Coronavirus, Leonardo rileva 230mila cyber attacchi nel mondo, 6% verso Italia 

Coronavirus, Leonardo rileva 230mila cyber attacchi nel mondo, 6% verso Italia

(Foto Leonardo)

Pubblicato il: 23/06/2020 14:08

(di Andreana d’Aquino)-

L’emergenza causata dal Covid-19 “ha amplificato gli attacchi informatici portati da cybercriminali su determinati obiettivi” tanto che i Security Operation Centre di Leonardo a Chieti e a Bristol hanno contato, tra febbraio e aprile, oltre 230.000 campagne malevole a tema ‘Coronavirus’ nel mondo, di cui il 6% verso l’Italia, con un impatto particolare sull’industria farmaceutica. E’ quanto è emerso nel primo evento tutto digitale promosso oggi da Leonardo con Aipsa e dal tema “Evoluzione del cyber risk e gli impatti sulla vita delle aziende italiane e dei cittadini”. “L’attuale scenario ci impone una riflessione e un cambiamento di tendenza nella cultura della sicurezza. In un ecosistema sempre più interconnesso e digitale, va intesa in senso globale ed è fondamentale per salvaguardare la resilienza e la crescita di un’impresa”, ha commentato Barbara Poggiali, Managing Director della Divisione Cyber Security di Leonardo.

“In questo periodo” dettato dall’emergenza coronavirus, Leonardo, con la sua divisione di Cybersecurity, ha “sviluppato soluzioniper rendere il lavoro da remoto sicuro e aiutare le imprese che stanno tornando alla normalità a garantire l’incolumità dei dipendenti” ha riferito l’ingegnere Barbara Poggiali in apertura del webinar. “Soprattutto in questo momento” in cui l’emergenza coronavirus ha spostato le attività su internet, “la necessità della sicurezza cyber è assolutamente importante” ed “il nostro approccio nasce da una base di competenza a 360 gradi” ha sottolineato la managing director della divisione Cyber Security di Leonardo, Barbara Poggiali.

E mettendo al centro proprio l’evoluzione del rischio cyber, Leonardo ha promosso il suo primo evento tutto digitale. Il webinar è stato organizzato dal colosso italiano dell’aerospazio, forte della sua divisione Cyber, in collaborazione con Aipsa, l’Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale. Al centro del dibattito, la cultura e la formazione in materia di Cyber Security e “l’urgenza di una trasformazione digitale sicura”, una istanza resa ancor più cruciale “dall’accelerazione del processo di digitalizzazione dovuta all’emergenza del Covid-19”. Altro punto di discussione al brainstorming digitale di Leonardo anche il Crisis Management, ossia la capacità da parte di un’azienda di una risposta tempestiva e di una efficiente gestione della crisi per preservare l’intera catena del valore, attraverso una rigorosa pianificazione preliminare e una preparazione costante insieme al monitoraggio delle minacce cibernetiche.

Dopo l’introduzione di Barbara Poggiali, al webinar si sono susseguiti gli interventi del presidente dell’Aipsa, Andrea Chittaro, e del presidente del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, e di Gabriele Faggioli. Nel perimetro dell’evento tutto digitale si è quindi aperto un dibattito su come preservare dal cyber risk l’intera catena del valore di un’azienda ed a confrontarsi sono stati Aldo Sebastiani – Svp Cyber Security & Digital Competence Center Divisione Cyber Security di Leonardo, Paola Guerra, Direttore Scuola Internazionale Etica & Sicurezza Milano de L’Aquila, Corrado Miralli, Corporate Security Manager di Saipem.

Al termine del confronto, Leonardo ha “aperto le porte” del proprio centro di cybersecurity realizzando una inedita visita virtuale guidata, una vera e propria full immersion, del “Next Generation Security Operation Centre” di Leonardo di Chieti. Il centro è la principale infrastruttura attraverso cui Leonardo monitora la minaccia cyber e gestisce gli attacchi informatici h24, con oltre 150 analisti altamente specializzati supportati da un potente super calcolatore e da tecnologie avanzate – automazione, machine learning, Intelligenza Artificiale, Big Data – che ne accrescono l’efficacia.

