Spavento per Mertens, aereo finisce fuori pista  

Grande spavento per Dries Mertens. Ancora alle prese con i problemi alla caviglia che lo tormentano dallo scorso dicembre, l’attaccante del Napoli sabato scorso è volato in Belgio per curarsi in una clinica di Anversa, ma non tutto durante il suo viaggio è andato per il verso giusto.

Come riportato dal quotidiano Het Laatste Nieuws, infatti, durante la fase di atterraggio all’aeroporto di Deurne, vicino Anversa, il velivolo noleggiato per l’occasione dal numero 14 azzurro ha avuto dei problemi ed è finito fuori pista, danneggiandosi e lasciando vistose tracce sul terreno. Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio e l’incidente non ha avuto grosse conseguenze: soltanto un grandissimo spavento per Mertens, che non dimenticherà questo viaggio.

L’episodio è avvenuto nella giornata di sabato 30 gennaio ma è stato reso noto soltanto nelle ultime ore. Pare che il problema in fase di atterraggio sia dipeso dalle cattive condizioni atmosferiche: la forte pioggia che si abbatteva sull’aeroporto di Deurne, in particolare, non avrebbe permesso ai piloti di controllare l’aereo privato noleggiato da Mertens.

Mussolini jr nella Primavera della Lazio 

(Adnkronos)

“Rischio strumentalizzazioni? Non c’è nulla da commentare, è un tema da cui preferisco stare fuori. Sulla sua vita e sulle sue cose, mio figlio non vuole alcun tipo di intromissione”. Così all’Adnkronos Alessandra Mussolini, nipote del Duce, commenta la notizia di suo figlio Romano entrato a far parte della Primavera della Lazio. “Lazio, c’è un Mussolini in panchina”, ha titolato questa mattina il Messaggero.

Romano è figlio di Alessandra Mussolini e Mauro Floriani, terzino destro del 2003 che gioca nel club capitolino. E’ il pronipote del Duce e ha scelto anche il doppio cognome.

“Un cognome pesante e un accostamento pericoloso – scrive il Messaggero – un luogo comune spesso rigettato dalla gran parte del popolo biancoceleste che nell’equazione ‘laziale e fascista’ non si ritrova”. Di ruolo Romano fa il terzino destro, ma gioca anche da centrale difensivo. Il giovane, bravo a scuola (frequenta l’ultimo anno del St George British School), vuole diventare un calciatore professionista.

“Il cognome è ingombrante – si legge – ma non gli importa molto. Tanto che li ha scelti tutti e due e sulla distinta di gara è scritto chiaramente Romano Floriani Mussolini…”.

Vela: Lega Navale Italiana, nominato nuovo Capo Ufficio Comunicazione e Promozione 

Roma, 1 feb. (Adnkronos)

La Presidenza Nazionale della Lega Navale Italiana ha nominato Antonello de Renzis Sonnino Capo Ufficio Comunicazione e Promozione, in sostituzione di Andrea Fazioli. 57 anni, contrammiraglio in ausiliaria della Marina Militare, Antonello de Renzis Sonnino è entrato in Accademia Navale a Livorno nel 1983, prestando poi servizio a bordo di unità militari e in diversi comandi a terra. Nel corso della carriera ha avuto il comando di tre unità navali, il cacciamine Viareggio, la corvetta Alcione e il pattugliatore d’altura Borsini, oltre all’incarico di Comandante in 2^ della nave scuola a vela Amerigo Vespucci, con la quale ha partecipato alla fase conclusiva del suo primo giro del mondo negli anni 2002 e 2003.

Fra le più rilevanti esperienze professionali il periodo triennale in ambito diplomatico, quale Addetto alla Difesa presso l’Ambasciata d’Italia nel Sultanato dell’Oman e nella Repubblica dello Yemen, nell’area della Formazione del personale e dal 2005 il suo coinvolgimento nell’ambito della Comunicazione e degli Uffici stampa, con un inizio nell’Ufficio Pubblica Informazione della Marina, seguito dall’incarico presso l’analogo ufficio dello Stato Maggiore della Difesa. Sempre in ambito internazionale, un lungo periodo svolto da Portavoce e Capo Ufficio stampa dell’allora operazione militare europea di contrasto agli scafisti in Mar Mediterraneo, nota come operazione SOPHIA. Giornalista iscritto all’ordine della Regione Lazio, elenco pubblicisti, il suo ultimo incarico prima di lasciare il servizio attivo nello scorso mese di dicembre è stato quello di Capo Ufficio Pubblica Informazione della Marina Militare.

