Borsa: Piazza Affari chiude tonica, le notizie dalla Francia spingono Moncler 

L’ottava del Ftse Mib si chiude all’insegna degli acquisti

(Afp)

Pubblicato il: 16/10/2020 18:14

La settimana dei listini europei si chiude in deciso territorio positivo. Nonostante le indicazioni in arrivo dal fronte sanitario, che prima o poi sono destinate a tradursi in misure di contenimento, alle borse del Vecchio continente è riuscito un rimbalzo dopo le forti vendite registrate nella seduta di ieri.

A spingere gli acquisti sono anche le indicazioni in arrivo dagli Stati Uniti, dove Pfizer ha detto che potrebbe presentare richiesta per l’uso d’emergenza del suo vaccino alla fine di novembre.

In questo contesto il paniere principale di Piazza Affari, il Ftse Mib, ha terminato in rialzo dell’1,7% a 19.389,68 punti mentre lo spread Btp-Bund è sceso a 128 punti (-6,1%). La palma di top performer va a BPER (+8,1%) che, come del resto anche UniCredit (+0,65%), potrebbe essere coinvolta nel processo di consolidamento del comparto che dovrebbe ruotare intorno a Banco BPM (+2,86%).

Nel comparto industriale segnaliamo il +2,04% di Leonardo, penalizzata nei primi scambi dalla condanna in primo grado dell’Ad Alessandro Profumo per vicende accadute quando il manager ricopriva la carica di presidente di Mps (-2,52%).

Le indicazioni arrivate dalle immatricolazioni di auto, salite dell’1,1% a settembre, hanno permesso a Fiat Chrysler di chiudere con un +4,23%, mentre, grazie ai conti presentati dalla francese LVMH, le azioni Moncler hanno terminato in aumento del 4,1%. (iIn collaborazione con money.it)

Banca Mediolanum: a settembre raccolta netta -3 mln, 5,8 mld da inizio anno 

Banca Mediolanum: a settembre raccolta netta -3 mln, 5,8 mld da inizio anno

Pubblicato il: 08/10/2020 14:43

Lo scorso settembre Banca Mediolanum ha registrato una raccolta netta negativa per 3 milioni di euro. La raccolta netta in risparmio gestito è stata positiva per 216 milioni, di cui quella in fondi e gestioni è stata per 197 milioni. La raccolta di risparmio amministrato è stata negativa per 219 milioni. Da inizio anno la raccolta è stata di 5,8 miliardi, in netto aumento dai 2,5 miliardi dello stesso periodo del 2019.

Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, ha spiegato che “anche questo mese la raccolta in risparmio gestito è proseguita a ritmo sostenuto, con 216 milioni ancora una volta in prevalenza indirizzati verso soluzioni azionarie. Settembre è sempre influenzato da una marcata attività bancaria in uscita, soprattutto per chi come noi è la banca di principale riferimento per i propri clienti”.

In ogni caso, ha sottolineato, “il risparmio accumulato nella prima parte dell’anno si sta comunque dimostrando altamente resiliente, considerando che solo in questo mese sono scaduti vincoli in conti deposito per oltre 900 milioni. Ciò evidenzia quanto i clienti siano soddisfatti del nostro modello e pone solide basi alla sana crescita organica degli asset. Continuano incessanti anche l’erogazione di mutui e prestiti alla clientela e la raccolta in polizze a protezione dei grandi rischi, portando il totale dei volumi commerciali nei primi 9 mesi a oltre 8 miliardi di euro. Altro dato significativo è l’acquisizione: 12mila nuovi clienti nel mese di settembre, 105mila da inizio anno”.

Borsa, Basilico (Samhita): “Bolla sul comparto tech, preoccupante peso settore su listini” 

Borsa, Basilico (Samhita): Bolla sul comparto tech, preoccupante peso settore su listini

Paolo Basilico, fondatore della holding di investimenti Samhita Investments

Pubblicato il: 02/10/2020 13:14

C’è una bolla sui titoli del settore tecnologico quotati sulla piazza finanziaria statunitense. Ed è pronta a scoppiare. Trascinando al ribasso i listini che ha contribuito a gonfiare. L’unica incognita della bolla è quando scoppierà, lasciando bruciati gli investitori che non saranno abbastanza rapidi da uscire dal mercato. Ma uno storno dei listini, potenzialmente anche superiore al 20%, potrebbe essere auspicabile e salutare, visto che l’azionario sale da dieci anni, drogato dagli interventi delle Banche centrali. E’ lo scenario delineato da Paolo Basilico, fondatore della holding di investimenti Samhita Investments. Basilico dopo aver lavorato, fra le altre, in Mediobanca e in Giubergia Warburg Sim, nel 1989 ha fondato il gruppo Kairos, diventato una delle principali società di gestione del risparmio sul mercato italiano. Nell’aprile 2019 ha lasciato il gruppo, fondando Samhita Investments, ed è anche presidente della Fondazione Oliver Twist Onlus, organizzazione per la promozione di interventi a favore di bambini e giovani in difficoltà.

