Bper ha chiuso il 2020 con un utile netto a 245 mln, raccolta +5,5% a 185,2 mld

Roma, 3 feb. -(Adnkronos)

Il Gruppo Bper ha chiuso il 2020 con un utile netto dell’esercizio pari a 245,7 milioni di euro, “sostenuto da una buona crescita dei ricavi e da un efficace controllo dei costi di gestione, nonostante le complessità derivanti dall’emergenza sanitaria e dalla gestione del processo di acquisizione del ramo d’azienda dal Gruppo Intesa Sanpaolo”. Lo sottolinea Bper in una nota al termine del Consiglio di Amministrazione che ha esaminato e approvato i risultati individuali della Banca e consolidati di Gruppo al 31 dicembre 2020.

Sulla base di questi risultati è stato proposto un dividendo in contanti di 4 centesimi per azione “che conferma attenzione per gli azionisti ed allo stesso tempo pieno rispetto delle linee guida della Bce”. La raccolta complessiva, pari a 185,2 miliardi di euro, risulta in ulteriore crescita del 4,5% da settembre scorso (+5,5% da fine 2019), grazie alla raccolta diretta che sale del 5,6% (+8,8% da fine 2019) e alla raccolta indiretta, tornata sopra ai livelli di inizio anno, in forte incremento del 4,1% trimestrale.

Sul risultato 2020 – spiega Bper – influiscono, oltre ai contributi ai fondi sistemici per 77,3 milioni, oneri straordinari netti per un ammontare complessivo pari a circa 59,3 milioni, costi per 29,0 milioni relativi al progetto di acquisizione del ramo d’azienda degli sportelli Ubi da Intesa Sanpaolo e imposte positive per 67,0 milioni.

Segnalando un costo del credito a 101 punti base – “che include una cautelativa stima dell’impatto dei prevedibili effetti legati al deterioramento dello scenario macroeconomico conseguente la crisi pandemica” – Bper evidenzia “un ulteriore significativo miglioramento dell’asset quality con NPE ratio lordo e netto rispettivamente al 7,8% e al 4,0% (dall’8,8% e 4,7% di settembre e dall’11,1% e 5,8% di fine 2019)”. Il gruppo registra poi una riduzione dello stock di crediti deteriorati lordi e netti rispettivamente a 4,3 e 2,1 miliardi (-29,1% e -29,0% da fine 2019) anche grazie a cessioni per un gross book value di 1,6 miliardi.

Gli impieghi netti in bonis sono in aumento dello 0,9% da settembre e del 3,8% dalla fine del 2019, “sostenuti anche dall’erogazione di finanziamenti garantiti dallo Stato per 3,5 miliardi, riconducibili prevalentemente ai segmenti retail e small business”. Il gruppo ha chiuso il 2020 con una patrimonializzazione in crescita – “anche senza considerare il completamento dell’aumento di capitale finalizzato all’acquisto del ramo d’azienda dal Gruppo Intesa Sanpaolo” – con CET1 ratio Fully Loaded pro-forma pari al 13,52%.

Buono il risultato del comparto Bancassurance, che ha raggiunto quota 7,3 miliardi, in aumento del 7,0% da fine 2019. La raccolta gestita totale inclusiva del Bancassurance ha superato per la prima volta la soglia dei 50 miliardi di euro.

Draghi mette il turbo al Ftse MIb

Milano, 3 feb. (Adnkronos)

Se c’era un candidato premier in grado di riscuotere consensi tra gli operatori finanziari, quello era Mario Draghi. Se mai ce ne fosse bisogno, oggi Piazza Affari lo ha ribadito a gran voce: da un lato il Ftse Mib ha terminato con un rialzo del 2,09% a 22.527,9 punti, dall’altro lo spread Btp-Bund ha registrato un tonfo di oltre 7 punti percentuali riportandosi sui minimi dal 2016 a 105 punti base.

Quella di Mario Draghi rappresenta il ‘best case’, ha commentato Antonio Amendola, Fund Manager Equity Italia ed Europa di AcomeA SGR, “non solo per lo standing del personaggio, indubbio, ma per il senso di sicurezza e preparazione che proietterebbe sui tavoli europei in nome dell’Italia”.

