Coronavirus Friuli, 295 nuovi casi e 16 morti: il bollettino 

(Adnkronos)

Sono 295 i nuovi contagi da coronavirus rilevati oggi 11 febbraio in Friuli Venezia Giulia secondo il bollettino e 16 i decessi. Sono 8830 i tamponi molecolari effettuati, 66 i ricoverati nelle terapie intensive mentre scendono a 457 quelli negli altri reparti. Lo comunica il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. Il numero totale dei decessi sale a 2659: 596 a Trieste, 1325 a Udine, 567 a Pordenone e 171 a Gorizia. Dall’inizio della pandemia in Friuli Venezia Giulia sono risultate positive complessivamente 71.285 persone: 14.065 a Trieste, 31.762 a Udine, 16.108 a Pordenone, 8.498 a Gorizia e 852 da fuori regione.

Governo Draghi, Europeisti fanno i conti: gruppo Senato ‘vale’ 590mila euro 

(Adnkronos)

Fallito il Conte ter per cui erano nati, ora si trovano in un limbo. Voteranno sì al nascente governo Draghi e poi? Stiamo parlando degli ‘Europeisti’, il gruppo di dieci ‘responsabili’ pro Conte creato in brevissimo tempo attorno a due componenti politiche del Misto, il Maie della coppia Ricardo Merlo-Raffaele Fantetti, e il Centro democratico dell’ex pentastellato Gregorio De Falco, nome preso in prestito dall’omonimo della Camera, che fa capo al deputato Bruno Tabacci. I neo costruttori assicurano che hanno un progetto politico di ampio respiro, di stampo moderato liberale ed europeista e che potranno tornare utili anche a ‘Super Mario’, visto che mettono al centro proprio i valori dell’Europa.

Hanno trovato, raccontano all’Adnkronos, una sistemazione alla ‘Camera Alta’, precisamente a palazzo Cenci, con dei propri uffici per poter partire anche sotto il profilo organizzativo. Come tutte le forze politiche rappresentate al Senato, anche gli ‘Europeisti’ hanno diritto a 90 metri quadrati, tra Palazzo Madama, palazzo Giustiniani e palazzo Cenci. Trovare una logistica in corso di legislatura non era facile e la maggiore disponibilità di spazio ha portato alla scelta di palazzo Cenci. In ogni caso, i ‘responsabili’ di Conte hanno una loro ‘consistenza’ economica: ognuno di loro ‘vale’ circa 59mila euro, che moltiplicato per dieci arriva a un totale di 590mila euro.

Una cifra importante, considerati anche i tempi di magra per i partiti dopo il taglio al finanziamento pubblico, che corrisponde al cosiddetto ‘contributo annuale’ che spetta a ogni gruppo parlamentare, che secondo regolamento deve essere formato da minimo dieci componenti. Carte alla mano, nel dettaglio, ogni senatore che aderisce a un gruppo vale 59mila euro, mentre alla Camera ogni deputato viene stimato un po’ di meno, quasi 49mila euro l’anno. Una somma che si dimezza con l’iscrizione a una ‘componente’ del Misto, come previsto dai criteri di ripartizione decisi dall’Ufficio di presidenza di Montecitorio (circa 24mila euro).

Governo Draghi, Trizzino: “Sì anche se su Rousseau vince il no”  

(Adnkronos)

La domanda da un milione di dollari che molti parlamentari ‘governisti’ del M5S si stanno facendo in queste ore è: come comportarsi se sulla piattaforma Rousseau oggi dovesse vincere il No al governo Draghi? “E’ la domanda delle domande”, ammette un grillino della prima ora. Si concretizzerà quella scissione al contrario di cui a lungo si è parlato nei giorni scorsi? Interrogativi che aleggiano nei palazzi del potere, nelle ore in cui la base pentastellata è chiamata a esprimersi su Rousseau.

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Il deputato Giorgio Trizzino non ha dubbi: “Voterò sì per il governo Draghi anche se da Rousseau venisse un voto per il no”, annuncia all’Adnkronos il medico siciliano. “Lo farò con convinzione perché voglio contribuire, anche se con il mio solo voto, a dare la risposta giusta all’appello alla responsabilità che il Presidente Mattarella ha rivolto al Parlamento. Mi sentirei colpevole nei confronti delle 92.000 vittime per il Covid e per tutti i cittadini che stanno soffrendo per le conseguenze della pandemia”.

Trizzino potrebbe non essere il solo a compiere questa scelta. Diversi eletti, secondo quanto si apprende, sarebbero pronti ad appoggiare l’esecutivo guidato dall’ex numero uno della Bce anche se su Rousseau dovesse spuntarla il fronte del No. Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, ha però già fatto sapere che quella di oggi “sarà l’unica votazione sul governo. Se prevarrà il sì sosterremo questo governo, se prevarrà il no non lo sosterremo”.