“E’ necessario per la Lega Navale Italiana poter disporre di una comunicazione, sia interna che esterna, sempre più efficace, vivace e attuale, allo scopo di diffondere e far conoscere le attività meritorie che svolge quotidianamente nel panorama marittimo nazionale proprio grazie all’azione dei suoi soci e alla struttura periferica diffusa sul territorio” ha affermato il Presidente Nazionale, l’ammiraglio Donato Marzano. La Lega Navale Italiana è un Ente pubblico a carattere associativo che da oltre 120 anni continua l’opera di diffusione della conoscenza degli sport nautici e della cultura marittima, con particolare attenzione ai giovani, al volontariato, all’ambiente e all’inclusione sociale, attraverso circa 50.000 soci, 80 basi nautiche e oltre 260 strutture periferiche presenti su tutto il territorio nazionale.

Luna Rossa in finale, Ricci: “Con Ineos sfida alla pari”  

(Adnkronos)

“Sono davvero contento della vittoria sugli americani, sono un super tifoso di Luna Rossa. In queste regate ho visto Luna Rossa molto migliorata e ora avanti così, contro gli inglesi si parte almeno alla pari”. Lo skipper di Azzurra, Cino Ricci, commenta così all’Adnkronos il successo di Luna Rossa per 4-0 contro American Magic che permette alla barca italiana di raggiungere i britannici di Ineos nella finale di Prada Cup.

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“Dopo le prime regate -prosegue Ricci- pensavo che Luna Rossa fosse inferiore a Ineos invece ora ho molta fiducia sia nella qualità dell’equipaggio che nella barca, veloce in tutte le condizioni di vento e di mare. Incrociamo le dita”.

Lo skipper di Azzurra, semifinalista all’America’s Cup 1984, preferisce scaramanticamente non azzardare un pronostico. “E’ ancora lunghissima anche perché se dovessero battere Ineos poi ci sono i neozelandesi in finale che sono forti e poi mi sono illuso più di una volta che potessero portare a casa la Coppa che non faccio pronostici. Di certo se vincessero sentirei la Coppa un po’ anche mia visto che sono stato il primo velista italiano a lanciare la sfida all’America’s Cup”.

Vela: Ambrogio Beccaria, ‘al prossimo Vendée Globe voglio esserci anch’io’ 

Roma, 29 gen. (Adnkronos)

Il Vendée Globe è il mio sogno e voglio provarci adesso, perché Giancarlo ha fatto ricordare a noi italiani che è un’avventura incredibile e non abbiamo niente da invidiare a nessuno, se abbiamo le barche buone ce la giochiamo con chiunque”. Ambrogio Beccaria, 29 anni e già nella storia della marineria italiana come primo vincitore su barche di serie della Mini Transat finora appannaggio semiesclusivo dei francesi, confida all’Adnkronos di voler fare il grande salto dalle barchette di 6,50 metri agli Imoca 60, le barche del giro del mondo fatto alla massima velocità ottenibile e condotte in soltaria. “Alla prossima edizione, tra 4 anni, voglio esserci anch’io”.

“Ha ragione Giancarlo -in un’intervista a questa agenzia, ndr-, il salto è lungo ma anche grazie a lui ho visto che si può fare. Poi, alla fine non sei mai pronto davvero per un giro del mondo, quindi tanto vale lanciarsi e farlo”.

E per farlo, comincia già a osservare Beccaria, ingegnere navale e abituato a mettere in fila i dati, “ci sono tanti modi per farlo: ovviamente dipende da come parte il progetto. Se partissi adesso avrei la possibilità di navigare tanto e ci arriverei preparato, se ci arrivo tardi sarei meno preparato ma comunque non sarei il primo a farlo. Ci voglio assolutamente lavorare sopra, ci sto pensando tanto, è un sogno della vita. Sono ancora giovane, ho ventinove anni, è il momento giusto, ho una voglia pazza, meno complicazioni di altri nella vita privata, non ho ancora figli, partirei più leggero.

Beccaria è convinto dunque “di essere pronto ad affrontare un progetto così grande. Giancarlo mi ha fatto scoprire molte cose del Vendée: è partito con delle idee molto precise e le ha seguite. Non è solo una regata, è una maratona, un’avventura personale, introspettiva. Io sono più abituato alla competizione, ma anche a mettermi a nudo con me stesso. La navigazione solitaria è questo ma certamente il Vendée è estremo. Una traversata atlantica è una cosa, un giro del mondo no: se rompi la barca in Atlantico dopo una settimana in qualche modo sei a terra”.