A guidare i rialzi sul Ftse Mib sono Atlantia e Poste Italiane, salite rispettivamente del 6,08 e del 7,13%. In particolare evidenza anche gli acquisti sul terzetto formato da UniCredit, Intesa Sanpaolo e Banco BPM, in aumento rispettivamente del 4,18, del 4,29% e del 3,75%.Primissime posizioni anche per BPER (+5,57%), in attesa dei conti del quarto trimestre. Assodate le tante performance positive, focus su quei pochi titoli che hanno chiuso con il segno meno come Ferrari (-3,65%), all’indomani dei conti, Diasorin (-1,62%), che da un po’ si muove in controtendenza rispetto all’andamento di Piazza Affari, e STMicroelectronics (-0,65%). (in collaborazione con money.it)

Ftse Mib in rialzo, spread stabile

Milano, 2 feb. (Adnkronos)

Nuova seduta con il segno più per le borse europee in attesa di aggiornamenti dal fronte vaccini e di novità per quanto riguarda la “retail-mania”. A Milano, dove il Ftse Mib ha terminato la seduta a 22.066,87 punti, +1,11% rispetto al dato precedente, protagonisti della seduta sono stati i titoli della galassia Agnelli.

Nonostante le indicazioni arrivate dalle immatricolazioni a gennaio, il mercato nel primo mese dell’anno ha fatto registrare una contrazione del 14% ed la nuova entità formata da FCA e PSA ha segnato un -21,7%, Stellantis ha terminato la seduta con un +3,05%. Questo per merito di Goldman Sachs, che ha avviato la copertura sulla nuova entità con valutazione “buy”.

Promozione anche per CNH Industrial (+5,33%), su cui Equita ha incrementato la valutazione da “hold” a “buy” ed il prezzo obiettivo del 33% a 14 euro, mentre Ferrari, che nel corso della prima parte aveva fatto registrare un andamento decisamente positivo, ha terminato la seduta con un -2,98%.

Nel 2020 il fatturato del cavallino è sceso dell’8,1% a 3,46 miliardi mentre il risultato netto è arretrato del 13% a 609 milioni. Per l’esercizio corrente il giro d’affari è visto in quota 4,3 miliardi di euro.

Nuova seduta in positivo per Atlantia (+2,17%), che ieri ha spiccato il volo sui rumor di una nuova offerta vincolante da parte del consorzio guidato dalla Cdp, e giornata di guadagni anche per i titoli del comparto oil, che hanno approfittato della nuova seduta positiva del Brent (+2,3% a 57,7 $/barile): Eni ha terminato con un +1,35%, Tenaris ha segnato un +4,14% e Saipem un +3,69%.

L’ottimismo su una soluzione della crisi politica che eviti le elezioni ha permesso allo spread tra i Btp ed i Bund di confermarsi a 113 punti base. (In collaborazione con money.it)

Borsa, segno meno per Ftse Mib e spread

Milano, 29 gen. (Adnkronos)

Chiusura di ottava negativa per le borse europee, strette nella morsa di campagne di vaccinazione che procedono a rilento ed il nervosismo innescato dalla questione GameStop (il titolo che, spinto dagli investitori retail, sta facendo registrare una volatilità estrema e mettendo in difficoltà i fondi che hanno scommesso al ribasso).

Il nostro Ftse Mib, che ha terminato la settimana con un -1,57% a 21.572,53 punti, deve inoltre fare i conti con la crisi politica. Tensioni politiche che oggi non hanno impattato sullo spread, in rosso di oltre 3 punti percentuali a 114 punti base.

Sul paniere principale a Milano spiccano, in positivo, le performance di Diasorin e Leonardo, salite rispettivamente dell’1,63 e dello 0,49%i. La prima, che produce test diagnostici contro il virus, sta capitalizzando i ritardi nella campagna vaccinale e le nuove varianti del virus mentre la seconda si è mossa in scia della conferma della guidance 2020.

Nel comparto bancario UniCredit ha terminato la settimana con un -2,2% ed Intesa Sanpaolo ha registrato un -1,55%. Lettera anche su MPS (-2,64%) che ha approvato il capital plan da 2,5 miliardi di euro da inviare alla BCE.