WhatsApp, torna ‘ultimo accesso’: ecco cosa è successo 

WhatsApp, torna 'ultimo accesso': ecco cosa è successo

(Afp)

Pubblicato il: 19/06/2020 21:52

“State attenti alle fake news”. WaBetaInfo, profilo Twitter sempre informato sulle novità di WhatsApp, fa il punto sulla novità -inattesa e non programmata- che nelle ultime ore ha caratterizzato l’applicazione. WhatsApp non ha reso più visibile agli utenti l’orario dell’ultimo accesso dei propri contatti, e nemmeno la presenza online.

“WhatsApp non sta lavorando per nascondere l’ultimo accesso e lo status online”, ha spiegato il profilo Twitter. Le novità “sono provocate da un problema ai server”. I primi bug sono stati eliminati e “sicuramente stanno lavorando per sistemare tutti gli altri problemi”. Poco dopo, il nuovo messaggio: “WhatsApp ha riparato tutti i guasti. Potete tornare a sbirciare l’ultimo accesso e lo status” degli altri utenti.

Il robot Coman+ dell’Iit protagonista nel video di Alex Braga 

Il robot Coman+ dell'Iit protagonista nel video di Alex Braga

Pubblicato il: 17/06/2020 16:15

Il nuovo robot umanoide Coman+ dell’Iit-Istituto Italiano di Tecnologia è protagonista nell’ultimo video ‘Spleen Machine‘ del musicista e artista concettuale italiano Alex Braga, distribuito dall’etichetta discografica berlinese !K7. Il robot è alto 1,7 metri e pesa 70 kg ed è stato progettato e realizzato da Iit nell’ambito del progetto Cogimon finanziato dall’Unione Europea.

Il video dell’artista racconta, con un linguaggio simbolico, una società futura dove esseri umani e macchine intelligenti vivono insieme, condividendo sentimenti e spiritualità. Il robot mostra dei comportamenti umani, quali la ricerca di conforto, rappresentando l’idea di “umanesimo digitale” di Braga.

La collaborazione tra i ricercatori di Iit e Alex Braga è iniziata a febbraio, quando il video è stato girato all’interno del laboratorio di robotica di Iit a Genova. L’umanoide è stato scelto dall’artista per esporre e trasmettere la sua idea di “umanesimo digitale”, ovvero la ricerca dell’equilibrio tra uomo e macchina, tale per cui nel futuro ci sarà un’interazione perfetta tra il lavoro delle persone e quello delle macchine, in modo sostenibile. Questa idea di condivisione di uno scenario comune tra umani e robot, si ritrova tra gli obiettivi principali del progetto europeo Cogimon volto a un cambiamento graduale nell’interazione uomo-robot attraverso l’introduzione di nuove capacità fisiche nei robot, in modo da creare team di lavoro composti da umani e robot umanoidi.

Coman+ è l’ultimo robot umanoide realizzato dal team di Nikolaos Tsagarakis, preceduto dal piccolo robot umanoide Coman realizzato nel 2012 e dal robot Walk-Man, dalle dimensioni adulte, che ha partecipato al Darpa Robotics Challenge di Los Angeles nel 2015. Lo scorso anno il team ha presentato il robot quadrupede Centauro. Nella realizzazione del robot i ricercatori si sono concentrati sull’ottimizzazione del design, affinché si ottenesse un robot umanoide che non solo rispecchiasse le dimensioni di un adulto ma allo stesso tempo dimostrasse le stesse capacità e prestazioni fisiche.

Coman+ è in grado di svolgere attività di manipolazione e interazione utili a collaborare con l’essere umano. In particolare, le sue braccia sono in grado di sostenere e manipolare un peso di 10-12 Kg per periodi prolungati. Nello stesso tempo, grazie ad un avanzato sistema di controllo dell’intero corpo, il robot può eseguire azioni più o meno delicate, a seconda della necessità: decise e potenti in presenza di pesi od ostacoli nell’ambiente, agili e delicate se è prevista la collaborazione con un partner umano. Il robot, infatti, può regolare l’elasticità e la cedevolezza del suo corpo. E’ poi più leggero rispetto ai predecessori, grazie all’uso di materiali come alluminio, magnesio e leghe di titanio, nonché componenti in plastica fabbricati utilizzando la prototipazione rapida.

