Coronavirus: il 2020 si chiude con 19.316 imprese in più, il saldo più basso dal 2013 

Roma, 2 feb. (Labitalia)

Al 31 dicembre 2020, secondo la rilevazione Movimprese di Unioncamere/Infocamere, in Italia c’erano 6.078.031 imprese, con un saldo ancora positivo, pari a +0,32%, tra le imprese nate durante l’anno (292.308 iscrizioni) e quelle morte (272.992 cessazioni al Registro delle imprese nel 2020). Insomma, il 2020 si chiude con 19.316 imprese in più. Un dato che è il più basso dal 2013 quando le nuove imprese conteggiate furono 12.681. Nel 2019 invece il saldo attivo è stato pari a 26.629 imprese. Certo, quasi 20.000 imprese in più è comunque un dato che indica, per ora, una certa resilienza del nostro sistema produttivo, in uno scenario caratterizzato, come la stessa rilevazione Movimprese, precisa “da una diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia”.

Il dato, dicono gli analisti economici, potrebbe però subire un tracollo con le rilevazioni del primo trimestre del 2021. E questo per due ragioni: una ‘storica’, vale a dire che chi deve chiudere un’impresa normalmente lo fa nel 1° trimestre dell’anno, e la seconda, per una ragione contingente. I supporti, i ristori, i bonus e la cig per Covid, abbinati al blocco dei licenziamenti, hanno sicuramente ‘congelato’ le cessazioni mentre qualche nuova apertura, pur nella difficoltà del momento, ha continuato a esserci. Non a caso, infatti, le cessazioni nell’analisi Movimprese nel 2020 hanno fatto segnare un calo del 16,4% e 272.992 imprese che hanno chiuso sono in assoluto la cifra più bassa dal 2006. Insomma, potrebbero esserci, tra le imprese attive, malati gravi ma tenuti in vita con la respirazione artificiale.

Altri segnali di crisi, destinata ad aggravarsi, si colgono nei territori. Il tasso di crescita calcolato sulla variazione tra iscrizioni e cessazioni in relazione allo stock di imprese presenti, è a fine 2020 negativo per 9 regioni su 20: Piemonte (-0,23%), Valle d’Aosta (-0,02%), Veneto (-0,38%), Friuli Venezia Giulia (-0,58%), Liguria (-0,24%), Emilia Romagna (-0,49%), Toscana (-0,07%), Marche (-0,58%), Molise (-0,40%). A fine 2019 il tasso era negativo invece solo per 6 regioni. E alcune regioni come il Veneto avevano un tasso positivo nel 2019 (+0,03%) e sono passate a uno col segno meno, così come la Toscana è passata da 0,10% del 209 a -0,07% del 2020.

Alcune regioni sembrano aver dato prova di maggiore resilienza: in Lombardia sono state iscritte nel Registro imprese 48.043 nuove società: a fronte di 45.205 cessazioni, il saldo è attivo di 2.838 ditte e porta il totale delle aziende presenti in Lombardia a sfiorare quota 950 mila (949.399 per l’esattezza). Meglio della Lombardia hanno fatto, in termini di variazione con il segno più, Lazio (6.801 nuove imprese), Campania (6.480), Sicilia (3.636) e Puglia (3.033). Ma, avverte Unioncamere, la significativa riduzione, a livello generale, delle iscrizioni di nuove società e delle cancellazioni “suggerisce cautela. Per stabilire l’entità degli effetti prodotti nel 2020 dalla crisi pandemica sarà utile attendere i dati del primo trimestre 2021: tradizionalmente molte comunicazioni di chiusura dell’attività inviate al Registro delle imprese negli ultimi giorni vengono statisticamente conteggiate in quello successivo”.

