto ”pane di villano, rustico ma sano”, dal ”Pan ner” della Val D’Aosta ottenuto da un impasto di segale e frumento, alla ”Lingua di Suocera” piemontese nel cui nome è sin troppo evidente il riferimento, per la verità un po’ cattivello, alla lunghezza della lingua delle suocere.

Milleproroghe, salta ‘salva calcio’  

Milleproroghe, salta 'salva calcio'

(Fotogramma)

Pubblicato il: 18/12/2018 21:17

Il divieto di incroci tra stampa e settore della televisione diventa a tempo indeterminato. Le pubbliche amministrazioni potranno assumere a tempo indeterminato, per tutto il prossimo anno, il personale che ha lavorato tra il 2009 e il 2012 all’interno della Pa. Il reddito di inclusione potrà essere erogato, anche in assenza della sottoscrizione del progetto di attivazione, nel primo semestre del prossimo anno. Il milleproroghe entra nella manovra con un emendamento presentato dal governo in commissione Bilancio del Senato. Rispetto alla bozza, circolata la scorsa settimana, mancano le norme che avrebbero consentito al mondo del calcio, e dello sport in generale, di tirare un sospiro di sollievo. La norma avrebbe concesso sei mesi e mezzo di tempo in più per trovare una soluzione al blocco degli sponsor legati alle scommesse.

TERRORISMO: Viene prorogata fino al 31 gennaio 2020 la possibilità per i servizi di informazione di effettuare colloqui personali con soggetti detenuti e internati al fine di acquisire informazioni per la prevenzione dei delitti con finalità di terrorismo.

SISMA 2016: Sarà possibile continuare a utilizzare fino al 31 dicembre 2019 i depositi temporanei per gettare i rifiuti derivanti dal crollo degli edifici, provocati dal sisma del 2016.

GALLERIA PAVONCELLI: Viene prorogata la gestione commissariale della galleria Pavoncelli, dal 31 dicembre 2018 al 31 maggio 2019.

INTERCETTAZIONI: Il termine di entrata in vigore delle disposizioni in materia di intercettazioni viene posticipato al 31 luglio 2019 (la data originale era al 26 luglio 2018, poi slittata al 31 marzo 2019).

ALBERGHI: Le strutture alberghiere, che si trovano nei luoghi colpiti dal maltempo di ottobre, avranno tempo fino al 31 dicembre 2019 per adeguare le strutture alle norme di prevenzione antincendio.

Borsa, europee arrancano  

Il timido rimbalzo di Wall Street non basta a far tornare il sereno sulle piazze europee, che virano in territorio negativo nell’ultima fase della seduta. Tra il rafforzamento dell’Euro e la discesa continua del petrolio sono troppi i rischi e i segnali di incertezza per avviare una fase rialzista. Così, la Borsa di Milano archivia gli scambi poco mossa, in calo dello 0,26 per cento, mentre le altre piazze del Vecchio Continente registrano perdite più ampie. Sul paniere del Ftse Mib è pesante Azimut, dopo l’uscita dell’amministratore delegato Sergio Albarelli. Vendite anche su Tim e, di nuovo, su Tenaris ed Eni.

Confagricoltura: “Infrastrutture fondamentali per settore”  

Confagricoltura: Infrastrutture fondamentali per settore

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti (Fotogramma)

Pubblicato il: 18/12/2018 18:10

In Italia ci sono “ancora troppe aree agricole ad alto potenziale di sviluppo frenate dalla mancanza di adeguate infrastrutture. Un campo nel quale l’Italia in Europa è al 22mo posto come qualità su 28 Paesi”. Lo ha sottolineato presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, all’Assemblea dell’associazione in corso a Roma. Parlando davanti al vicepremier Salvini, Giansanti ha anche esortato il governo a “togliere il fardello asfissiante della burocrazia”, che permetterebbe alle imprese di affrontare con più forza la concorrenza estera.