Il robot è munito di tecnologie che gli permettono di percepire e rilevare l’ambiente circostante. All’altezza della testa sono presenti un sensore Lidar e una videocamera a colori che gli forniscono le immagini dell’ambiente di fronte ad esso. Inoltre, nei giunti il robot incorpora sensori ad alta fedeltà per il rilevamento della coppia e monitoraggio dello stato termico, mentre sul bacino sono presenti un’unità di misurazione inerziale e nei piedi sensori di coppia di forza , i quali vengono utilizzati per regolare la locomozione e il bilanciamento del robot.

Infine, il robot dell’Iit è munito di un sistema di gestione dell’alimentazione e di accumulo dell’energia basato su una batteria di tipo Li-Po da 0,9 kWh ad alta densità di potenza, che consente un funzionamento ininterrotto per circa 1,5 ore.

Amazon: lancia Echo Auto, l’assistente Alexa ci accompagna anche in macchina 

Arriva Echo Auto, l'assistente Alexa ci accompagna anche in macchina

Amazon Echo Auto

Pubblicato il: 17/06/2020 10:06

L’assistente vocale Alexa di Amazon da oggi ci potrà accompagnare anche in automobile. Arriva infatti in Italia il nuovo Echo Auto, primo dispositivo della serie che è stato progettato per l’utilizzo su strada: ha 8 microfoni, disposti in modo da sfidare l’acustica interna dell’automobile, così da poter ascoltare i comandi vocali anche in presenza di musica e rumori come quelli dell’aria condizionata o quelli che provengono dalla strada. L’alimentazione di Echo Auto passa per la presa da 12v o la porta Usb dell’autovettura e si connette all’impianto audio del veicolo attraverso cavo o bluetooth. La connessione a internet di Echo Auto passa attraverso lo smartphone dell’utente, che potrà associare il dispositivo con l’app Alexa su iOS e Android.

“Molti clienti ci hanno segnalato il desiderio di avere accesso ad Alexa ovunque si trovino. Siamo lieti di offrire loro un modo semplice per aggiungere Alexa alla loro automobile”, commenta Eric Saarnio, vicepresidente di Amazon Devices Eu. “Con Echo Auto, i clienti possono ora godersi tutta la comodità garantita da Alexa in viaggio, con la possibilità di riprodurre la musica, effettuare telefonate, proseguire l’ascolto dei propri audiolibri, giocare con i videogiochi, gestire i propri memo e molto altro – tutto questo usando semplicemente la loro voce”, conclude Saarnio.

Lg: arriva smartphone Velvet, tecnologia e 5G in un design unico 

Lg, arriva il nuovo smartphone Velvet, tecnologia e 5G in un design unico

Lg Velvet

Pubblicato il: 16/06/2020 10:16

Arriva in Italia Velvet, il nuovo smartphone di Lg che unisce design, tecnologia e la velocità del 5G in un prodotto che dà il via a un nuovo capitolo per l’azienda coreana. Disponibile già da questa settimana sia nei negozi che online, Velvet ha un prezzo competitivo, 649,90 euro, ma soprattutto viene accompagnato da una promozione che permette, a chi lo acquisterà entro il 30 giugno, di avere in omaggio l’equivalente di 400 euro di accessori: le cuffie wireless con sistema di igienizzazione integrata Lg Tone Free, una cover protettiva e il Dual Screen, il dispositivo che fa da custodia ed è dotato di un secondo schermo indipendente, per ampliare le potenzialità del telefono. Dal 1 luglio e fino al 31 del mese la promozione continuerà ma offrirà solo le cuffie in omaggio.

Quello che colpisce di Velvet è il design: un nuovo concept ispirato alla natura, che si traduce in linee morbide, superfici lisce e levigate ed elementi distintivi che lo rendono subito riconoscibile. Le fotocamere e il flash sono disposti in ordine decrescente di dimensione secondo quello che Lg ha chiamato Raindrop design, che richiama l’immagine di una goccia di pioggia che cade. Il nuovo 3D Arc Design dona a Lg Velvet una forma elegante e maneggevole grazie allo schermo curvo. Sono quattro i colori: Illusion Sunset, Aurora White, Aurora Grey e Aurora Green, con finitura lucida.