A soffrire di più è stato il Nord Est, che ha chiuso il 2020 con 4.200 imprese in meno, mentre le altre tre circoscrizioni Nord Ovest, Centro e Sud e Isole, hanno contribuito a mantenere il saldo attivo. In quanto ai settori, si difendono bene costruzioni (832.872 aziende a fine 2020) che hanno guadagnato 10.180 imprese, immobiliare, attività professionali, scientifiche e tecniche. Nel censimento Movimprese reggono anche le attività di alloggio e ristorazione (461.244 lo stock totale a fine 2020), con +6.217 imprese, ma i dati peggiori per questo settore si vedranno alla fine del 1° trimestre.

Costruzioni e digitale sembrano dunque i comparti destinati a sostenere le opportunità di un’occupazione nel primo trimestre 2021, anche se si prospetta una brusca frenata su base annua. Riguardo ai settori, il più colpito dalle cessazioni è stato il commercio: a fine 2020 lo stock complessivo di aziende commerciali era di 1.497.862, ben 4.386 in meno rispetto al 2019. Anche l’agricoltura, silvicoltura pesca (735.466 imprese a fine 2020) ha perso 4.258 aziende; il manifatturiero (548.565) ne ha perse 3.981 (Mariangela Pani).

Coronavirus: nel post Covid analista predittivo aiuta le aziende e monetizza i dati 

Roma, 2 feb. (Labitalia)

Per ripartire nel post emergenza sanitaria bisogna puntare sul digitale, in particolare modo sull’analisi predittiva: un segmento tecnologico che, secondo una recente indagine di Allied Market Research pubblicata su Globenewswire, avrà un vero e proprio boom nel post Covid, raggiungendo i 645,58 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita annuo del 25,2%. Un trend positivo che interesserà settori trasversali, dal turismo al medicale fino ad arrivare all’edilizia, e che, viste le premesse, potrebbe tramutarsi in un vero e proprio boom. Allied Market Research segnala, infatti, che l’emergenza sanitaria ha spinto il 72% delle aziende a livello globale a puntare sull’analisi predittiva come metodo di ingaggio degli utenti e monetizzazione

L’analista predittivo è la figura professionale che usa le tecniche di ‘data mining’ quelle cioè che utilizzano dati, algoritmi, statistiche e tecniche di machine learning per individuare la probabilità di risultati futuri basandosi sui dati storici. Sarà una figura sempre più centrale nello scenario post Covid e molte aziende vi ricorreranno per risolvere problemi difficili e scoprire nuove opportunità. I vantaggi di avere un analista predittivo sono molteplici: il rilevamento e la prevenzione delle frodi telematiche e non, un più efficiente uso del marketing e della promozione aziendale, l’ottimizzazione della produzione e della distribuzione. Molte aziende, ad esempio, utilizzano i modelli predittivi per gestire e smaltire le rimanenze di magazzino. Le compagnie aeree utilizzano l’analisi predittiva per determinare i prezzi dei biglietti. Gli hotel cercano di prevedere il numero di ospiti per una determinata notte in modo da massimizzare la percentuale di occupazione e aumentare i ricavi. L’analisi predittiva consente, insomma, alle organizzazioni di funzionare in modo più efficiente.

“Sfruttare l’analisi predittiva -spiega Graziella Di Filippo, ingegnera abruzzese che ha realizzato ‘Portale Bonus 110’ che sfrutta la predittività dei Big Data per creare una rete virtuale accessibile a tutti, incrociando domanda e offerta- rappresenta senza ombra di dubbio la nuova frontiera della monetizzazione dei dati e può aiutare molte imprese nella ripresa dal Covid”.

“Un modello di marketing che si può applicare perfettamente anche al mondo dell’edilizia -aggiunge Di Filippo- ed è per questo motivo che ho realizzato Portale Bonus 110, un progetto unico nel suo genere che si avvale della Folksonomia, ovvero della costruzione di un ecosistema di dati basato su dei Tag, realizzato dagli utenti e che genera un sistema di autovalutazione. Si viene a creare in questo modo un’esperienza collettiva che rappresenta il risultato dei comportamenti e delle azioni degli utenti commesse sul Portale e viene utilizzata per creare la miglior comunicazione possibile allo scopo di aumentare gli iscritti sulla piattaforma con il maggior dettaglio degli immobili registrati dai committenti e fare in modo che tutti abbiano un comportamento virtuoso nei confronti degli altri. Abbiamo registrato una crescita del portale del 300% in soli 30 giorni grazie alla predittività, segno che il modello funziona”.