Contrazione del 2,29% per Assicurazioni Generali. Il Ceo della compagnia, Philippe Donnet, ha confermato la volontà di destinare al dividendo un importo compreso tra i 4,5 e i 5 miliardi di euro. Tra i titoli legati al made in Italy, Salvatore Ferragamo (-2,61%) ha annunciato di aver chiuso il 2020 con ricavi per 916 milioni di euro, meno 33,5% rispetto a un anno prima. (in collaborazione con money.it)

Bper, assemblea soci approva riforma statuto

Milano, 29 gen. (Adnkronos)

L’assemblea dei soci di Bper ha approvato, con il 96,40% dei voti espressi corrispondenti al 50% del capitale sociale complessivo, la proposta del cda di modifica dello statuto della banca.

Le proposte di modifica dello statuto, autorizzate dalla Banca Centrale Europea, riguardano, tra le cose, “l’adozione di un criterio di elezione del cda di natura proporzionale, fondato sul metodo dei quozienti” e una soglia di “accesso al riparto” in modo tale che, ferma l’esigenza di legge di assicurare alla prima lista di minoranza la possibilità di esprimere almeno un amministratore, “le altre liste di minoranza concorrano alla nomina del Consiglio solo qualora abbiano ottenuto voti almeno pari al 5% del capitale con diritto di voto”.

Sono stati poi introdotti limiti al collegamento tra liste “al fine di assicurare l’effettiva rappresentanza delle minoranze azionarie in seno all’organo di amministrazione e di impedire al tempo stesso che, per effetto del sistema proporzionale, liste di minoranza tra loro collegate si trovino ad esprimere la maggioranza consiliare” e una deroga al sistema proporzionale sopra descritto qualora la lista risultata prima per numero di voti, purché contenente un numero di candidati pari o superiore alla maggioranza dei consiglieri da eleggere, abbia ottenuto il voto favorevole di più della metà del capitale avente diritto di voto”.

E’ stata eliminata la facoltà del cda uscente di presentare una sua lista di candidati e così la figura del presidente onorario. Il collegio sindacale diventa di tre membri dai cinque precedenti.

“La riforma statutaria deliberata segna un importante passo nel percorso evolutivo del sistema di governo societario della banca. La scelta di attribuire alle varie componenti dell’azionariato una rappresentanza nell’organo di governo della società proporzionale al numero di voti conseguiti in assemblea permetterà di ampliare ulteriormente la pluralità di posizioni e di punti di vista presenti in cda, a tutto beneficio di un miglior perseguimento dell’interesse della banca e di tutti i suoi stakeholders”. E’ quanto afferma il presidente del consiglio di amministrazione di Bper, Pietro Ferrari, a proposito dell’approvazione all’assemblea soci delle modifiche allo Statuto.

“E’ motivo di soddisfazione constatare come le valutazioni che hanno ispirato l’intervento del cda siano state condivise in modo oltremodo significativo dalla base sociale, che, pur con le attuali restrizioni imposte dalla pandemia, ha inteso oggi prendere parte in misura ragguardevole all’assemblea, esprimendo un larghissimo consenso”, aggiunge.

Il nuovo articolato statutario potrà trovare applicazione “già in occasione del prossimo rinnovo delle cariche sociali, previsto per l’Assemblea di approvazione del bilancio dell’esercizio 2020”.

Poste completa l’acquisizione di Nexive

Roma, 29 gen. -(Adnkronos)

Poste Italiane S.p.A. comunica che, a seguito delle deliberazioni assunte dal proprio Consiglio di Amministrazione e della firma dell’accordo preliminare annunciata il 16 novembre 2020, è stata completata l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Nexive Group.

Il prezzo d’acquisto dell’intero capitale di Nexive – si sottolinea – è stato concordato pari a 34,4 milioni di euro, sulla base di un Enterprise Value di 50 milioni e di un indebitamento netto di 15,6 milioni.

Ftse Mib e spread in aumento

Milano, 28 gen. (Adnkronos)

Partiti in rosso, i listini europei hanno chiuso in positivo recuperando parte delle recenti perdite innescate dai ritardi nei vaccini. A Milano in particolare, il Ftse Mib ha terminato in rialzo dell’1,17% a 21.916,5 punti, mentre lo spread Italia-Germania ha fatto segnare un incremento del 3,3% a 124 punti base.