Quanto alla tecnologia messa a disposizione in Velvet, a farla da padrone è il display Oled da 6,8 pollici con formato Cinematic FullVision da 20.5:9. Il telefono è dotato anche di sistema Lg 3D Sound Engine, che si avvale dell’intelligenza artificiale per analizzare e ottimizzare automaticamente tutti i contenuti audio. Presenti anche la funzione Voice Bokeh, per enfatizzare la voce principale attenuando notevolmente i rumori di fondo, e la modalità Asmr che consente di cogliere ogni minimo suono aumentando la sensibilità dei due microfoni integrati. Il comparto fotografico è affidato a una fotocamera frontale da 16 megapixel, quella posteriore tripla ha un sensore da 48 megapixel, un grandangolare da 8 megapixel e un sensore di profondità da 5 megapixel. A muovere tutto è un processore Snapdragon 765 di Qualcomm, affiancato sul fronte della connettività da un modem Snapdragon X52 5G di seconda generazione, da 6 giga di ram e 128 di spazio. La batteria, da 4.300mAh, può essere caricata con tecnologia fast charging e anche in modalità wireless. Velvet è anche certificato IP68.

FaceApp, nuovo boom: ecco filtro per cambiare sesso 

FaceApp, nuovo boom: ecco filtro per cambiare sesso

Foto AFP

Pubblicato il: 15/06/2020 15:58

Prima il filtro che invecchiava i volti, ora quello che consente di cambiare genere: da uomo a donna e viceversa. FaceApp lancia una nuova funzione e fa il boom sui social. L’applicazione, che ha già riscosso notevole successo con la moda dei volti invecchiati, ora consente di modificare le fotografie sfruttando l’intelligenza artificiale e passando così al genere opposto.

Scaricando FaceApp, disponibile per iOS e Android, si accede a un menù che prevede anche l’opzione ‘sesso’: una volta scelta la foto da modificare, basterà un clic sulla versione maschile o femminile per ottenere l’effetto desiderato. La foto può essere poi salvata e condivisa sui social o sulle chat.

Il nuovo tormentone è già iniziato e porta con sé vecchi interrogativi sulla questione privacy e dubbi sulla sicurezza dell’app. FaceApp è prodotta da Wireless Lab, società basata a San Pietroburgo fondata a diretta da Yaroslav Goncharov, ex dirigente di Yandex, il principale motore di ricerca in Russia. Appena scaricata, l’app chiede l’autorizzazione di accedere alle foto conservate sullo smartphone, in modo da poterle modificare con i filtri.

L’applicazione inizialmente non ha fornito informazioni precise su che fine facessero le foto caricate dagli utenti. Ma dopo il boom del filtro ‘invecchiamento’ aveva rimarcato di non condividere dati dell’utente con terze parti e che “i dati dell’utente non vengono trasferiti in Russia”, assicurando inoltre che entro 48 ore dall’uso i dati vengono cancellati dal suo cloud.

L’Intelligenza Artificiale rivoluziona il customer care 

L'Intelligenza Artificiale rivoluziona il customer care

Pubblicato il: 09/06/2020 14:47

La “distanza sociale” e la nuova “socializzazione digitale” globale hanno messo in evidenza più che mai l’importanza dei canali digitali nella gestione complessiva dei diversi business, facendo divenire questo tema la priorità lungo l’intera catena del valore. Il customer care non fa eccezione in questo scenario e in Italia alcune aziende se ne sono accorte già tempo prima dell’emergenza Coronavirus. Tra loro la startup italiana Userbot che ha sviluppato una tecnologia proprietaria di Artificial Intelligence per il Customer Service interamente Made in Italy.

“Il mercato dell’Intelligenza Artificiale ha visto nel 2019 una crescita stimata del 62% rispetto al 2018, dopo già un aumento di oltre il 70% rispetto all’anno precedente”, ha dichiarato Antonio Giarrusso, Founder & CEO di Userbot. “È indubbio che l’Intelligenza Artificiale stia vivendo un successo senza precedenti, e questo nonostante la congiuntura sfavorevole conseguente al coronavirus: questo perché la tecnologia è ormai matura e le aziende si ritrovano a dover gestire sempre più conversazioni sui canali digitali, soprattutto in questo particolare periodo storico”.