Una concorrenza che, peraltro, è sostenuta proprio dalla qualità delle infrastrutture, come nel caso dell’Olanda “dove sono le piattaforme di export agricoalimentare” con un bilancio “di 70 miliardi di esportazioni contro i 40 miliardi dell’Italia”.

Confagricoltura, serve un piano strategico  

Confagricoltura, serve un piano strategico

(Fotogramma/IPA)

Pubblicato il: 18/12/2018 18:01

“L’economia italiana deve tornare a crescere e a creare più posti di lavoro per gli italiani. Per centrare l’obiettivo, è indispensabile un piano strategico per il sistema agroalimentare italiano”. E’ la proposta, lanciata oggi dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nel corso dell’assemblea che si sta svolgendo a Roma.

Un piano che non deve essere calato dall’alto, per il quale il presidente prevede una un percorso nuovo: “Partiamo dai territori e dalle imprese per raccogliere le istanze degli agricoltori”, ha detto Giansanti. Una sorta di ‘Stati generali’, da programmare in tutte le regioni, per stilare la lista delle priorità e degli obiettivi da raggiungere.

Si è parlato molto negli ultimi giorni di corpi intermedi, di rappresentanza, di élite. “Noi non ci sentiamo per nulla una ‘élite'”, ha sottolineato Giansanti. “Lo siamo solo se il discorso riguarda il mercato, gli investimenti, la creazione di posti di lavoro. Questo significa essere corpo intermedio al servizio delle imprese associate, con le quali stiamo costruendo un rapporto sempre più stretto”.

“Ecco perché non ci accontentiamo – ha detto – di avere il primato, sia pure importante, delle indicazioni geografiche e di qualità, se il valore delle nostre esportazioni di settore è inferiore a quello di Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi; né ci accontentiamo dell’aumento, certo importante, del nostro export, se crescono di pari passo le importazioni di materie prime. Noi abbiamo una visione più ambiziosa per l’agricoltura italiana. E vogliamo realizzarla. Anche perché, a livello europeo, i nostri più diretti concorrenti non stanno fermi”.

Digitalizzazione, intelligenza artificiale, genetica. Sono questi i temi su cui si concentra l’attenzione del presidente di Confagricoltura per progettare una linea d’azione condivisa tra pubblico e privato, consentendo anche alla ricerca di fare al meglio il proprio lavoro. In questa direzione Confagricoltura si sta già muovendo con l’obiettivo di trasferire le migliori conoscenze ed informazioni agli agricoltori associati e far crescere la competitività delle loro imprese, anche in termini di sostenibilità ambientale.

L’attenzione del presidente si è, quindi, spostata sulla manovra di bilancio per il 2019 e sul contenzioso con le autorità di Bruxelles. “Dobbiamo riconoscere che il governo ha fatto significative aperture per evitare la procedura per debito eccessivo. Sarebbe difficile da comprendere, e da spiegare agli italiani, una bocciatura, che avrebbe anche un impatto assolutamente negativo sul sistema agroalimentare, con una perdita di fondi europei di almeno venti miliardi di euro”.

“Va dato atto al governo di aver ereditato dal passato una situazione difficile – ha continuato -. Ma se non si vuole continuare a procedere su una strada che si è rivelata sbagliata, occorre una strategia pluriennale per una crescita stabile e strutturale”. “L’austerità a tutti i costi serve per far quadrare i conti – ha aggiunto – ma occorre una sapiente flessibilità per innescare lo sviluppo economico e ridare fiducia sul futuro”.

Sul tema delle infrastrutture, ha ricordato la presenza di Confagricoltura, a Torino, il 3 dicembre scorso, con le principali organizzazioni delle imprese italiane di tutti i settori, per esprimere il sostegno alla realizzazione della TAV Torino – Lione. E, più in generale, per sollecitare il rilancio degli investimenti infrastrutturali, che sono essenziali per lo sviluppo economico, e in particolare per l’agricoltura. A preoccupare non è solo il dato quantitativo, ma anche il livello qualitativo delle nostre infrastrutture. “Sono ancora troppe – ha evidenziato Giansanti – le aree agricole ad alto potenziale di sviluppo che sono frenate dalla mancanza di adeguate infrastrutture. Per esempio, l’utilizzo del digitale in agricoltura è un processo indispensabile. Un percorso che garantirà benefici che vanno dalla riduzione di costi, alla sicura tracciabilità e sostenibilità ambientale. E per permettere lo sviluppo del digitale in agricoltura è ineludibile lo sviluppo di infrastrutture adeguate, a partire dalla copertura della banda ultra larga”.