“Sì”, spiega Basilico intervistato dall’Adnkronos, la bolla sul comparto tecnologico statunitense c’è e “alcuni fenomeni a cui stiamo assistendo mi ricordano incredibilmente il 1998-99 con la bolla dei titoli dot-com”. In più questa volta “c’è una concentrazione non solo settoriale ma anche di titoli, visto che i primi sei ‘cubano’ per oltre il 22% del listino americano. Una cosa mai vista prima e francamente preoccupante”. Il problema delle bolle finanziarie è che non sono difficili da identificare, ma è impossibile stimarne la durata. E chi esce troppo presto rischia di veder sfumare guadagni potenzialmente consistenti. La bolla attuale, continua Basilico, è “una combinazione di liquidità immessa dalle Banche centrali e aspettative di crescita del mondo digitale, accelerate dalla pandemia. Nessuna delle due durerà per sempre. Sappiamo quindi come finirà, ma non quando finirà”.

Una situazione, quella attuale, figlia di condizioni inaspettate. “Tutto quello che è successo nel 2020 appartiene alla sfera dello straordinario”, iniziato con la diffusione della pandemia di coronavirus, il lockdown che ha bloccato l’economia e uno dei crolli più violenti dei mercati. Seguiti, sottolinea Basilico, da un intervento delle Banche centrali, “veemente e fortunatamente immediato”, che però “ha artificiosamente fatto risalire le quotazioni, portandole ben oltre quello che sarebbe stato lecito attendersi in base alla situazione economica”, con il Pil statunitense che nel 2020 dovrebbe calare del 3,7% e dell’8% nell’Eurozona.

E in queste settimane la tensione sui mercati è elevata, come lo è la volatilità. “Sebbene gli investitori siano tornati a pagare valutazioni come se il Covid non esistesse, in realtà sanno benissimo che la situazione è molto difficile e che senza il supporto delle politiche monetarie e fiscali ci sarebbe un nuovo crollo, perfino più pesante di quello di marzo”, spiega Basilico. Gli investitori vivono in un “costante senso di allerta” e la convinzione a rimanere sul mercato azionario è “debole e fragile”, condizioni che creano brusche correzioni. Al contrario è “forte la consapevolezza che le valutazioni di molti titoli, in particolare nel settore della tecnologia, non abbiano legami con la redditività delle aziende. Si chiama bolla, e non è la prima volta che la viviamo”.

Vista la situazione, i mercati potrebbero subire un crollo drammatico, “anche più di un 20%”. Ma che, forse, “sarebbe una correzione per certi aspetti anche auspicabile, almeno in America e in alcuni settori di mercato”, per riportare i prezzi a valori più corrispondenti alla realtà. Ma se ci sono comparti che viaggiano a prezzi gonfiati, per il fondatore di Samhita Investments “ci sono molti settori e titoli a prezzi da saldo, totalmente fuori dal radar del mercato. Parlo del settore finanziario, del retail, dell’immobiliare commerciale, dell’energia tradizionale, perfino delle utilities. In questo campo è possibile trovare dei buoni affari”.

A soffiare sul fuoco delle tensioni ci sono, nel breve termine, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 3 novembre, che saranno “il primo vero test sulla tenuta dei mercati e della sostenibilità di questo trend rialzista”, con il presidente Donald Trump, ora risultato positivo al Cronavirus, che ripete che non potrà garantire una pacifica transizione del potere in caso di elezione dello sfidante Joe Biden. Uno scenario, dice Basilico, “sinceramente terrificante, non solo per gli investitori ma per tutti i cittadini che credono al modello della democrazia e che continuano a vedere negli Stati Uniti un faro, una guida per il mondo”.

In una situazione normale, continua Basilico, con le Borse che anticipano quello che è previsto accadere nei mesi successivi, “avremmo già dovuto vedere debolezza e vuoti d’aria sui mercati. Non è successo perché le aspettative di un ulteriore intervento di sostegno sono forti e, per il momento, prevalgono sui timori politici”. In ogni caso, avverte, “non è detto che questa calma possa tenere in caso di contestazioni sul voto. È bene quindi essere molto prudenti nelle prossime settimane”.