Una tecnologia a supporto non solo degli utenti, che a loro disposizione hanno risposte efficaci e immediate, senza inutili minuti di attesa al telefono, ma anche delle aziende che in occasione del lockdown si sono ritrovate a dover gestire una mole enorme di domande da parte dei clienti, senza la giusta quantità di personale a disposizione. Lo stesso vale per chi fornisce servizi, supporti e sostegno: il vantaggio di un chatbot con Intelligenza Artificiale è la possibilità di interagire potenzialmente con un numero illimitato di utenti nello stesso momento, ottimizzando i tempi di risposta ed efficientandoli al tempo stesso.

Ma può essere anche un risparmio, in termini economici, per tutte quelle aziende e microimprese che stanno operando in questo complicato periodo storico e che, almeno per il momento, non hanno sufficienti fondi per affidarsi a un nutrito team da impegnare nello svolgimento delle operazioni di assistenza.

Molte grandi aziende infatti utilizzano già queste soluzioni con successo: i settori che ne stanno traendo maggiori benefici sono le telecomunicazioni, l’ecommerce ma anche la vendita al dettaglio, oltre ovviamente alle attività che si occupano di servizi finanziari e energia. “L’Intelligenza Artificiale sta diventando parte integrante della strategia digitale delle aziende di ogni comparto, e in particolare in quelle di medie e grandi dimensioni. Tanto per fare un esempio, oltre la metà delle telco già oggi utilizza chatbot”, ha aggiunto Jacopo Paoletti, Co-Founder & CMO di Userbot. “I manager, soprattutto in ambito enterprise, ne hanno fatto finalmente una priorità nelle proprie scelte di investimento, soprattutto in ottica di digital transformation e open innovation, e la tendenza sembra essere confermata anche in questa fase 2 inerente il COVID-19. Con il nostro Userbot Essential, anche le piccole e medie imprese possono oggi testare direttamente e in autonomia la potenza dell’AI nell’assistenza clienti, in modo davvero facile e veloce e a costi decisamente contenuti, provandola gratuitamente per 14 giorni con una semplice registrazione online”.

La tv fa il consenso politico, detta l’agenda e parla a tutti. I social seguono 

La tv fa il consenso politico, detta l’agenda e parla a tutti. I social seguono

Pubblicato il: 28/05/2020 17:52

Dall’avvio dell’emergenza Coronavirus si è molto dibattuto dell’utilizzo (a volte anche improprio o eccessivo) dei social da parte dei politici per la gestione della comunicazione. L’uso intenso e sicuramente proficuo delle nuove tecnologie si può misurare facilmente prendendo come punto di riferimento i leader che hanno avuto una esposizione mediatica maggiore in questo periodo. E’ il caso, per fare l’esempio più lampante, di Giuseppe Conte. Dall’inizio della pandemia il presidente del Consiglio ha triplicato i propri fan su Facebook (3 milioni) e Instagram (1,5 milioni) e raddoppiato quelli su Twitter. E’ sicuramente vero che sui social l’interazione è diretta e la capacità di profilazione delle piattaforme consente di adattare e personalizzare i messaggi, ma ne sono evidenti anche i limiti.

I social sono un universo frammentato, ogni piattaforma si caratterizza per specificità di linguaggio, profilo socio-demografico dell’utilizzatore, prevalenza dei temi trattati. E, soprattutto, come ormai provato da molteplici evidenze, su temi sensibili generano un effetto polarizzazione creando delle comunità autoreferenziali (le cosiddette echo chamber). E’ proprio la profilazione, infatti, a fare in modo che i messaggi arrivino e vengano scambiati tra gruppi di persone affini dal punto di vista psicografico e, quindi, solo ad una determinata tipologia di utilizzatori. Se da un lato si rinforzano orientamenti (e spesso pregiudizi) politici alla fine si rischia di parlare sempre agli stessi arrivando presto a saturazione rispetto alla possibilità di raggiungere e convincere platee più ampie di persone.

Al confronto è evidente che la televisione continua ad avere un ruolo trainante nella formazione del consenso politico e nella ‘costruzione’ dell’opinione pubblica. In sintesi per quanto riguarda la politica: la tv raggiunge grandi audience, detta l’agenda e i temi del dibattito pubblico e, quindi, alimenta anche il dibattito sui social.

Una conferma di questa teoria arriva dall’analisi dei discorsi di Conte durante l’emergenza e dal confronto tra i dati televisivi Auditel e di quelli social elaborati da Sensemakers Shareablee.