La tre giorni di aste del Ministero dell’Economia oggi si è chiusa con il collocamento dei Btp a 5 e 10 anni. Come già visto nei giorni scorsi (martedì è stata la volta di Ctz e BtpEi, ieri sono stati invece venduti Bot a 6 mesi), l’incremento dei rendimenti dovuto alla crisi politica è stato tutto sommato contenuto.

Sia nel caso del titolo a cinque anni che in quello del decennale, il rendimento ha fatto segnare un aumento di 6 punti base rispetto ai minimi storici fatti segnare negli appuntamenti precedenti attestandosi rispettivamente allo 0,07% e allo 0,65%. Nel corso della prima parte sono stati inoltre piazzati 1,5 miliardi di CctEu 2026 allo 0,04%.

Per quanto riguarda i titoli quotati a Milano, i conti, e soprattutto l’outlook, hanno permesso a STMicroelectronics di terminare la seduta con un rialzo del 4,2%. In particolare, il Ceo della società, Jean-Marc Chery, ha rilevato che, grazie alla raccolta ordini registrata nel quarto trimestre, “siamo su un percorso accelerato verso il nostro obiettivo” di fatturato.

A proposito di Ceo, UniCredit (+0,48%) ha ufficializzato la nomina di Andrea Orcel alla carica di Amministratore delegato. Orcel, che sostituisce Jean Pierre Mustier, è stato definito dal presidente designato Pier Carlo Padoan “un solido leader di respiro internazionale, molto rispettato e impegnato a raggiungere risultati insieme alla sua squadra”. Nel comparto bancario, giornata di guadagni anche per Banco BPM (+3,28%), BPER (+2,26%) e Intesa Sanpaolo (+1,44%).

Tra le utilities segnaliamo il +1,94% di Enel ed il +0,78% di A2A mentre tra gli industriali Prysmian ha segnato un +3,56% e Stellantis un +2,33%. Dopo il rally di ieri, prese di beneficio su Diasorin (-5,63%). Lettera anche su Recordati e Amplifon, scese rispettivamente dello 0,87 e dello 0,73 per cento. La pubblicazione dei dati preliminari ha fatto perdere l’1,48% a Piaggio ed il 2,54% a Tod’s. (In collaborazione con money.it)

Ftse Mib chiude poco sotto i 22mila punti

Milano, 26 gen. – (Adnkronos)

A dispetto delle tensioni legate alla distribuzione dei vaccini e della crisi di governo, la borsa di Milano ha terminato la seduta in solido territorio positivo. Come da copione, oggi Giuseppe Conte ha presentato le dimissioni da premier e punta al reincarico allargando la maggioranza di governo.

A Milano, dove il Ftse Mib ha terminato la seduta a ridosso dei 22 mila punti (+1,16% a 21.987 punti), spicca il buon andamento del comparto bancario: Intesa Sanpaolo ha terminato con un +0,9%, Banco BPM ha segnato un +1,57% e Mediobanca ha chiuso con un +2,41%.

Discorso a parte merita UniCredit, in rally del 4,45%. Secondo i ben informati, per la carica di Amministratore delegato l’istituto milanese ha scelto Andrea Orcel e nei prossimi giorni il Cda potrebbe essere convocato in seduta straordinaria per ratificare la decisione. Dopo 20 anni in Merrill Lynch, Orcel è stato a capo dell’investment banking di UBS (che oggi ha presentato conti migliori delle stime).

Giornata di recupero anche per i colossi del comparto energetico (+2,1% di Eni e +1,97% di Saipem) e per quelli del comparto industriale (+3% per Pirelli, +1,97% di Stellantis). In controtendenza Prysmian, in rosso del 3,79%, dopo l’annuncio dell’avvio del collocamento di un prestito obbligazionario “equity linked” da 650 milioni con scadenza 2026 ed il contestuale riacquisto del bond “zero coupon equity linked” con scadenza nel 2022 fino a un valore nominale di 250 milioni.