La produttività, infatti, rappresenta l’utilizzo strategico dei set di dati dei clienti esistenti per identificare i modelli e anticipare i comportamenti futuri, le tendenze di vendita e i risultati di marketing. Le organizzazioni che fanno leva sulle strategie di marketing predittivo, infatti, hanno il 64% di possibilità in più di attrarre il pubblico desiderato: lo ha rilevato un’indagine di Market Insider pubblicata su Fox Business. La raccolta dei dati dei clienti per migliorare i futuri sforzi di marketing non è di per sé una pratica nuova, ma le strategie moderne adoperano algoritmi di apprendimento automatico e di intelligenza artificiale per elaborare volumi di informazioni precedentemente inimmaginabili.

Le aziende che utilizzano questi sistemi, infatti, possono sfruttare i database aggregati dei profili dei clienti e dei fornitori e arricchire i lead, analizzando le prestazioni del programma. L’esempio più lampante è rappresentato dai siti di e-commerce, cresciuti in maniera esponenziale durante il lockdown: +158% secondo un’indagine pubblicata su Cnn. E in Italia, segnala l’Osservatorio eCommerce B2C 2020, sono cresciuti gli acquisti di prodotto (+31%) ma calati fortemente i servizi (-47%). Per cui , quando gli utenti inseriscono un prodotto nel carrello, un modello predittivo fa un analisi che incorpora la storia degli acquisti rispetto ai record anonimi di acquirenti con preferenze simili e suggeriscono il prodotto interessato. Tattica estremamente utile anche in un’ottica B2B.

Badon (Assocalzaturifici), ‘non abbiamo bisogno di ristori ma di aiuti per vendere scarpe all’estero’ 

Roma, 1 feb. (Labitalia)

“Non è che noi abbiamo bisogno di ristori, ma di aiuti per poter portare i nostri produttori in giro per il mondo a vendere scarpe. Si parla tanto del passaporto vaccinale, si è parlato di corridoi verdi, di accordi per permettere di restare 120 ore dal loro ingresso nel Paese con i tamponi, però non c’è ancora una soluzione”. Così, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Siro Badon presidente di Assocalzaturifici. “Noi – ammette – non dobbiamo mai dimenticare le dimensioni dell’azienda media, che non era preparata al digitale. Certo, stiamo facendo di tutto, attraverso i webinar, per aiutare i nostri associati ad investire nel digitale, ma non è un’operazione che si fa dall’oggi al domani”.

“E’ una cosa – ammette – da pianificare, da investire, da preparare, nella speranza di avere i frutti fra qualche tempo. Ma nel frattempo le aziende sono in una situazione veramente preoccupante, perché noi stiamo rischiando di perdere delle tradizioni, delle filiere”. Il Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici ha rilevato perdite collegate “al fatto che le persone non escono di casa”, riferisce. “Non si spende: i negozi sono aperti – avverte – ma le strade e i centri delle città rimangono comunque vuoti. Non si acquistano scarpe classiche, ma pantofole e, nel campo dell’abbigliamento, tute e felpe da indossare a casa. La gente non compera per mettere le cose dentro gli armadi, ma al contrario preferisce aspettare magari comperando qualcosa in saldo, ma i negozi hanno bisogno di ben altro”.

Riferendosi al Micam 2021, che dovrebbe tenersi fra il 21 e il 23 marzo prossimi, Siro Badon rimarca che “il dpcm scade il 5 marzo, da lì vedremo cosa ci diranno. Certo, 15 giorni sono molto pochi per organizzare una fiera, per questo mi auguro che si prendano delle decisioni in tempo utile per organizzarla”. “Comunque, sono convinto – rimarca – che a settembre il sole tornerà a brillare. Vaccini o non vaccini, il settore deve andare in giro per il mondo con il prodotto made in Italy”

“Questa pandemia – commenta – non ha fatto altro che accelerare di almeno 10 anni quello che già era in corso. Mi riferisco soprattutto alla digitalizzazione che ha portato a uno sconvolgimento incredibile di quello che è il ‘fare commercio’, il ‘fare vendite’ nel mondo”.