I dati evidenziano che il numero delle persone che hanno guardato i 10 discorsi del Premier in televisione dal 9 marzo al 16 maggio è di oltre 3 volte superiore rispetto alle visualizzazioni degli stessi discorsi su Facebook. E badate bene che si sta confrontando il numero di persone fisiche di fronte alla TV con semplici visualizzazioni nel caso di Facebook (che possono essere state effettuate più volte dalle stesse persone).

Il discorso con la maggiore reach televisiva è stato quello del 26 aprile con 29 milioni di spettatori in TV che ha fatto registrare 4,4 milioni di visualizzazioni su Facebook.

Nella maggior parte dei casi sono proprio i social a sfruttare il traino della tv per amplificare il dibattito. La fotografia più lampante è quella scattata sull’11 marzo, giorno in cui il premier è apparso in tv per annunciare un’ulteriore stretta con l’estensione del lockdown alle attività commerciali. Quel giorno il suo discorso è stato seguito da 23 milioni di persone. E a cascata, su Facebook si è registrata un’impennata dei fan sul suo profilo, aumentati di oltre 250mila in 24 ore.

Ma non è tutto. Basta infatti spostare la lente d’ingrandimento sui dati del 26 aprile per avere un’ulteriore conferma del ruolo ancora predominante della televisione. Il premier annuncia l’inizio della Fase 2, un momento particolarmente atteso che incolla davanti agli schermi 29 milioni di italiani. Sui social, però dopo un mese e mezzo di emergenza sanitaria il premier ha già attratto tutto il bacino dei suoi potenziali estimatori e il giorno dopo su Facebook saranno solo 50mila i nuovi fan del presidente del Consiglio.

Altrettanto illuminante l’analisi relativa a Salvini, che prima e più degli altri ha investito sulla sua presenza social grazie alla famosa “Bestia”. Nello stesso periodo i suoi fan sulle tre piattaforme (Facebook, Instagram e Twitter) sono aumentati solo del 7% (ora a 7,7 milioni di cui 4,2 milioni su Facebook, 2,2 su Instagram e 1,3 su Twitter) mentre il livello medio delle interazioni settimanali è rimasto stabile sui valori pre-Covid. Risultati probabilmente attribuibili alla debole esposizione televisiva.

Nel rapporto tra tv e social emerge poi un altro spunto interessante non solo per il mondo politico ma anche per quello dell’informazione. Se infatti è vero che dal punto di vista della comunicazione il web assume sempre più importanza (e questo spinge sempre di più i colossi dei media a trasmettere i propri contenuti in formato digitale), è altrettanto vero che il digital impone metodologie di misurazione, confronto e calcolo che ad oggi non riguardano l’audience tv. Il digital, in altre parole, ‘affetta’ l’audience tra le diverse piattaforme (da Facebook a Twitter, da Tik-Tok a Instagram), mentre la televisione unifica. Nel caso di messaggi semplici e polarizzanti come quelli dei leader politici, la tv si esalta e il web si frammenta. Questo, soprattutto in tempi di pandemia, ha inevitabili ripercussioni sull’orientamento dell’opinione pubblica: maggiore è lo spazio che si ottiene in tv, più alto è il consenso politico. I social sono utili, ma per tradurre i numeri in consenso serve ancora la tv.

E-commerce, come scegliere la piattaforma per il business 

E-commerce, come scegliere la piattaforma per il business

(Fotogramma)

Pubblicato il: 21/05/2020 13:00

Un ‘consigliere’ per scegliere la piattaforma giusta per il proprio business. EcommerceMatch è l’innovativo preventivatore gratuito realizzato da Tun2U grazie al quale è possibile individuare, in maniera semplice, veloce e intuitiva, la piattaforma più adatta per ciascun e-commerce. Un’idea rivolta sia a chi ha già confidenza con le vendite online che a chiunque si trovi alla prima esperienza.

