Governo, Draghi ottiene la fiducia al Senato

(Adnkronos)

Il Senato ha votato la fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e due astenuti. Con questa maggioranza l’esecutivo dell’ex presidente della Bce non ce l’ha fatta a superare Monti che il 17 novembre del 2011 ottenne la fiducia a palazzo Madama da 281 senatori.

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Numeri alla mano, per 19 voti Draghi non ce la fa a superare il governo Monti. Pesano sicuramente i ‘dissidenti’ pentastellati: sono 15 che votano ‘no’ a cui vanno aggiunti 6 assenti che non rispondono alla ‘chiama’. A questi si aggiungono i voti di Fdi, unica formazione all’opposizione, e poi i no dal gruppo Misto di Alfonso Ciampolillo, Elena Fattori, Michele Gianrusso, Carlo Martelli, Paola Nungnes e Luigi Paragone. Cinque i senatori in congedo: Umberto Bossi, Giorgio Napolitano, Salvatore Sciascia, Liliana Segre e Orietta Vanin dei 5 Stelle. Otto gli assenti e di questi 6 M5S: Giuseppe Auddino, Elena Botto, Antonella Campagna, Emanuele Dessì, Vincenzo Garruti, Nunzia Nocerino. In missione: Pier Ferdinando Casini, Eugenio Comincini di Iv e Francesco Castiello di M5S. Due gli astenuti: Tiziana Drago del Misto e Albert Laniece delle Autonomie.

In questa speciale classifica dopo Monti ci sarebbe il governo Andreotti IV (che incassò al Senato 267 sì), il cosiddetto esecutivo della solidarietà nazionale, che nacque dopo mesi di confronto tra Dc e Pci e come risposta unitaria dello Stato al rapimento di Aldo Moro.

In epoca più recente per avere governi di larga coalizione si deve far riferimento agli esecutivi guidati da Mario Monti ed Enrico Letta. Il primo, sostenuto da Pdl, Popolo e territorio, Pd, Udc, Fli, Italia dei Valori e Minoranze linguistiche, il 17 novembre del 2011 ottiene la fiducia al Senato con 281 favorevoli e 25 contrari, su 307 presenti, pari al 91%. Alla Camera, il giorno dopo, i favorevoli sono 556, i contrari 61 su 617 presenti, con una percentuale di sì pari al 90%.

L’esecutivo guidato da Letta, che gode del sostegno di Pd, Pdl, Scelta civica e Minoranze linguistiche, il 29 aprile ottiene il via libera della Camera con 453 voti a favore, 153 contrari e 17 astenuti (Lega), su 623 presenti, con una percentuale del 72%. Al Senato i sì sono 233, i contrari 59, gli astenuti 18, su 311 presenti, con una percentuale del 74%.

Draghi, il discorso in Senato e la replica

E’ arrivato poco prima di mezzanotte il sì di Palazzo Madama. In mattinata Draghi aveva parlato in Senato per ottenere la fiducia: nel suo discorso ha delineato il programma, tra piano vaccinale e recovery plan. “Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”, ha affermato il premier . Tredici cartelle divise in 10 paragrafi: lo stato del Paese un anno dalla pandemia; le priorità per ripartire; oltre la pandemia; parità di genere; il Mezzogiorno; gli investimenti pubblici; Next Generation Eu; obiettivi strategici; le riforme; i rapporti internazionali. Tutti si aspettavano che l’ex numero uno della Bce non fosse emozionato, invece lo è e molto. Lui stesso lo ammette in un passaggio del suo intervento, nell’incedere sicuro con cui legge il testo ha un’incertezza sui numeri della pandemia, arriva in suo soccorso il neo ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Ecco l’intervento del premier a palazzo Madama.

“Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale – è l’esordio- Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno. Prima di illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”.

Intorno alle 20.40 la replica in Senato. Replica che comincia con il microfono spento. Le prime parole sfuggono all’emiciclo di palazzo Madama e subito si avvicina Federico D’Incà, ministro dei Rapporti con il Parlamento, nella veste di ‘microfonista’. “Scusate, devo ancora imparare…”, si giustifica il premier, prima di riprendere il suo intervento. “Gli interventi del dibattito hanno dimostrato la consapevolezza del disastro economico, sanitario, sociale, educativo e culturale. È con questa consapevolezza che questo governo costruirà nei fatti con sia la sua credibilità. Ringrazio per la stima ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti del governo da me presieduto”, ha affermato.