Dal fronte titoli di Stato, questa mattina il Tesoro ha collocato Ctz al 2022 per 3 miliardi di euro e BtpEi per 1 miliardo. Il primo titolo ha registrato richieste per 4,39 miliardi e visto il rendimento attestarsi al -0,277% (+9 punti base) mentre nel caso del secondo i due dati si sono attestati a 1,65 miliardi e al -0,62%. Nonostante le tensioni politiche, lo spread Btp-Bund ha segnato una contrazione di oltre 5 punti percentuali a 116 punti base.

Buone nuove sono arrivate anche dal Fondo monetario internazionale che ha annunciato di aver incrementato le stime sull’andamento dell’economia mondiale sia per quanto riguarda il 2020 che sul 2021. (in collaborazione con money.it)

Banca Mediolanum, a dicembre 1,4 mld volumi commerciali: 2020 da record  

Milano, 11 gen. (Adnkronos)

Nel mese di dicembre Banca Mediolanum ha registrato volumi commerciali pari a 1,4 miliardi circa, di cui raccolta netta totale di gruppo 1.083 milioni. Il livello di performance fee realizzate nell’anno, incluso quanto già contabilizzato nel corso del 2020, ammonta a 154 milioni.

“Con i fortissimi flussi del mese di dicembre, che ha visto i volumi commerciali raggiungere gli 1,4 miliardi di euro, concludiamo questo 2020 con il record di 10,9 miliardi complessivi”, afferma Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum. “La raccolta netta totale ha raggiunto il massimo storico di 7,7 miliardi, crescendo del 90% rispetto al 2019, mentre la raccolta in risparmio gestito è stata pari a 4,1 miliardi, in aumento del 39%. Sul fronte dei crediti alla clientela siamo riusciti a incrementare del 15% i risultati raggiungendo un erogato record di oltre 3 miliardi, mantenendo inalterata la qualità del portafoglio”.

Anche i premi protezione “hanno toccato i massimi con oltre 136 milioni nel 2020, in aumento del 29%, in linea con gli obiettivi che ci siamo prefissati per questa strategica linea di business”. Conclude Doris: “L’anno si chiude in forte accelerazione: il solo mese di dicembre ha visto l’ingresso nel Gruppo di 370mila nuovi clienti, anche grazie a Flowe, portando la base complessiva di clientela ad oltre 2 milioni, il 50% in più rispetto alla fine del 2019. Questo getta le basi per il nostro lavoro nel 2021, su cui nutro aspettative ambiziose”.

Finanza online e coronavirus, i numeri 

Finanza online e coronavirus, i numeri

(Fotogramma)

Pubblicato il: 10/11/2020 15:31

In Italia, Spagna e Regno Unito ben oltre l’80% della popolazione digitale ha avuto accesso a un sito web o un’app di finanza digitale nell’agosto 2020. E’ il quadro delineato dalla più recente edizione di Comscore Snapshot, che esamina il consumo di servizi finanziari in Europa.

Nella maggior parte dei mercati, tuttavia, l’incertezza economica dovuta alla pandemia COVID-19 sembra aver avuto un impatto negativo sulla base annua di visite a questa specifica categoria di siti. L’Italia è in controtendenza con il 6,6% in più di utenti che usufruiscono di questi servizi, rispetto all’utilizzo dell’anno precedente.

La finanza online è un settore molto affollato: banche tradizionali (come BNP Paribas in Francia, Sparkassen-Finanzgruppe in Germania e così via) e giovani startup (come Klarna, Monzo o Revolut) competono per conquistare una fetta di mercato. Di conseguenza, molte entità hanno raggiunto una quota dell’1% o più del pubblico. Meno – ma ancora un numero significativo – hanno raggiunto oltre il 5% del pubblico, ovvero uno su venti consumatori digitali. Non è chiaro se il mercato europeo possa sostenere un numero così elevato di attività nella finanza online. È probabile che l’incertezza economica causata dalla pandemia porterà a un certo consolidamento tra questi attori nei prossimi anni.

Rispetto alla regione dell’Asia Pacifica, in Europa le banche fisiche e le entità finanziarie dominano il panorama della finanza al consumo. Tra i player digitali puri, Paypal è probabilmente quello di maggior successo.