“La situazione – afferma – in cui si è trovato il settore calzaturiero, e quello manifatturiero in generale, è sicuramente particolare. L’ultima manifestazione l’abbiamo organizzata noi con Micam un anno fa. Tempo il conclamarsi dell’epidemia, abbiamo assistito alla chiusura dei negozi, delle frontiere, con la conseguente impossibilità di fare campagna vendite e andare in giro per il mondo”.

“In pratica – sottolinea – chi aveva da consegnare dei prodotti non ha potuto farlo perché i negozi erano chiusi, chi li aveva consegnati gli sono tornati indietro. La gran parte degli ordini effettuati durante il Micam sono stati stornati. Così l’associazione, con webinar e formazione on line, ha cercato di portare i nostri associati e l’intero comparto verso la digitalizzazione”.

“Lo scorso mese di settembre – ricorda Badon – è partita la collaborazione con la piattaforma internazionale americana NuOrder. Questa piattaforma ha sede a Los Angeles e uffici in tutto il mondo compreso Milano, collega oltre 2.000 brand e 500.000 buyer. Abbiamo collaborato con una grossa organizzazione di fiere che si chiama Informa Markets e abbiamo fatto una joint venture per portare il Micam in America con ‘MicamAmericas’, punto di incontro per la comunità mondiale del calzaturiero. Informa Markets è il player fieristico internazionale che ha al suo attivo più di 550 eventi B2B legati a industrie di vari settori”.

“Abbiamo poi organizzato – continua il presidente di Assocalzaturifici – Bdroppy, la nuova piattaforma di vendita ai marketplace digitali, con la quale i marchi italiano possono raggiungere migliaia di dropshipper per vendere i propri prodotti a milioni di consumatori, in pratica per collocare le rimanenze di magazzino in oltre 50 paesi, dall’America all’Inghilterra, dalla Germania alla Spagna”.

“Poi – prosegue – abbiamo cercato di portare i nostri associati verso il digitale. Però prodotti come il nostro hanno bisogno del contatto fisico, del rapporto del dialogo. Verso settembre-ottobre – dice – c’era stata un’inversione di tendenza, ma poi con l’incremento dei dati sulla pandemia siamo tornati di nuovo allo stato di prima. Abbiamo le frontiere chiuse, non siamo in grado di poter esercitare la nostra professione di venditori e di produttori”.

Consulenti lavoro, accolta richiesta su moratoria termini decadenziali cig  

Roma, 1 feb. (Labitalia)

“Si va verso lo slittamento al prossimo 31 marzo del termine per l’invio delle domande di accesso ai trattamenti di cassa integrazione legati all’emergenza Covid-19 e per la presentazione dei modelli SR41 necessari al pagamento e al saldo degli stessi, in scadenza al 1° marzo 2021. La richiesta di introdurre una moratoria generalizzata, avanzata mesi fa dal Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro per individuare un unico periodo di copertura che potesse risolvere l’incertezza normativa creatasi con i numerosi decreti susseguitisi in questi mesi, trova spazio nell’emendamento AC2845 presentato da tutte le forze politiche al decreto legge 183/2020, cosiddetto Milleproroghe, attualmente in discussione presso la I commissione della Camera dei deputati per la conversione in legge, che dovrà avvenire entro il 28 febbraio 2021″. E’ quanto si legge in una nota del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro.

Soddisfazione per questa previsione è stata espressa dalla presidente del Consiglio nazionale dell’ordine, Marina Calderone, che fin dall’inizio della pandemia aveva auspicato una semplificazione dei processi per consentire a imprese e lavoratori una fruizione veloce ed efficace degli strumenti di sostegno al reddito.