Con pochi click, infatti, EcommerceMatch, attraverso un funnel guidato, raccoglie tutti i requisiti essenziali del progetto, rielaborandoli tramite un algoritmo intelligente in grado di suggerire la soluzione tecnologica più idonea per un e-commerce, orientando l’utente anche su un’ipotesi di budget per la sua realizzazione. La prima selezione riguarda la piattaforma con cui si ha maggiore confidenza: da Magento a Shopify, da Prestashop a Woocommerce, è sufficiente selezionare la casella per proseguire allo step successivo. Una volta specificato se si tratta di un nuovo progetto o di un refactoring, è fondamentale indicare il tipo di business, ovvero B2C, B2B oppure entrambi.

Un altro passaggio è dedicato alle lingue con cui si intende realizzare la piattaforma (una sola, due o almeno tre), così da riuscire a vendere in più Paesi senza riscontrare problemi. Nel business online i marketplace, se gestiti bene, possono rappresentare una grande opportunità, ecco allora che non poteva mancare la domanda: “Vorresti sincronizzare il tuo e-commerce a un marketplace?”.

Ovviamente, al fine di realizzare una piattaforma e-commerce vincente, è importante conoscere con precisione la quantità dei prodotti da vendere. Che sia per un massimo di 100 referenze o per oltre 10.000, il catalogo che si ha disposizione condiziona inevitabilmente il modello di business. EcommerceMatch prende in considerazione anche la tipologia dei prodotti e se sono “semplici senza configurazioni”, “con varianti di taglia, colore, ecc.” o, tra l’altro, “di varie tipologie”.

Durante il funnel non mancano punti tecnici sulla parte di system integration. Proprio per questo è necessario pensare fin da subito a come aggiornare e gestire il proprio catalogo: manualmente dalla piattaforma, tramite file CSV, XML o XLS oppure attraverso integrazione API.

Viene chiesta inoltre la possibilità di prevedere integrazioni con altri software esterni – quali, ad esempio, software di fatturazione o tool di analisi e/o marketing – o l’automazione logistica, grazie alla quale un e-commerce può comunicare direttamente con il corriere espresso. Se si tratta di un progetto semplice o se non si conoscono le risposte ad alcune domande più tecniche, è prevista la possibilità di scartarle per passare alla successiva. Non manca chiaramente, un dettaglio fondamentale: l’obiettivo di vendita mensile. Questo viene preso in considerazione dall’algoritmo come indicatore dell’entità del progetto nella mente dell’utente.

Al termine del funnel appare immediatamente la soluzione cucita su misura per il progetto, con tanto di range di prezzo e piattaforme suggerite dall’algoritmo per il caso specifico. “EcommerceMatch – ha spiegato Luca Migliorati, CEO di Tun2U – nasce con l’intento di orientare tutti gli imprenditori che vogliono intraprendere un nuovo progetto e-commerce, soprattutto in questo momento in cui è forte la necessità di non tralasciare più le opportunità del commercio online. Chiaramente lato budget l’esito dell’algoritmo indica dei parametri ipotetici che possono variare a seguito di una valutazione dettagliata del progetto”.

Coronavirus, influencer sempre più star 

Coronavirus, influencer sempre più star

(Fotogramma)

Pubblicato il: 21/05/2020 12:18

Con l’arrivo del Coronavirus si è aperto un dibattito intorno al ruolo degli influencer e sul futuro dell’influencer marketing. Da un lato alcuni sostengono che il 2020 sarà l’anno che sancirà fine di questo fenomeno mentre altri supportano la tesi per cui gli influencer, durante questo periodo di emergenza sanitaria, hanno avuto un ruolo sociale fondamentale diventando sempre più dei punti di riferimento per la diffusione di messaggi positivi e di sensibilizzazione sociale o di importanti iniziative benefiche.

A sostegno di questa tesi FLU, agenzia italiana parte di Uniting Group Holding specializzata in influencer marketing, ha condotto un’analisi dal titolo “Il ruolo sociale dell’influencer ai tempi del Covid-19” che, attraverso esempi di attività social e testimonianze dei diversi player del mercato, racconta come si sono evoluti linguaggi, contenuti e, in generale, lo scenario in cui operano influencer e content creator e quali sono le pratiche corrette per utilizzare al meglio gli strumenti dell’influencer marketing per realizzare campagne efficaci anche in questo periodo di emergenza.

Il periodo di lockdown ha avuto un forte impatto sulla vita di tutti, facendo emergere sempre di più la necessità di comunicare, condividere e stabilire relazioni autentiche attraverso i social network, che si sono trasformati sempre di più negli unici luoghi dove poter connettere le persone e stimolare momenti di aggregazione, per continuare sentirsi vicini.

