Vaccino Covid, Ue ad AstraZeneca: “Rispettate il contratto”  

Vaccino Covid, la Ue si aspetta che AstraZeneca rispetti il contratto. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen “ha parlato con il Ceo di AstraZeneca”, Pascal Soriot. Durante la conversazione, von der Leyen “ha chiarito che si aspetta che AstraZeneca rispetti gli obblighi contrattuali” ha spiegato il portavoce capo della Commissione Europea Eric Mamer, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. “Problemi nella produzione possono sempre esserci, ma ci aspettiamo che la compagnia trovi soluzioni”, ha aggiunto.

Cina, in salvo primo dei minatori intrappolati dal 10 gennaio  

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È stato tratto in salvo il primo dei 22 minatori intrappolati dal 10 gennaio a centinaia di metri sottoterra, nella miniera d’oro di Qixia, nella provincia orientale dello Shandong, dopo che un’esplosione ha bloccato l’ingresso al giacimento. Secondo quanto riferito dalla televisione di stato Cctv, l’uomo soccorso non appartiene al gruppo dei dieci minatori con cui era stato stabilito un contatto. L’uomo, estratto attraverso il carrello elevatore di un enorme impianto di perforazione, è apparso sfinito, nelle immagini mostrate dall’emittente.

Aveva bevuto ‘pozione’ anti Covid, positiva ministra Salute dello Sri Lanka 

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La ‘pozione magica’ preparata da uno stregone e da lei pubblicizzata come una ricetta anti Covid non ha funzionato: la ministra della Salute dello Sri Lanka, Pavithra Wanniarachchi, è risultata positiva al coronavirus e si è messa in autoisolamento. Lo hanno reso noto fonti del suo stesso ministero, mentre il governo approvava il via libera all’uso d’emergenza del vaccino di AstraZeneca.

“Il tampone cui è stata sottoposta è risultato positivo – ha detto una fonte del ministero – le è stato chiesto di mettersi in isolamento e i suoi contatti sono stati messi in quarantena”. La pozione bevuta dalla ministra, e consigliata dallo ‘stregone’ che l’ha preparata come una ricetta di lunga vita contro il coronavirus, contiene miele e noce moscata, tra gli ingredienti e Wanniarachchi l’aveva bevuta in pubblico.

Già nei mesi scorsi, la ministra si era affidata alla ‘stregoneria’, versando in un fiume acqua definita ‘benedetta’ dopo che un santone le aveva detto che così facendo avrebbe messo fine alla pandemia. L’elisir anti Covid è opera di un falegname-santone, Dhammika Bandara, che vive in villaggio nella parte centrale del Paese ormai diventato meta di pellegrinaggio.

Regeni e Zaki, tra silenzi e reticenze ancora nessuna giustizia 

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Due ferite ancora aperte. Due casi senza giustizia che gettano ombre sui rapporti tra Italia e Egitto. Giulio Regeni e Patrick Zaki sono i ‘simboli’ loro malgrado di un Paese che a 10 anni dalla “giornata della collera” di Piazza Tahrir, che scatenò la rivolta contro il regime di Mubarak, non ha preso con convinzione la strada della democrazia e del rispetto dei diritti umani, come evidenziato in più occasioni da Amnesty International. Tra omissioni e silenzi imbarazzanti, le autorità egiziane finora si sono mostrate sempre reticenti nei confronti dell’Italia, che mantiene aperti i canali diplomatici e continua a fare affari con Il Cairo, pur continuando a chiedere senza sosta giustizia per i due studenti.

I casi Regeni e Zaki sono il chiaro esempio dei sistematici abusi dei diritti umani sotto la presidenza al-Sisi che più voci hanno denunciato. Una risoluzione approvata dal Parlamento europeo il mese scorso ha citato esplicitamente l’uccisione del dottorando di Cambridge e la detenzione dello studente dell’Alma Mater di Bologna. La ricerca della verità sull’omicidio del ricercatore italiano è stata definita “un dovere imperativo delle istituzioni nazionali e dell’Ue” e su Zaki è stato denunciato l’“arresto arbitrario” e le “torture con scariche elettriche” che gli sono state inflitte in carcere.

Nella risoluzione si è puntato il dito anche sulla drammatica situazione generale riguardo le libertà personali, sottolineando le “detenzioni, minacce e intimidazioni” nei confronti dei giornalisti da parte del regime e gli arresti di “decine di migliaia di difensori dei diritti umani”, a partire dai tre dirigenti dell’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l’ong con cui lo studente collaborava, e per i quali le stesse Nazioni Unite avevano espresso “forte preoccupazione” prima del loro rilascio.