“Ci auguriamo – dice – che questa proposta emendativa possa diventare definitiva con la conversione in legge del decreto così da rendere giustizia alle numerosissime situazioni di difficoltà operativa in cui si sono ritrovati gli studi dei consulenti del lavoro nell’ultimo anno, oberati di scadenze e adempimenti e in molti casi anche colpiti dal virus”.

La categoria – ricorda Marina Calderone – ha presentato finora circa il 90% delle istanze di cassa integrazione, dimostrando ancora una volta l’importanza del proprio ruolo sociale. Ringrazio a nome di tutti i consulenti del lavoro, i parlamentari che hanno dimostrato estrema sensibilità e attenzione per l’incredibile situazione creatasi nei nostri studi, dovuta al concatenarsi di provvedimenti farraginosi e legati a scadenze ballerine, che di fatto non ci hanno permesso di operare in condizioni adeguate al contesto emergenziale che stiamo vivendo, impedendo di conseguenza ai lavoratori il diritto alla cig”.

Ora si attende l’ok finale al provvedimento per velocizzare la liquidazione di tutte quelle situazioni ancora bloccate. Da marzo, dunque, i lavoratori potranno ricevere i trattamenti attesi.

Tributaristi, trovare soluzione e poi pensare a emergenza e futuro Paese  

Roma, 1 feb. (Labitalia)

Un appello sentito e carico di importanza sulla crisi di governo, quello che Riccardo Alemanno, nella sua qualità di presidente dell’Istituto nazionale tributaristi (Int) e dell’Osservatorio nazionale sulla fiscalità di Confassociazioni, lancia ai rappresentanti della politica italiana, in questo complesso momento per il Paese.

Così il presidente Alemanno: “E’ necessario trovare rapidamente una soluzione certa e duratura e poi pensare, contestualmente all’emergenza, al futuro del Paese, tante sono le aree su cui lavorare ed incanalare anche le risorse finanziarie che giungeranno dall’Europa, dalla scuola e l’università alle infrastrutture, nonché nei settori del lavoro, della sanità e della giustizia, ma su tali problematiche, alle quali siamo ovviamente interessati, vorremmo ascoltare ed eventualmente sostenere le proposte che saranno presentate, che devono essere presentate quanto prima dalle istituzioni”.

“Noi – sostiene – nell’immediato vogliamo invece focalizzarci, su ciò che meglio conosciamo, la necessaria e non più rinviabile riforma fiscale, dalla quale riteniamo si debba ripartire con convinzione e rapidità, poiché coinvolge tutti i cittadini-contribuenti e non solo il mondo imprenditoriale e professionale ed è sicuramente alla base di ogni altra riforma per il rilancio dell’economia e conseguentemente anche del welfare”.

“Si dovranno affrontare – spiega – con forte determinazione le problematiche che hanno ingessato il Paese, investendo in semplificazione ed in riduzione della pressione fiscale. Il ministero dell’Economia e delle finanze ha già tracciato alcune linee guida, le rappresentanze professionali compreso l’Int hanno predisposto indicazioni di supporto per le istituzioni, ci sono norme già approvate ma che necessitano ancora di interventi come l’assegno unico universale per i figli che dovrebbe costituire un primo investimento per il futuro, poiché la crisi di natalità è il peggiore dei nemici del futuro di una nazione, o la riforma dell’Irpef già all’attenzione del Parlamento, la cui rimodulazione accompagnata da una maggiore equità costituirebbe un aiuto concreto per famiglie e lavoratori siano essi dipendenti o autonomi“.

“Tutto ciò però – avverte – non basta, il Paese deve investire, nella certezza e stabilità delle norme, nell’utilizzo più consapevole, a beneficio dei contribuenti, dei sistemi digitali, nonché in una maggiore attenzione per i giovani sui quali peserà il debito del Paese, affinché l’eredità che lasceremo alle future generazioni non sia costituita solo dalle macerie della nostra incapacità di visione del domani e dall’egoismo che rende sterile ogni progetto per il futuro”.