Governo, Ciampolillo arriva in extremis. Di nuovo

Roma, 17 feb. (Adnkronos)

”Vuole intervenire per che cosa? In dissenso? Ma lei per la verità non era iscritto. Arriva sempre all’ultimo momento…”. La presidente del Senato Elisabetta Casellati, terminate le dichiarazioni di voto e quelle in dissenso, si sente chiamare da Lillo Ciampolillo. Memore del voto alla fiducia del governo Giuseppe Conte in zona Cesarini che sollevò tante polemiche, Casellati non si trattiene: ”Ogni volta arriva all’ultimo…”. Si sentono mugugni e qualche grido di protesta all’indirizzo di Ciampolillo che assicura: ”Presidente, io non sono arrivato all’ultimo, mi ero iscritto in dissenso…”. Casellati cede: ”Va bene parli pure in dissenso ma ogni volta…”. Ovazione, alla fine, quando il senatore vota alla seconda chiama.

Champions, Porto-Juve 2-1: Pirlo spera dopo gara da incubo

(Adnkronos)

Juve battuta 2-1 dal Porto nell’andata degli ottavi di Champions League. I bianconeri vanno k.o. in casa dei lusitani in una gara giocata malissimo e raddrizzata parzialmente nel finale. Il Porto sblocca il risultato dopo poco più di un minuto grazie all’imbarazzante giocata di Bentancur, che sbaglia il retropassaggio verso Szczęsny e regala a Taremi la rete dell’1-0. La reazione della formazione di Pirlo è sostanzialmente nulla. Il Porto controlla agevolmente, i campioni d’Italia non sono in campo. Il secondo tempo inizia con copione identico. La Juve, dopo l’intervallo evidentemente non sfruttato nel modo migliore, inizia la ripresa dormendo. Il Porto affonda senza trovare ostacoli e al 47′ Marega deve solo appoggiare in porta il pallone del 2-0. La serata da incubo della Juve prosegue senza sussulti. La squadra gioca in maniera inguardabile e praticamente non tira mai in porta. I cambi di Pirlo non producono nessun effetto. All’82’, l’unica azione decente dei bianconeri produce il gol che tiene vive le speranze di qualificazione. Rabiot scappa a sinistra in una delle rare azioni in profondità dei torinesi e mette in area un pallone invitante. Chiesa calcia di destro, colpendo male la palla: poco importa, gol e 2-1.

Governo, Paragone a Draghi: “Incappucciato della finanza”

(Adnkronos)

“Lei è un incappucciato della finanza”, ha detto il senatore del gruppo Misto Gianluigi Paragone, rivolgendosi al premier Draghi nell’Aula del Senato poco prima del voto sulla fiducia al governo. “Lei insiste a definire l’euro irreversibile. Anche per la DDR il muro lo era ma non aveva fatto i conti con la disperazione della gente”, ha aggiunto.

“Lei è qui per chiudere quel processo di svendita cominciato con le privatizzazioni del Britannia… Lei è qui per consegnare gli italiani al mangiafuoco dei mercati. Si può togliere il cappuccio, ormai lei è il governatore dell’Italia”, l’affondo di Paragone.

Sanremo 2021, test positivo al Covid per Conficconi (Extraliscio)

(Adnkronos)

Mancano poco meno di due settimane al festival ma Sanremo registra il primo positivo nel cast. All’arrivo al Teatro Ariston, uno dei membri della band degli Extraliscio, Moreno Conficconi, detto il Biondo, è risultato positivo al tampone antigenico a cui si è sottoposto prima di entrare in teatro per le prove, come da protocollo sanitario anti-Covid. La notizia, anticipata dal sito del Secono XIX, è stata confermata all’Adnkronos da ambienti del festival. Per la band, che è in gara al festival, è scattato l’isolamento in attesa che il componente risultato positivo venga sottoposto al tampone molecolare.

Se venisse confermata la positività, la band potrebbe comunque sperare di partecipare al festival se, dopo dieci giorni di quarantena, il tampone risultasse negativizzato.

M5S, Crimi: “Sta cambiando, percorso non si ferma”

(Adnkronos)

” Il MoVimento sta cambiando il MoVimento, e il percorso non si ferma”. Ad affermarlo il capo politico M5S Vito Crimi in un post su Facebook. “Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla consultazione per la modifica dello Statuto del MoVimento 5 Stelle. Una consultazione che non sarebbe stata possibile, senza il grande e intenso lavoro svolto dalle migliaia di iscritti, attivisti e simpatizzanti che nei mesi scorsi hanno preso parte agli Stati Generali. A tutti voi va la mia sincera riconoscenza. Con le vostre idee e proposte avete contribuito a definire le modifiche che abbiamo votato in questi giorni, ed anche le successive di cui si occuperà la leadership collegiale così fortemente voluto”.