Vela: Pedote, ‘al prossimo Vendée dovrò fare meglio, all’orizzonte la Jacques Vabre’ 

Roma, 29 gen. (Adnkronos)

“Sono qui alla finestra, ci sono onde bellissime e stanno facendo surf. Oggi no, sono stanco, ma domani esco anch’io”. Non è bastato un giro del mondo, senza scalo, assistenza, in solitario e per di più a 20 nodi, per togliere a Giancarlo Pedote la voglia di mare. Al telefono con l’Adnkronos dalla sua casa in Francia atlantica Giancarlo Pedote, l’unico italiano in regata al Vendée Globe, sceso a terra ieri in ottava posizione finale e settima in tempo reale (miglior prestazione in nove edizioni per un navigatore italiano), parla del prossimo futuro dopo 80 giorni e 22 ore di mare.

“Se adesso volessi ripartire -dice- ci sono due cose da fare. La prima, imprescindibile, è parlarne con mia moglie e i miei figli: un giro del mondo è una decisione di famiglia, non puoi farlo se a casa non è tutto a posto. Se la prendono bene mi sento autorizzato a ripartire sereno”.

La seconda è più puramente pratica. “Se riparti dopo questo risultato, l’obiettivo è fare meglio. Per farlo ci vogliono i soldi, ne parleremo in riunione con Prysmian Group, il mio sponsor storico che mi segue da 14 anni. Faremo un punto a breve con le persone dell’azienda e vedremo come calibrare gli anni a venire, ma l’idea di un altro Vendée è assolutamente presente, d’attualità. Nel frattempo mi faccio una scorpacciata di famiglia”. Da quanto afferma lo staff del navigatore fiorentino, lo sponsor è molto contento del risultato raggiunto alla prima partecipazione: un ottavo posto di tutto rilievo.

Unico italiano in gara, “ma sarebbe bello che ce ne fossero altri. Beccaria? Mi piace, certo il salto dal Mini 650 all’Imoca 60 (barche di 18 metri, ndr) è lungo ma lui lo vedo bene”. Ambrogio Beccaria è il primo italiano a vincere, nelle barche di serie, la Mini Transat. Nel frattempo, si fa notare a Pedote, la Federvela ha deciso di rivolgere lo sguardo all’altura oceanica e ha ingaggiato Soldini e Sirena nella Commissione atleti proprio per questo: “ah sì? Non lo sapevo. Ottima cosa, se mi chiamano a dare una mano lo farò volentieri”. Ma anche un occhio alla prossima regata: “molto probabilmente la Transat Jacques Vabre a fine ottobre, sempre con la mia barca ma in doppio. E ancora non ho deciso con chi”.

de Roon sfotte Milan e Ibra: tifosi rossoneri si arrabbiano  

(Adnkronos)

Marten de Roon sfotte bonariamente il Milan e finisce nel mirino dei tifosi rossoneri. Il giocatore dell’Atalanta, sempre attivo e ironico su Twitter, ha celebrato il successo conquistato per 3-0 sabato in casa della capolista. de Roon ha pubblicato un video, aperto dalle parole che Zlatan Ibrahimovic ha rivolto in campo a Duvan Zapata: “Ho fatto più gol io che tu partite in carriera”, ha detto lo svedese. Allec parole di Ibra, nel montaggio seguono le immagini dei 3 gol nerazzurri in una miniclip chiusa dai titoli di cosa. de Roon, che su Twitter ha dato più volte prova di autoironia, non ha riscosso l’apprezzamento dei tifosi rossoneri. Il suo cinguettio ha collezionato una lunga serie di risposte, più o meno piccate, e il giocatore si è ritrovato tra le tendenze.

**Ciclismo: Martinello, ‘velodromo Vigorelli un mito mondiale, riapriamolo al pubblico’** 

Roma, 21 gen. (Adnkronos)

Era il tempio del ciclismo su pista mondiale, e del ciclismo tout court: a lungo abbandonato, sul punto di essere abbattuto finché l’azione combinata tra cicloattivisti e ministero dei Beni culturali (ministro Massimo Bray) non lo salvò da quella miseranda fine nel 2013. Il velodromo Vigorelli-Maspes entra nel programma dell’ex pistard, oro ad Atlanta e cinque volte campione del mondo ora commentatore televisivo, Silvio Martinello, che consegna all’Adnkronos le sue idee per “rivitalizzare quello che deve essere considerato un mito mondiale, conosciuto in tutto il pianeta e da noi colpevolmente tralasciato”.