Noi tributaristi – sottolinea Alemanno – ci siamo come ci sono, con il loro bagaglio di conoscenza, tutte le associazioni di rappresentanza professionale di cui alla legge 4/2013, ma spetta alla politica il primo passo“.

Governo: Fontana (Confindustria Puglia), ‘bene Bonomi su Gualtieri’ 

Bari, 1 feb. (Labitalia)

“La mia posizione, come quella di tutta Confindustria, è chiara: non siamo partitici ma vogliamo una politica seria. E sono d’accordo con il nostro presidente Bonomi sull’importanza del ruolo del ministro Roberto Gualtieri: grazie a lui e al governo Conte, abbiamo ottenuto 209 miliardi dall’Europa”. Lo dice ad Adnkronos/Labitalia Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, aggiungendo: “Ora, però, dobbiamo fare tre cose: 1) presentare un Recovery Plan serio e condiviso con le parti sociali, 2) dobbiamo spendere e rendicontare questi soldi entro il 2026, 3) dovremo spenderli bene, che è la cosa più difficile”. Cose che Fontana auspica si possano fare “o con un governo di unità nazionale o con un governo che ha una maggioranza e un’opposizione: l’importante -dice il leader degli industriali pugliesi- è che si lavori insieme pur nell’esaltazione delle diversità e recuperando lo spirito con cui fu scritta la Costituzione”.

“Dobbiamo porre attenzione al merito, soprattutto in un momento in cui, grazie al Recovery Fund, ci prendiamo un impegno per il futuro, e stiamo facendo un mutuo per i nostri figli e nipoti, non i figli di quelli di destra e di sinistra ma i figli di tutti. Ed è grazie a Roberto Gualtieri e a Conte che abbiamo ottenuto credito in Europa. Gualtieri è la parte buona di questo governo, anche se non l’unica” aggiunge il presidente di Confindustria Puglia. “Ora qualunque governo ci sarà dovrà preoccuparsi di spendere tutto e bene e non con i bonus a pioggia: dobbiamo migliorare il confronto con le parti sociali sul Recovery Plan, fin qui quasi inesistente e decidere come e dove spendere queste risorse”, avverte.

“Il prossimo governo dovrà prendere decisioni fondamentali, sulle infrastrutture, materiali e immateriali come il 5G, sul lavoro, sugli ammortizzatori sociali, sulla formazione. Perché pagare le persone per stare a casa e non formarle? Perché non usare risorse per la formazione?” osserva Fontana. “Dobbiamo prevedere ora le situazioni del futuro, sapendo che partiamo da una situazione catastrofica. Per questo diciamo che, anche nel governo, che ci vuole più Politica, quella con la P maiuscola, e meno populismo”, conclude.

Governo: Fontana (Confindustria Puglia), ‘bene Bonomi su Gualtieri’ 

Bari, 1 feb. (Labitalia)

“La mia posizione, come quella di tutta Confindustria, è chiara: non siamo partitici ma vogliamo una politica seria. E sono d’accordo con il nostro presidente Bonomi sull’importanza del ruolo del ministro Roberto Gualtieri: grazie a lui e al governo Conte, abbiamo ottenuto 209 miliardi dall’Europa”. Lo dice ad Adnkronos/Labitalia Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, aggiungendo: “Ora, però, dobbiamo fare tre cose: 1) presentare un Recovery Plan serio e condiviso con le parti sociali, 2) dobbiamo spendere e rendicontare questi soldi entro il 2026, 3) dovremo spenderli bene, che è la cosa più difficile”. Cose che Fontana auspica si possano fare “o con un governo di unità nazionale o con un governo che ha una maggioranza e un’opposizione: l’importante -dice il leader degli industriali pugliesi- è che si lavori insieme pur nell’esaltazione delle diversità e recuperando lo spirito con cui fu scritta la Costituzione”.