I mercati intanto si sono abituati alle misure di sostegno delle Banche centrali. Gli interventi a supporto dell’occupazione e delle aziende o famiglie indebitate, sottolinea Basilico, “hanno un’altra faccia della medaglia: quella della repressione finanziaria. I rendimenti dei titoli di Stato, quelli cosiddetti privi di rischio, sono stati azzerati o addirittura spinti in territorio negativo”, con l’obiettivo di “combattere la tendenza al risparmio e di favorire le attività produttive e il capitale di rischio”.

Ed ora, con i mercati assuefatti, è difficile ora tornare indietro. A meno di rischiare pesanti crolli e ripercussioni sull’economia reale. “Devo dire che non vorrei essere davvero nei panni di un banchiere centrale oggi”, scherza Basilico. “Da un lato è chiamato a sostenere l’occupazione e l’economia attraverso misure mai utilizzate prima e che possiamo definire, con un termine medico, sperimentali”. Dall’altro lato “deve impedire che questi aiuti diventino assistenzialismo, che gli interventi provvisori ed emergenziali diventino permanenti. Un sentiero davvero strettissimo”. (di Marco Barboni)

Bper, Consob approva prospetto aumento capitale da 802 mln  

Bper, Consob approva prospetto aumento capitale da 802 mln

Pubblicato il: 01/10/2020 21:03

La Consob ha approvato il prospetto informativo relativo all’offerta e all’ammissione a quotazione delle azioni rivenienti dall’aumento di capitale da 802 milioni di euro varato da Bper, che servirà ad acquistare le 532 filiali di Intesa SanPaolo. Per l’aumento, ricorda il gruppo in una nota, saranno emesse 891.398.064 azioni ordinarie Bper da offrire in opzione agli azionisti e ai titolari delle obbligazioni convertibili nel rapporto di 8 nuove azioni ogni cinque diritti di opzione posseduti al prezzo di 0,90 euro per azione. L’esercizio dei diritti partirà il 5 ottobre (lunedì prossimo) per concludersi il 23.

Bacardi, continua guerra su eredità 

Bacardi, continua guerra su eredità

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Pubblicato il: 01/09/2020 14:21

Continuano le azioni legali degli eredi Bacardi. Monika Bacardi, vedova del defunto Don Luis Bacardi, ha depositato lo scorso 13 agosto domanda di reintestazione a nome dei legittimi titolari dei diritti di fondazione e delle azioni di Rantex Anstalt e Arateo Anstalt, le due società che formalmente detengono le azioni Bacardi, insieme ai portafogli e ai conti bancari intestati al Trust Bastille. Come legittimi titolari dei beni sono indicati gli esecutori testamentari di Don Luis Bacardi e il Will Trust, costituito per sua ultima volontà.

La richiesta, fatta con l’assistenza dello studio legale Lextray, arriva sulla scorta dell'”Atto di riconoscimento di altri beni nella disponibilità degli esecutori testamentari del defunto Lord Luis Bacardi e del Will Trust costituito per sua ultima volontà” che è stato stipulato il 6 agosto di fronte a un notaio del Principato di Monaco e a un notaio lussemburghese, “alla luce della evidente e incontestabile nullità ed inesistenza del Trust Bastille”, spiega una nota.

“La mia richiesta giunge dopo 18 anni di azioni illegittime ed illegali da parte del Trust Bastille, che è stato costituito ed ha agito ripetutamente contro la volontà del mio defunto marito Don Luis Bacardi, appropriandosi indebitamente di questi asset e operando impunemente grazie al sistema che ruota intorno al Principato del Liechtenstein”, spiega ancora Monika Bacardi.

Leonardo Del Vecchio resta Paperone di Borsa 2020 

Leonardo Del Vecchio resta Paperone di Borsa 2020

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Pubblicato il: 14/08/2020 19:21

Per l’ottavo anno consecutivo è Leonardo Del Vecchio il ‘Paperone’ di Borsa, con 18,94 miliardi di euro, seguito in seconda e terza posizione rispettivamente dalle famiglie Agnelli-Elkann-Nasi e dai coniugi Miuccia Prada e Patrizio Bertelli. Sono questi i risultati della tradizionale graduatoria stilata da MF-Milano Finanza e in edicola da domani in versione integrale, che analizza il patrimonio borsistico dei primi 500 ‘Paperoni’, un patrimonio che quest’anno, a causa delle conseguenze del Covid, perde circa il 10% rispetto al 2019, passando da 130 a 119 miliardi.