Per Confagricoltura sviluppo è sinonimo di lavoro, elemento distintivo e costitutivo del suo DNA (le aziende associate impegnano oltre 30 milioni di giornate di lavoro e la maggior parte degli impiegati e dei dirigenti agricoli) e quindi il presidente Giansanti nella sua relazione ha sottolineato l’eccessivo costo del lavoro, che rappresenta un limite rilevante alla competitività delle imprese. “Ci auguriamo – ha detto – che le intenzioni di intervento per ridurre il carico contributivo e fiscale diventino presto un dato di fatto”.

“Auspichiamo anche che i centri per l’impiego diventino più funzionali, per far incontrare finalmente in modo trasparente la domanda e l’offerta di lavoro. Ben venga manodopera italiana all’interno delle nostre imprese”.

Un altro tema affrontato dal presidente Giansanti nella sua relazione è stato quello dell’inadeguatezza del sistema burocratico. “Siamo oberati da adempimenti spesso inutili e controlli non esercitati unitariamente – ha detto -. Nel recente incontro al tavolo delle piccole e medie imprese abbiamo chiaramente detto che è venuto il tempo di intervenire decisamente su una anomalia italiana che limita la competitività delle imprese”.

Una insensibilità burocratica che in molti casi complica le già complesse regole comunitarie. Gli Enti Pagatori dovrebbero assicurare procedure snelle e tempi di erogazione delle risorse previste dalla PAC certi e celeri. Niente di tutto ciò avviene, ha concluso.

Ftth, ‘autostrada digitale’ per imprese e famiglie  

Ftth, 'autostrada digitale' per imprese e famiglie

(Fotogramma)

Pubblicato il: 18/12/2018 17:17

“Ftth, Fiber to the home, consente una connessione veloce stabile, e garantisce l’utilizzo di supporti moderni, ad oggi presenti, e anche quelli che arriveranno nel futuro. Per capire la differenza che c’è tra Ftth e una vecchia rete, possiamo immaginare di viaggiare su un’autostrada a otto corsie e poi fare un viaggio sulla provinciale in cui incontreremo traffico, rotonde e altro che rallenteranno il nostro passaggio”. Così Gianluca Rimazzi, network & operations di Open Fiber.

“Quindi una struttura Ftth, una rete come quella di Open Fiber, garantirà – continua – una connessione ultra banda veloce, stabile, con la possibilità di utilizzare contenuti in streaming in 4K, non solo alle aziende, ma anche alle famiglie, di potere usufruire di tanti servizi, veloci, raggiungere siti internet della pubblica amministrazione”.

“Sarà ‘un’autostrada digitale’ che permetterà a tutti di fare tante, tante cose importanti: tutto ciò renderà questa nuova tecnologia – conclude Rimazzi – l’abilitatore alla rivoluzione digitale”.

Lettera Vivendi, Tim convoca due cda  

Lettera Vivendi, Tim convoca due cda

(Afp)

Pubblicato il: 18/12/2018 16:45

Tim convoca due cda dopo la richiesta del socio francese Vivendi di convocare un’assemblea: il primo, che si terrà il 21 dicembre, analizzerà la richiesta mentre il secondo board, convocato per il 14 gennaio, a quanto si apprende, dovrà deliberare.

Anticipata da una comunicazione all’inizio della settimana scorsa, venerdì è arrivata a Tim la lettera con cui Vivendi chiede che si svolga l’assemblea degli azionisti per la nomina dei nuovi revisori dei conti e la revoca di cinque membri attuali del consiglio di amministrazione sui dieci espressi complessivamente dalla lista Elliott per proporne cinque nuovi.