“Dobbiamo porre attenzione al merito, soprattutto in un momento in cui, grazie al Recovery Fund, ci prendiamo un impegno per il futuro, e stiamo facendo un mutuo per i nostri figli e nipoti, non i figli di quelli di destra e di sinistra ma i figli di tutti. Ed è grazie a Roberto Gualtieri e a Conte che abbiamo ottenuto credito in Europa. Gualtieri è la parte buona di questo governo, anche se non l’unica” aggiunge il presidente di Confindustria Puglia. “Ora qualunque governo ci sarà dovrà preoccuparsi di spendere tutto e bene e non con i bonus a pioggia: dobbiamo migliorare il confronto con le parti sociali sul Recovery Plan, fin qui quasi inesistente e decidere come e dove spendere queste risorse”, avverte.

“Il prossimo governo dovrà prendere decisioni fondamentali, sulle infrastrutture, materiali e immateriali come il 5G, sul lavoro, sugli ammortizzatori sociali, sulla formazione. Perché pagare le persone per stare a casa e non formarle? Perché non usare risorse per la formazione?” osserva Fontana. “Dobbiamo prevedere ora le situazioni del futuro, sapendo che partiamo da una situazione catastrofica. Per questo diciamo che, anche nel governo, che ci vuole più Politica, quella con la P maiuscola, e meno populismo”, conclude.

Confindustria: Mattioli confermato alla guida di Anip sino al 2022  

Roma, 1 feb. (Labitalia)

Conferma del mandato al presidente di Anip-Confindustria Lorenzo Mattioli sino al 2022. Lo ha stabilito all’unanimità l’assemblea dell’associazione confindustriale delle imprese di pulizia e servizi integrati riunitasi per tracciare il percorso di Anip in vista delle prossime sfide per il settore e per il Paese.

“L’assemblea ha compiuto una scelta nel segno della continuità – dice Mattioli – e sono onorato di poter guidare ancora Anip sino ai prossimi due anni, consapevole che si tratta di un periodo denso di impegni. Sarà necessario adoperarsi per una emersione e una valorizzazione ancora più marcata del comparto, interloquendo in maniera sempre più propositiva con le istituzioni e gli stakeholder e portando a compimento il percorso per la legge quadro dei servizi”.

“Non meno rilevante – aggiunge – l’obiettivo di contribuire alla ripartenza del Paese proprio grazie all’esperienza e alle capacità maturate dagli operatori del settore che, oggi più mai, hanno compreso il proprio valore. L’esperienza del Covid ha reso evidente il ruolo dei servizi di igiene, pulizia e sanificazione professionale a servizio delle persone, della cura degli spazi, della tutela della salute e del decoro. Intendo continuare su questa strada grazie al supporto fondamentale di tutti gli associati e dell’intera federazione Confindustria Servizi Hcfs”.

Confindustria: Mattioli confermato alla guida di Anip sino al 2022  

Roma, 1 feb. (Labitalia)

Conferma del mandato al presidente di Anip-Confindustria Lorenzo Mattioli sino al 2022. Lo ha stabilito all’unanimità l’assemblea dell’associazione confindustriale delle imprese di pulizia e servizi integrati riunitasi per tracciare il percorso di Anip in vista delle prossime sfide per il settore e per il Paese.

“L’assemblea ha compiuto una scelta nel segno della continuità – dice Mattioli – e sono onorato di poter guidare ancora Anip sino ai prossimi due anni, consapevole che si tratta di un periodo denso di impegni. Sarà necessario adoperarsi per una emersione e una valorizzazione ancora più marcata del comparto, interloquendo in maniera sempre più propositiva con le istituzioni e gli stakeholder e portando a compimento il percorso per la legge quadro dei servizi”.

“Non meno rilevante – aggiunge – l’obiettivo di contribuire alla ripartenza del Paese proprio grazie all’esperienza e alle capacità maturate dagli operatori del settore che, oggi più mai, hanno compreso il proprio valore. L’esperienza del Covid ha reso evidente il ruolo dei servizi di igiene, pulizia e sanificazione professionale a servizio delle persone, della cura degli spazi, della tutela della salute e del decoro. Intendo continuare su questa strada grazie al supporto fondamentale di tutti gli associati e dell’intera federazione Confindustria Servizi Hcfs”.