Nonostante i numerosi appelli e iniziative del governo italiano, di politici, attivisti e associazioni, da mesi si susseguono le udienze in cui ogni volta viene rinnovata la detenzione preventiva di Zaki. L’ultima doccia gelata sulle speranze di rivederlo libero è arrivata il 19, con l’annuncio che lo studente resterà in carcere per almeno altri 15 giorni. Zaki, arrestato all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio dello scorso anno e detenuto nel famigerato carcere di Tora, è provato psicologicamente e fisicamente, come hanno denunciato i legali ed i familiari che raramente lo hanno potuto incontrare in prigione.

“Ho ancora problemi alla schiena e ho bisogno di forti antidolorifici e di qualcosa per dormire meglio”, era il grido d’aiuto di Zaki diffuso alcune settimane fa dagli attivisti della pagina Facebook ‘Patrick Libero’. “Dite a tutti che sono in carcere perché difendo i diritti umani“, chiarì lo studente in un nuovo messaggio per Natale.

Sono invece passati cinque anni dal rapimento di Regeni, vittima di indicibili torture e poi assassinato. Cinque anni di silenzi assordanti da parte del Cairo che, tra depistaggi e mancate risposte alla Procura di Roma che indaga sull’omicidio, non ha mai dimostrato di voler realmente raggiungere la verità su quanto accaduto in quei giorni a cavallo tra gennaio e febbraio del 2016 e che precedettero il ritrovamento del corpo straziato di Giulio lungo la strada che dalla capitale porta ad Alessandria.

Nei giorni scorsi la Procura di Roma, guidata da Michele Prestipino, ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro 007 egiziani coinvolti nell’inchiesta, con l’udienza preliminare che potrebbe essere fissata entro la fine della primavera.

Due vicende, quelle di Zaki e Regeni, che sono diverse e che pure appaiono unite da un filo rosso, quello delle violazioni sistematiche dei diritti umani in Egitto. Sempre Amnesty International ha denunciato che tra novembre e dicembre sono stati messi a morte nel Paese almeno 57 prigionieri, donne incluse, quasi il doppio delle 32 esecuzioni capitali registrate in tutto il 2019.

Questo bilancio già di per sé drammatico rischia di essere persino sottostimato, poiché le autorità egiziane non rendono noti i dati sulle esecuzioni e sul totale dei prigionieri nei bracci della morte e non danno preavviso a familiari e avvocati.

Doppio trapianto di braccia e spalle, primo al mondo in Francia 

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È stato eseguito a Lione, in Francia, il primo doppio trapianto al mondo di braccia e spalle. Il paziente è un islandese di 48 anni che 20 anni fa aveva perso gli arti in un incidente mentre lavorava su una linea elettrica ad alto voltaggio. L’uomo si sta riprendendo – sottolinea il ‘Guardian’ – l’operazione è avvenuta a inizio gennaio, ma ancora i medici non si sbilanciano sul recupero della mobilità. Ci sono voluti anni per trovare donatori adeguati, per l’operazione sono stati coinvolti in totale 50 operatori sanitari.

“Con questo livello di amputazione, non possiamo promettere nulla”, ha messo le mani avanti Lionel Badet, il chirurgo che ha lanciato il protocollo medico per l’operazione nel 2010. Il paziente “ha anni di rieducazione davanti a sé – ha aggiunto il chirurgo – ma lo aiuteremo e lo sosterremo”. I medici hanno indicato per il braccio destro “una migliore prognosi rispetto al sinistro” che ha richiesto una completa ricostruzione della spalla. “Non sono state rilevate complicazioni gravi nei nove giorni dopo l’operazione”, hanno precisato.

Morto Larry King, il re delle interviste ai big del mondo 

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Larry King è morto. Addio al giornalista, deceduto all’età di 87 anni, che ha fatto la storia della tv americana. King era ricoverato per covid al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles da un mese circa. Era stato subito considerato come paziente ad alto rischio, non solo per motivi anagrafici, ma anche per i suoi molti problemi di salute.

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King, all’anagrafe Lawrence Harvey Zeiger, era nato a New York il 19 novembre 1933 ed era affetto da diabete di tipo 2 e, nel corso degli anni aveva sofferto di diversi attacchi di cuore che, nel 1987, lo avevano portato a sottoporsi a un intervento chirurgico di bypass quintuplo. Nel 2017, il conduttore aveva rivelato che gli era stato diagnosticato un cancro ai polmoni ed era stato sottoposto con successo a un intervento chirurgico per curarlo.