“In caso di voto negativo sulla piattaforma Rousseau è da definire se l’opposizione del Movimento sarà un voto negativo alla fiducia al governo o di astensione in Parlamento”, ha invece detto Davide Casaleggio, presidente dell’Associazione Rousseau, rispondendo alle domande dei giornalisti a Milano. (di Antonio Atte)

Governo, Renzi al Ft: “Italy is back, Draghi è il migliore”  

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Con Mario Draghi “Italy is back, come dice Joe Biden dell’America”. Intervistato dal Financial Times, Matteo Renzi si dice “felice e orgoglioso” di aver aperto la via al governo Draghi, perché “‘unica strada nel mezzo di una pandemia era chiamare il miglior giocatore” e “Mario è il migliore”. Quanto alla svolta europeista di Salvini, il senatore dice che potrebbe essere “il primo miracolo di San Mario a Roma”. “Penso – aggiunge, più seriamente – che Salvini abbia finalmente capito che non c’è più spazio per i populisti in Europa”.

Renzi chiarisce che fin dall’inizio ha lavorato sperando di far arrivare Draghi. “La possibilità di essere guidati da Draghi – afferma – era una speranza incredibile. Per questo ho deciso di rischiare tutto, perché l’obiettivo lo giustificava”. Il leader d’Italia Viva parla anche a lungo degli attacchi subiti e della sua impopolarità. “Questo è un problema, lo so, perché in politica la popolarità è importante. Paradossalmente essere impopolare mi ha aiutato a fare tutto ciò. Naturalmente preferisco essere amato che odiato. Ma se volessi solo essere amato farei l’influencer, non il leader”, dichiara l’ex premier, che esclude per lui un ruolo di ministro nel governo Draghi.

Quando “ho aperto la crisi, molti nella mia cerchia mi dicevano se ero pazzo, ogni talk show in Italia diceva guardate questo tizio pazzo che apre una crisi per ragioni personali”, per avere “più ministri”. “Ma un mese fa avevo la golden share del governo. Con Draghi non ce l’ho, ho perso potere’, nota Renzi. Ora molti mi scrivono che un mese fa mi consideravano “un figlio di p.., e ora riconoscono che ho avuto coraggio”, ma “per tanta gente continuo ad essere un figlio di p..”.

Infortunio per Berlusconi, contusione al fianco per una caduta 

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Il presidente di Fi, Silvio Berlusconi è rientrato a Milano ieri sera a causa di una “caduta accidentale occorsa nella sua residenza romana che gli ha procurato una contusione al fianco”. Lo riferisce lo staff del leader azzurro, spiegando che il Cav si è quindi recato “presso la Clinica ‘La Madonnina’ per gli accertamenti del caso e dove ha trascorso la notte”. “È stato dimesso questa mattina ed è a casa, al lavoro, per votare da remoto al Parlamento Europeo”, assicurano fonti azzurre.

Piero Angela: “Draghi punti su energia, innovazione e scuola”  

(Adnkronos)

Puntare anche sulla scuola, come intende fare il presidente incaricato Mario Draghi, “va benissimo”. Ma per essere davvero competitivi con gli altri Paesi è necessario investire soprattutto sulla cosiddetta “macchina della ricchezza costituita da energia, innovazione e scuola“. Una sfida da cogliere senza esitazione “se vogliamo che il Paese abbia quel benessere cui tutti ambiscono”. In altri termini, occorre potenziare “l’università e la ricerca”. E’ il consiglio che arriva dal giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela che, conversando con l’AdnKronos, offre i suoi suggerimenti all’ex presidente della Bce sottolineando la necessità di proiettare l’Italia nel futuro valorizzando in particolare la ricerca scientifica.

“Per essere competitivi con gli altri Paesi – spiega Piero Angela – bisogna aumentare la produttività, l’efficienza in tutti i settori. La cultura del passato è fantastica perché abbiamo un patrimonio unico, ma poi viviamo nel presente e proiettati nel futuro. La scuola va benissimo ma bisogna investire nella macchina della ricchezza”. Il giornalista, infatti, argomenta che “esiste una macchina della ricchezza ed esiste anche una macchina della povertà. La macchina della ricchezza consiste in tre cose fondamentali: la tecno-energia, cioè l’energia della tecnologia, l’innovazione e la scuola. Questi sono i tre elementi fondamentali ai quali si possono aggiungere i valori che vanno bene per qualunque cosa. I paesi che se la cavano meglio sono quelli che spendono di più in ricerca, innovazione e scuola, ovvero nella macchina che porta alla ricchezza. Quindi noi dobbiamo fare questo enorme sforzo. Non ho ancora sentito parlare molto di aiuto alla ricerca: la scuola è importante. Ma – si chiede Piero Angela – per insegnare che cosa? Noi abbiamo una scuola che guarda al passato”.