Un trend confermato da tutte le piattaforme che in questi ultimi mesi hanno assistito a un inevitabile incremento del tempo di connessione da parte degli utenti e un aumento senza precedenti di interazioni tra influencer e follower su Facebook, Instagram, Twitter e YouTube. Anche Pinterest, app di scoperta visiva con oltre 335 milioni di utenti attivi, ha fornito agli influencer un’opportunità di connessione ancora più profonda con la propria community, attraverso la pubblicazione dei propri contenuti e pin, utili per aiutare le persone a trovare ispirazione per migliorare i momenti della vita quotidiana.

Ad oggi il social network continua a vedere i massimi storici in uso in tutto il mondo. Infatti, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ha registrato un aumento di creazione delle bacheche del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con un 40% in più di contenuti salvati su base annua. Per quanto riguarda l’Italia, il social network ha visto un aumento del 79% della creazione di bacheche e un +102% per quanto riguarda le ricerche.

“Gli utenti di Pinterest sono alla ricerca di idee da risorse affidabili, che possano aiutarli con soluzioni per l’oggi come lavorare da casa, intrattenere i bambini e nuove ricette da provare. Negli ultimi mesi la priorità di Pinterest è stata quella di garantire agli utenti informazioni affidabili, limitando i risultati delle ricerche su termini come COVID-19 per far emergere solo le informazioni ufficiali delle organizzazioni sanitarie pubbliche e rilasciando una nuova funzione: la scheda “Oggi”, una fonte di ispirazione quotidiana con pin di tendenza, a partire da un focus sulle informazioni relative al Coronavirus” afferma il Creator Team di Pinterest.

Questa evoluzione dei social network ha comportato un aumento esponenziale della visibilità ottenuta dagli influencer ed è emerso sempre di più il loro potere mediatico. Un ruolo di maggiore rilievo utilizzato per sostenere e lanciare iniziative di solidarietà e donazioni per sconfiggere il Covid-19, ma anche per raccontare la propria quotidianità domestica, condividendo con i follower i propri stati d’animo, incertezze e paure, scegliendo di mostrarsi la parte di sé più autentica.

Durante la fase di emergenza, le aziende che hanno scelto di affidare agli influencer la comunicazione di campagne di brand awareness e reputation, hanno riscontrato successo proprio perché il messaggio è stato veicolato da persone reali che vivono esperienze comuni, capaci di creare contenuti validi e pertinenti con le esigenze dei loro follower.

Per le aziende è diventato inoltre fondamentale parlare ai consumatori in modo nuovo e più autentico, capire quando è il momento di comunicare e quando invece è più importante agire in modo concreto in favore dell’emergenza, per instaurare un vero legame emozionale tra brand e consumatore.

Lo scenario totalmente inaspettato, verificatosi a seguito dell’insorgere dell’emergenza Covid-19, ha aperto l’influencer marketing a nuove prospettive. I primi e a cogliere a pieno l’evoluzione dei linguaggi e dei contenuti sono stati, e lo saranno anche per la Fase 2 e 3, quegli influencer che hanno saputo interpretare al meglio il ruolo di content creator, grazie alla pubblicazione di messaggi spontanei e autentici. Si è venuta a creare così una tendenza che pone al centro un diverso approccio che vede gli influencer prendersi cura delle nuove generazioni attraverso la proposta di idee e progetti originali, in grado di restituire sguardi fiduciosi sul futuro.

“Ciò che ha dato una spinta al ruolo sociale degli influencer durante il periodo del lockdown è stata proprio la loro capacità di dare vita a messaggi generativi, narrazioni percepite dai propri follower come autentiche, creatrici e curatrici di futuro. Ma non solo, oltre ad intrattenere e a produrre contenuti creativi, il loro ruolo è stato divulgativo e incentrato sul rispetto delle regole in questa nuova fase, su come vivere i ritrovati spazi pubblici condivisi nel rispetto delle normative governative. La sfida d’ora in poi, sia per gli influencer che per i brand, sarà infatti quella di saperci accompagnare nella nuova fase, mantenendo ancora vivo quest’approccio”, conclude Rosario Magro, Co-Owner e Sales & Marketing Director di FLU.