Il presentatore, famoso per le sue maniche di camicia arrotolate e le onnipresenti bretelle, aveva condotto il ‘Larry King Live’ sulla Cnn dal 1985 al 2010, uno dei più longevi il talk show americani, e negli ultimi tempi conduceva il ‘Larry King Now’ su Hulu e RT America, oltre al domenicale ‘Politicking with Larry King’ sugli stessi due canali online. Nel corso della sua lunga carriera aveva intervistato tutti i presidenti americani a partire dal 1974, oltre a celebrità politiche come Yasser Arafat e e Vladimir Putin e personaggi del mondo dello spettacolo del calibro di Marlon Brando, Liza Minelli, Frank Sinatra e Barbra Streisand.

Il suo esordio nel mondo dei mass media risale al 1957 com il disc-jockey presso una stazione radio di Miami Beach, in Florida. Fu in quel periodo che, dietro consiglio del suo manager, cambiò il suo cognome in King. Nel 1978 divenne commentatore di partite di football americano, ma il successo arrivò nel 1985 con la nascita del suo talk show, il ‘Larry King Live’, in onda sulla CNN per 25 anni. Nel corso della sua carriera, King ha fatto oltre 50mila interviste.

Larry King si è sposato otto volte ed è stato anche fidanzato con il ministro Rama Fox dal 1992 al 1995. Ha avuto cinque figli, dei quali Andy e Chaia sono morti nel 2020, rispettivamente a seguito di un attacco cardiaco e per un tumore ai polmoni. Gli altri figli non hanno potuto visitarlo durante il suo ricovero in ospedale, a causa delle rigide misure sanitarie per il Covid del Cedars Sinai Medical Center.

Covid Russia, 559 morti e 20.921 nuovi casi  

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La Russia, dove oggi sono attese proteste in decine di città a sostegno di Alexei Navalny, conferma 559 morti a causa della pandemia di coronavirus e 20.921 nuovi contagi accertati nelle ultime 24 ore.

I dati ufficiali riportati dall’agenzia Tass, che sottolinea come il numero dei contagi sia il più basso dallo scorso 11 novembre, parlano di un totale di 3.698.273 casi di Covid-19 con 68.971 decessi (a dicembre dati elaborati sulle informazioni dell’istituto Rosstat parlavano di un bilancio ben più pesante rispetto a quello noto) e oltre 3,1 milioni di persone guarite dopo aver contratto il virus. La maggior parte dei nuovi casi sono stati diagnosticati a San Pietroburgo (3.056) e a Mosca (2.668).

Italiana violentata e uccisa a Santo Domingo, corpo trovato in un frigo 

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Morta dentro il frigorifero, legata e imbavagliata, con evidenti segni di violenza sessuale. È stata trovata così Claudia Lepore, 59enne di Carpi, in provincia di Modena, uccisa a Santo Domingo dove si era trasferita nel 2009 per aprire un residence a Punta Cana. A riportare la notizia è il Resto del Carlino. Il dubbio degli inquirenti è che sia morta assiderata.

“La polizia ha arrestato un 46enne del posto, Antonio Lantigua alias ‘El Chino’ considerato l’autore materiale dell’omicidio. Coinvolti nell’inchiesta anche due italiani”, si legge sul quotidiano. Si tratterebbe di un’ex socia della vittima, che si dice innocente, e di un altro uomo. El Chino ha confessato di aver ucciso la donna su commissione, per 200mila pesos. A incastrarlo un messaggio inviato pare proprio alla ex socia: ‘Pagami o ti ammazzo’. È stata lei a denunciare la scomparsa dell’amica.

Covid Spagna, troppi contagi e Madrid annuncia regole più severe  

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Le autorità cittadine di Madrid hanno annunciato un irrigidimento delle regole del lockdown, per fronteggiare l’ondata di nuovi contagi. Da lunedì il coprifuoco notturno avrà inizio alle 22, in linea con molte altre città spagnole. I ristoranti rimarranno aperti, ma dovranno interrompere l’attività alle 21 e potranno servire tavoli non superiori alle quattro persone. Saranno invece vietati gli incontri tra gruppi familiari diversi nelle abitazioni private.

Venerdì la capitale spagnola ha registrato una media settimanale di 495 contagi per 100mila abitanti, mentre a livello nazionale la media è di 410. L’amministrazione di centro destra della città ha a lungo rimandato l’adozione di regole più severe, divenute però necessarie a seguito del crescente impiego delle terapie intensive negli ospedali.