“Oggi la pista è stata ristrutturata ma manca ancora l’agibilità delle tribune -dice Martinello-. Non è pensabile tornare ai tempi del record dell’ora di Coppi nel ’42, delle epiche sfide tra Maspes e Gaiardoni che infiammavano la città, della Sei Giorni di Milano, quando sulle tribune non c’era spazio per un posto in più: ma dobbiamo provarci, un lavoro lungo ma va iniziato”. D’altronde il movimento su pista, persino con l’unico impianto olimpico aperto e che comunque ha le sue difficoltà, quello di Montichiari, “è ben vivo e miete successi, anche se spesso quei successi sono un alibi per dire ‘va bene così, perché dovremmo fare altro?’: Ganna e Viviani tra gli uomini, Paternoster e Balsamo tra le donne mietono successi. Ma dopo di loro?”.

Nel resto del mondo la pista è uno sport ancora popolare, basti pensare al Keirin giapponese: velodromi pieni, atleti star popolari, su qualcuno di questi ci sono anche dei manga. In Italia invece, patria della disciplina fin dai primi tempi del mezzo bicicletta, “ci sono oltre 50 impianti, di questi una trentina scarsa sarebbero utilizzabili, di fatto non più di 7-8 lo sono e solo per lo sforzo volontario delle associazioni che lo gestiscono”.

Quella che ha recuperato tra mille difficoltà il Vigorelli è il Comitato Velodromo Vigorelli: il loro intento, dice una delle anime dell’associazione, Daniele D’Aquila, “è fare del Vigorelli un centro ciclistico d’eccellenza con pochi precedenti in tutta Italia. Dai bambini alle Bmx fino alla pista, che è molto tecnica: una sorta di college della bicicletta, un hub ciclistico a 360 gradi. Entri da bambino e ti laurei ciclista a 360 gradi, con una cultura ciclistica che spazi dal l’agonismo alla mobilità urbana. Ma serve un programma organico e l’appoggio delle istituzioni”, dice D’Aquila.

Il progetto sembra molto simile a ciò che propone Martinello: “il Vigorelli rientra in pieno nel progetto di recupero degli impianti che ho in mente: in questo caso serve lavorare con comune di Milano perché vengano ultimate le procedure, e pazienza se le tribune non saranno per il momento a piena capienza, per cominciare basta quella dell’arrivo che è comunque molto capiente. Bisogna dotare il Vigorelli e l’associazione che lo gestisce dell’agibilità, e finalmente tornerà il pubblico”.

Quanto alle cifre per il recupero, non sarebbero importanti, secondo Martinello. “Per ogni impianto servono tre figure professionali: un tecnico, un meccanico e un preparatore; la dotazione di materiale, non solo bici ma anche quello di consumo, catene, tubolari, nastri manubrio: i costi possono essere stimati in 15-20.000 euro a impianto”.

(di Paolo Bellino)

Vela: la Federvela prende il largo, Ettorre arruola Soldini e Sirena per insegnare l’altura ‘top’  

Roma, 20 gen. (Adnkronos)

Il governo sportivo della vela prende il largo, puntando agli ampi respiri delle regate transoceaniche in cui i francesi sono già maestri da decenni e all’alta competitività delle regate di match race. In sintesi è questo il senso della scelta del presidente confermato della Federvela, Francesco Ettorre, dei due “pezzi grossi” Giovanni Soldini e Max Sirena, letteralmente cooptati nella Commissione Atleti nominata oggi nel primo atto del nuovo Consiglio federale per il prossimo quadriennio.

“Nel primo mandato non avevo spazio per idee nuove, bisognava prendere le misure e mettere mano all’esistente -dice Ettorre all’Adnkronos-, in questo secondo, con ben due Olimpiadi di fronte, abbiamo deciso di affrontare nuove sfide. La vela italiana deve diventare grande e prendere mare, per questo ho pensato a Giovanni Soldini per l’offshore, anche in vista di Parigi 2024, e a Max Sirena per la vela di altissimo livello competitivo. Hanno risposto subito entusiasticamente“.

(segue)

Alla guida della Commissione Atleti un’altra big dello sport velico, la 35nne romana (più precisamente lidense di Ostia) Flavia Tartaglini, ultima Olimpiade a Rio 2016 con solo la sfortuna e i regolamenti a toglierle il podio, e che ha appeso il surf al chiodo solo pochi mesi fa, rinunciando ad andare a Tokyo.

“Lei è la persona giusta per il mondo olimpico, che resta il nostro faro. Flavia è alla sua prima, è molto gasata e mi fa piacere, è un bel personaggio che può ora fare esperienza in un ambito del tutto differente da quello in cui è già al vertice, è carica e ha le competenze che tutti sappiamo. La persona giusta per dare il brio necessario a questa nuova avventura”.