In questa chiave, Angela considera che “se si osservano le materie insegnate nella scuola, c’è tutta roba del passato: storia, storia della filosofia, storia dell’arte, latino, greco, letteratura. Tutta roba del passato. Poi si insegnano le materie scientifiche, matematica, chimica, fisica ma non si insegnano le regole della scienza, il suo metodo, la sua pervasività, il suo ruolo, distinguendo tra scienza e tecnologia, cose profondamente diverse”.

Il giornalista ricorda poi di aver scritto un libro intitolato ‘A cosa serve la politica’ riflettendo che “se uno guarda bene, nel corso dei secoli e dei millenni, la politica e anche l’economia non hanno mai cambiato la situazione umana. Tutti sono rimasti poveri, malati, perché non c’erano le cure, e analfabeti”. In questo quadro, al contrario, secondo Piero Angela, “la tecnologia e l’energia hanno cambiato il modo di produrre: dall’analfabetismo di massa si è passati alla scuola di massa e all’università di massa”. La macchina della povertà, viceversa, è formata “dalla cultura del passato e dalla poca ricerca scientifica e porta con sé poca capacità competitiva”.

Governo Draghi, Renzi: “Capolavoro, ho fatto tutto da solo” 

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“Questa è stata la mia strategia. Ho fatto tutto da solo, con il 3 per cento!”. Lo dice Matteo Renzi nell’articolo del New York Times che ricostruisce l’arrivo di Mario Draghi all’incarico di premier. “È stato tutto un gioco di tattiche parlamentari. E diciamo che lavorare per cinque anni nel palazzo dove Machiavelli ha aiutato un po’”, spiega il leader di Italia Viva

“È stato un capolavoro della politica italiana”, dice Renzi degli eventi che hanno portato Draghi a Palazzo Chigi spiegando: “È stata l’operazione più complessa di tutta la mia carriera politica”.

Governo Draghi, “centrodestra disponibile”. Stop di Meloni 

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Il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, nella villa dove abitò Franco Zeffirelli, sull’Appia, alimenta il fuoco delle polemiche nel centrodestra, già messo a dura prova – nella sua compattezza – dalla scelta di Lega e Fi di appoggiare il tentativo di governo di Mario Draghi, con Giorgia Meloni, invece, che ha scelto di restare all’opposizione.

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Dopo l’incontro nel nuovo quartier generale del Cav nella Capitale, pubblicizzato con tanto di foto e video dei due leader uno di fronte all’altro, sorridenti che poi si danno la mano (bypassando le norme anticovid), Matteo Salvini interviene spiegando che “non si può perdere altro tempo”. “Noi rinnoviamo – come Lega e come centrodestra – la disponibilità a dar vita al nuovo governo”. Un passaggio che intesta al ‘centrodestra’ l’apertura a Draghi. Non si fa aspettare la ‘precisazione’ di Giorgia Meloni. Che prima archivia l’incontro tra gli altri due leader del centrodestra come naturale, “non foss’altro per ‘difendersi’ dalla preponderante presenza dell’asse Pd-M5S” con cui si troveranno al governo.

Poi la stoccata: “Piuttosto trovo strano, se non frutto di un errore di interpretazione della stampa -dice Meloni all’Adnkronos- che Salvini possa essersi espresso a nome di tutto il centrodestra nei rapporti con Draghi e il governo visto che Fdi ha detto che non voterà la fiducia e farà un’opposizione patriottica in Parlamento”. “Il centrodestra unito parlerà con una sola voce al prossimo vertice quando dovremo decidere i candidati alle amministrative”, conclude la leader di Fdi.

Governo Draghi, Bassetti: “Io ministro? Non direi di no”  

(Adnkronos)

Se dovesse arrivare una telefonata da Mario Draghi “non direi di no per servire il Paese. Mi lusinga aver letto il mio nome tra quelli accostatial ministro della Salute”. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria, si esprime così all’Adnkronos Salute mentre il premier incaricato Mario Draghi è impegnato nella formazione del nuovo esecutivo. “Il professor Draghi è una persona di valore eccezionale – aggiunge Bassetti – Penso che farà molto bene per l’Italia. Io amo questo Paese e l’ho servito lavorando per il Ssn, sarebbe un grande orgoglio servirlo in un ruolo diverso. Non potrei dire di no ad una chiamata di questo tipo”. Bassetti è uno degli esperti più noti visti i suoi interventi, in tv e non solo, sul tema della pandemia. Il suo nome viene accostato dai media al ministero della Salute, insieme a quello di altri specialisti saliti alla ribalta nell’ultimo anno. Nel ‘totonomi’ compaiono Andrea Crisanti (“Nessuna chiamata, è un’invenzione della stampa”), Fabrizio Pregliasco (“Disponibile? Chi lo sa, non credo però che si ponga il problema”), Antonella Viola (“Potrei dare una mano. In che forma e in modo è tutto da valutare”) e Massimo Galli (“Io non credo di essere particolarmente adatto, io so fare altre cose”).

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