I nomi indicati dal gruppo francese per la revoca sono quelli di Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti. Al loro posto, Vivendi propone la nomina di cinque consiglieri di cui quattro italiani: Flavia Mazzarella, Franco Bernabè, Gabriele Galateri di Genola, Rob van der Valk e Francesco Vatalaro. “Tutti candidati indipendenti e di grande e comprovata esperienza”, sottolineava Vivendi venerdì scorso.

Prendendo atto della richiesta di Vivendi, sempre venerdì scorso Tim aveva ricordato che “l’esame del primo degli argomenti indicati dal socio” cioè la nomina dei revisori dei conti “già risulta calendarizzato per la riunione da svolgersi in data 17 gennaio 2019, come condiviso dai consiglieri nella riunione del 6 dicembre 2018”.

Spesometro, arriva Alert del fisco  

Spesometro, arriva Alert del fisco

(FOTOGRAMMA)

Pubblicato il: 18/12/2018 10:09

Spesometro: con differenze tra dichiarato e trasmesso arriva l’Alert del fisco. “I titolari di partita Iva per i quali sono emerse delle differenze tra il volume d’affari dichiarato per il periodo d’imposta 2017 e l’importo delle operazioni trasmesse all’Agenzia delle Entrate con lo spesometro (articolo 21, Dl 78/2010) riceveranno un’apposita comunicazione”. E’ quanto si legge su ‘Fisco Oggi’, rivista telematica dell’Amministrazione finanziaria, ricordando che, in questo modo, “sarà possibile verificare la correttezza dei rilievi e procedere alla regolarizzazione”.

Il contribuente che ha un volume d’affari discordante con le informazioni in possesso dell’Agenzia, quindi, riceverà un ‘Alert’ in cui, “oltre ai suoi dati anagrafici e a quelli identificativi dell’atto”, ci sarà “il totale delle operazioni comunicate dai suoi clienti titolari di partita Iva e di quelle effettuate nei confronti di consumatori finali comunicate dal contribuente stesso, in base all’articolo 21 del Dl 78/2010”. Nella lettera, “ci saranno anche tutte le istruzioni per consultare il dettaglio delle informazioni dalle quali emerge l’anomalia”.

I DATI – Attraverso le informazioni sugli scostamenti, il contribuente potrà verificarne la correttezza e “segnalare eventuali elementi, fatti e circostanze sconosciuti all’Amministrazione finanziaria in grado di giustificare l’anomalia”. Inoltre, con il provvedimento 517020/2018 (LEGGI), l’Agenzia delle Entrate ha anche fissato le “modalità di ‘condivisione’, con la Guardia di Finanza e i contribuenti interessati, dei dati dai quali risulterebbe l’omessa dichiarazione, totale o parziale, del volume d’affari conseguito nel 2017. Nello stesso documento, viene indicata la strada per regolarizzare la situazione o chiedere ulteriori informazioni e chiarimenti”.

LA POSTA – La comunicazione arriva per posta elettronica certificata oppure, in mancanza di un indirizzo Pec attivo, per posta ordinaria. I dati contenuti nella mail possono essere consultati anche nell’area riservata del portale dell’Agenzia riservata al proprio ‘Cassetto fiscale’ e nel portale ‘Fatture e corrispettivi’, che “contiene le informazioni identificative della dichiarazione Iva contestata e tutte le operazioni e gli importi rilevanti ai fini dell’anomalia evidenziata”.

LE OMISSIONI – E se il Fisco ha ragione? “Per regolarizzare – ricorda l’Amministrazione – basta ravvedersi. Ogni contribuente, verificata la sua situazione, può regolarizzare eventuali omissioni o errori avvalendosi del ravvedimento operoso (articolo 13, Dlgs 472/1997) che prevede uno sconto sulle sanzioni, in ragione del tempo trascorso dalla violazione”.