La dinastia torinese (con 6,886 miliardi) nella classifica 2020 sale dunque dal terzo al secondo posto del podio, proseguendo il trend di crescita evidenziato già nell’edizione 2019, nonostante un calo in valore delle partecipazioni considerate del 14,4%. Il duo Prada-Bertelli guadagna invece quattro posizioni (6,696 miliardi), con una crescita del 17,5% che ha contrastato la diminuzione subita dalla seconda metà di febbraio a metà marzo, data a partire dalla quale il titolo (quotato sul listino di Hong Kong) ha registrato una progressiva ripresa.

In quarta e quinta posizione altri due Paperoni il cui patrimonio borsistico ha registrato una crescita: Luca Garavoglia (+2,8%, a 6,466 miliardi), che da azionista di riferimento di Campari ha beneficiato di una progressiva campagna di crescita per acquisizioni condotta negli ultimi anni dal management, e Gustavo Denegri, presidente di Diasorin e uno dei grandi azionisti della società, che guadagna tre posizioni rispetto al 2019 (+60,5%, a 5,324 miliardi).

Al sesto posto (5,217 miliardi) c’è poi Stefano Pessina, che di recente ha annunciato l’intenzione di lasciare la posizione di Ceo di Walgreens Boots Alliance appena sarà individuato il nuovo manager che ricoprirà il ruolo. Al settimo i fratelli Benetton, che escono dal podio (erano secondi nel 2019) e vedono calare le consistenze borsistiche, tra cui Atlantia, del 41,4%, a 4,589 miliardi di euro. I Benetton pagano anche la diversificazione (a livello borsistico) in segmenti legati al trasporto, inficiato inevitabilmente dagli effetti del lockdown.

In ottava posizione Susan Holland (4,077 miliardi), grazie alla cavalcata in borsa di Amplifon (+30,1%), di cui è azionista di maggioranza. Al nono posto i fratelli Gianfelice e Paolo Rocca (Tenaris) il cui patrimonio ha registrato una flessione legata, tra gli altri motivi, all’annus horribilis per l’acciaio, registrando un calo del 56,2%, a 3,550 miliardi. In decima posizione Piero Ferrari (2,976 miliardi), figlio del fondatore del marchio del Cavallino rampante di cui quest’anno ricorre il 32esimo anniversario della morte. La famiglia Berlusconi si trova in 12esima posizione con 2,62 miliardi (-18,5%, era nona nel 2019).

L’energia pulita, infine, soffia a favore delle famiglie Garrone e Mondini (Erg) che salgono in 16esima posizione (erano ventesimi) a 1,942 miliardi (+19%), così come accade per Federico Falck (Falck Renewables), che guadagna 7 posizioni, piazzandosi in 27esima, con una quota borsistica di 0,97 miliardi (+33%).

Atlantia, trattativa con Partners Group per cessione 49% Telepass 

Atlantia, trattativa con Partners Group per cessione 49% Telepass

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Pubblicato il: 07/08/2020 20:37

Il Cda di Atlantia ha deliberato di avviare una trattativa in esclusiva, fino al 30 settembre 2020, con il gestore globale di investimenti “private” Partners Group per la cessione di una partecipazione del 49% di Telepass. Lo comunica il gruppo spiegando che “la decisione di aprire il capitale di Telepass avviene nel contesto di un processo competitivo per la selezione di un partner che possa affiancare Atlantia nel percorso di sviluppo di Telepass, con l’obiettivo di continuare ed accelerare la trasformazione della società da leader italiano nella riscossione del pedaggio elettronico ad una piattaforma paneuropea di molteplici servizi per le ‘persone in movimento’, rivolta sia al mercato consumer sia al B2B”.

Quotata alla Borsa svizzera Partners Group è presente in 20 Paesi, con oltre 96 miliardi di dollari di asset in gestione e oltre 136 miliardi investiti in ‘private markets’ a livello globale per conto dei propri clienti. La compagnia serve un’ampia gamma di investitori istituzionali, sovereign wealthfunds, family offices e individui a livello globale.

Il closing dell’operazione – ricorda Atlantia – “è soggetto alla finalizzazione della documentazione contrattuale e all’avverarsi di alcune condizioni sospensive tra cui il rilascio delle necessarie autorizzazioni previste dalla normativa.

Ubi banca, dimissioni Massiah con decorrenza immediata 

Ubi banca, dimissioni Massiah con decorrenza immediata

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Pubblicato il: 03/08/2020 16:45

Avranno decorrenza “immediata” le dimissioni del ceo di Ubi banca, Victor Massiah. Lo rende noto un comunicato della banca. Il consigliere delegato ha informato il cda delle proprie dimissioni in occasione della riunione per la semestrale: sono motivate dalla “radicale modifica della compagine azionaria della banca”.