(segue)

Quarto membro della Commissione Ivan Branciamore, consigliere federale con una vasta esperienza nel settore giovanile, altro campo su cui la Fiv vuole puntare. “Nelle prossime settimane -dice Ettorre- presenteremo un progetto rivolto ai giovani per il mondo dell’altura e abbiamo voluto coinvolgere Max e Giovanni che sono esterni. In generale è l’interno della federazione sportiva che si vuole aprire al mondo”.

Da statuto, sottolinea il presidente Fiv, “possiamo avere un quinto membro in Commissione, ma per il momento avevo la necessità di chiudere tutte le partite aperte per la nuova Fiv. Da ora avremo il tempo per chiamare un’altro atleta, sempre in quest’ottica”. Tra gli italiani “oceanici” spiccano oggi le figure di Ambrogio Beccaria, primo vincitore italiano della Minitransat in quasi 50 anni di storia della transatlantica, e Giancarlo Pedote, unico italiano in corsa, e nel gruppo di testa (al momento è settimo) al Vendée Globe. “Ambrogio è già coinvolto nel progetto Mini650 ed è un atleta di altissimo valore, è già dei nostri. Per Giancarlo, altro grandissimo, vedremo quando arriverà a Les Sables d’Olonne, per ora lasciamolo navigare. La scelta del quinto membro -assicura infine Ettorre- verrà dal mondo dell’altura”.

‘Racing Beyond Limits’, al via web serie sulle Iron Dames  

(Adnkronos)

L’incredibile storia delle Iron Dames diventa una web serie dal titolo ‘Racing Beyond Limits’. Il Racing Team Iron Lynx contribuisce ad un capitolo tutto al femminile nella storia del motorsport grazie al progetto speciale Iron Dames, la line-up che a due anni dalla sua fondazione ha conquistato un ruolo di assoluto rispetto in alcune delle competizioni endurance più affascinanti del mondo racing.

Iron Dames,un progetto ufficialmente patrocinato da Fia attraverso la commissione Fia Women in Motorsport, è nato e guidato da Deborah Mayer, imprenditrice e ambasciatrice Ferrari per il mondo femminile nel Motorsport. Una dama sempre al volante del Cavallino Rampante, come pilota nel Ferrari Challenge, nel programma Ferrari XX e nelle Competizioni GT, determinata a fare del suo progetto una storia di successo.

Iron Dames nasce dalla passione innata di Deborah per le auto, le corse, l’equitazione e le sfide sportive e si realizza grazie alla forza e tenacia delle sue compagne di squadra, l’italiana Manuela Gostner, la danese Michelle Gatting e la svizzera Rahel Frey, grazie alle quali è stato possibile per Deborah dimostrare le capacità delle Iron Dames in alcune gare di endurance come la European Le Mans Series e la Michelin Le Mans Cup, dove hanno raggiunto con successo il podio a Monza e al Paul Ricard, oltre a un notevole posizionamento nella top ten della 24 Ore di Le Mans 2020 nella categoria GT AM.

La web serie nasce per divulgare il loro sogno e l’attitudine con cui affrontano l’affascinate impresa. I sei episodi, della durata di 20 minuti circa, raccontano con passione la loro speciale presenza nel mondo del Motorsport. La narrazione si articola su più piani e punta a dare ampio spazio alle storie individuali, alla vita privata e alle emozioni delle drivers e di tutte le figure che hanno reso possibile il progetto.

Attimi rubati ai box e frammenti di quotidianità fuori dal circuito si alternano a interviste all’interno del paddock e a momenti adrenalinici di pura gara, con una serie che ripercorre l’appassionante esperienza delle Iron Dames dal circuito Paul Ricard a Le Castellet, al circuito di Spa-Francorchamps, dalle emozionanti 24 Ore di Le Mans alla 4 Ore di Monza.

Un ringraziamento speciale dai creatori del progetto va alla preziosa collaborazione con gli sponsor che hanno supportato con entusiasmo il Racing Team Iron Lynx e il progetto speciale Iron Dames durante la stagione 2020: i main sponsor Hublot, la maison svizzera di orologi di lusso fondata nel 1980 e Niki Hasler AG, dealer Ferrari con sede a Basilea. Garage Italia che ha contribuito alla creazione delle spettacolari livree e Sabelt, come partner tecnico.

Sempre in pista, a fianco di Iron Lynx e Iron Dames, anche Sanremo Coffee Machines, Caffè Carraro, Fratelli Beretta e Allegrini.