“Il mio annuncio è che lascerò la società questa sera, è stato bello”, le parole di Massiag dopo il successo dell’opas di Intesa SanPaolo su Ubi al termine della conference call degli analisti per i conti del semestre. “Volevo cogliere l’opportunità per dare un abbraccio e un arrivederci agli analisti che ci hanno seguito in questi anni, per me è stato un onore e un piacere”, ha detto il ceo di Ubi. “Grazie mille per tutto”.

Maire Tecnimont, nel semestre utile di 18,9 mln (-64%): ordini in aumento  

Maire Tecnimont, nel semestre utile di 18,9 mln (-64%): ordini in aumento

Immagine di archivio (Fotogramma)

Pubblicato il: 29/07/2020 15:50

Maire Tecnimont chiude il primo semestre dell’anno con un utile netto di 18,9 milioni di euro, in calo del 64,4% su base annua. Escludendo dall’utile del periodo gli effetti temporanei espressi dalla valutazione dei contratti derivati in essere, l’utile rettificato del semestre sarebbe stato di 25,6 milioni e quello dei primi sei mesi del 2019 di 51,1milioni, con un calo del 49,9%.

Il risultato operativo del gruppo di ingegneria impiantistica quotato a Piazza Affari ammonta a 49,5 milioni, in decremento del 40,3%, e l’Ebitda si attesta a 73,3 milioni, in calo del 31,5%, con una marginalità stabile al 6%. I ricavi ammontano a 1.216 milioni, in flessione del 27,7%

La posizione finanziaria netta a fine giugno mostra un indebitamento netto di 260,6 milioni, in miglioramento di 84,3 milioni nel secondo trimestre. Con le acquisizioni del primo semestre, pari a 1.768,3 milioni, in aumento rispetto agli 1,4 miliardi dello stesso periodo del 2019, il portafoglio ordini ammonta a fine giugno a 6.703 milioni.

Banca Mediolanum, nel primo semestre utile netto in calo a 150,5 mln 

Banca Mediolanum, nel primo semestre utile netto in calo a 150,5 mln

Pubblicato il: 29/07/2020 13:50

Banca Mediolanum chiude il primo semestre dell’anno con un utile netto di 150,5 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 171,3 milioni dello stesso periodo del 2019, essenzialmente per effetto del forte calo dei mercati nel primo trimestre a causa della crisi sanitaria. Il gruppo registra una tenuta del margine operativo, pari a 193,2 milioni contro i 196,2 milioni dello scorso anno, e la crescita del margine di contribuzione, passato da 512,3 milioni a 518,6 milioni, principalmente per il contributo della raccolta in risparmio gestito.

Il Common Equity Tier 1 Ratio al 30 giugno si attesta al 19,3%, confermandosi uno dei più alti tra i gruppi bancari italiani.

Il cda della banca ha poi preso atto del provvedimento di Banca d’Italia che raccomanda a tutte le banche di astenersi fino al primo gennaio 2021 dal pagare dividendi relativi agli esercizi 2019 e 2020. Il gruppo ha quindi deciso che non procederà al pagamento del saldo del dividendo 2019 con conseguente passaggio dell’importo a riserva disponibile.

Il totale delle masse gestite e amministrate di Banca Mediolanum ha raggiunto 85,4 miliardi, in aumento del 6% rispetto al 30 giugno 2019 e dell’1% rispetto alla fine del 2019, per il parziale recupero dei mercati nel secondo trimestre e al positivo contributo della raccolta netta. La raccolta netta totale è stata positiva per 5 miliardi, mentre la raccolta netta gestita ha raggiunto 2,08 miliardi, in forte crescita rispetto allo scorso anno. Positivo è stato inoltre l’impatto della promozione sui conti di deposito sviluppata nel primo trimestre.

Gli impieghi alla clientela retail del gruppo si attestano a 11,09 miliardi milioni, in crescita del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre l’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale crediti in Italia è pari allo 0,64%.

I crediti erogati nel corso del semestre ammontano a 1, 36 miliardi, l’8% in più rispetto all’anno precedente. I premi assicurativi delle polizze protezione, inoltre, hanno raggiunto 59,6 milioni nel semestre, con la nuova produzione delle polizze non legate al credito in crescita del 110% rispetto al 2019. Il numero di family banker si attesta a 5.316 ed è di 1,49 milioni il totale dei clienti alla fine di giugno.