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“La vita politica del MoVimento 5 Stelle è coordinata dai suoi organi. Non è stato convocato alcun ‘conclave’ degli iscritti, che saranno coinvolti all’insegna della massima partecipazione, come è sempre stato”, sottolinea poi.

“Con la votazione di oggi, termina la fase relativa alla riorganizzazione della governance della nostra comunità. Il MoVimento non avrà più un capo politico, bensì un nuovo organo collegiale denominato ‘Comitato direttivo’. La mia funzione di reggenza, al contrario di quanto è stato erroneamente affermato, non è conclusa e, interpellato in tal senso il Garante Beppe Grillo, proseguirà fino a quando non saranno eletti i 5 membri del nuovo Comitato. Fino ad allora, come previsto dall’art. 7 lett. d) dello Statuto, in qualità di membro più anziano del Comitato di garanzia assumerò temporaneamente le veci del Comitato direttivo e procederò, come da Statuto, all’indizione della votazione per l’elezione dei suoi componenti”, aggiunge Crimi.

Covid Francia, oltre 25mila nuovi casi e 310 morti

(Adnkronos)

La Francia ha registrato 25.018 nuovi casi di coronavirus e 310 decessi nelle ultime 24 ore. Il bilancio dei contagi dall’inizio della pandemia sale a 3.514.147, mentre le vittime sono 83.122. Rimangono ospedalizzate 25.974 persone, in calo di 265 rispetto a ieri, mentre sono 3.350 i pazienti ricoverati in terapia intensiva.

Il ministero della Salute ha inoltre dichiarato che 2.406.172 persone hanno già ricevuto la prima dose del vaccino, mentre nelle ultime 24 ore, a 107.742 abitanti è stata somministrata la seconda dose, portando il numero totale di persone che hanno completato la vaccinazione a 923.289.

Parlando dopo una riunione di gabinetto in mattinata, il portavoce del governo francese Gabriel Attal ha rilevato il leggero miglioramento negli indicatori del Covid-19 del paese, ma ha avvertito che è ancora troppo presto per allentare le restrizioni.

“Il numero di nuovi casi è diminuito del 10 per cento questa settimana. È diminuito leggermente anche il numero di pazienti ospedalizzati, ma sarebbe irragionevole diminuire i nostri sforzi e rivendicare la vittoria. La circolazione delle varianti del virus rappresenta una vera minaccia – ha ribadito Attal – La situazione è così fragile che ogni piccolo fattore può cambiarla. Stiamo adottando misure rapide e proporzionate adattate all’emergenza”.

A differenza di altri paesi europei, la Francia ha deciso contro un nuovo lockdown, scommettendo su un coprifuoco notturno, in vigore da metà dicembre, e una campagna di vaccinazione rafforzata. Le autorità hanno inoltre intensificato i controlli alle frontiere, ordinato la chiusura di grandi centri commerciali e intensificato i pattugliamenti di polizia per far rispettare il coprifuoco.

E’ morto il boss Raffaele Cutolo, aveva 79 anni

(Adnkronos)

E’ morto Raffaele Cutolo. Il boss, che aveva 79 anni, è stato il fondatore della Nuova Camorra Organizzata. Cutolo era detenuto nel carcere di Parma e di recente era stato ricoverato nel reparto sanitario della casa circondariale. E’ quanto si apprende da fonti vicine alla famiglia.

“Cutolo ormai era finito da tempo, so che stava malissimo. Mi dispiace come uomo”. Così Felice Di Persia, sostituto procuratore che avviò l’inchiesta sulla Nuova Camorra Organizzata, commenta all’Adnkronos la scomparsa di Cutolo. “E’ l’unico che non si è pentito – riflette Di Persia – se l’avesse fatto avremmo potuto sapere parecchie cose, segreti che ha portato via con sé”. Il processo alla Nuova Camorra Organizzata fu decisivo per lo smantellamento della potente organizzazione cutoliana: “Fu detto ‘processo Tortora’ – ricorda Di Persia – ma i rinviati a giudizio furono 630, il processo in tre tronconi portò a 480 condanne, un risultato che diede cartezza alla nostra indagine. Con quel processo la Nuova Camorra organizzata finì, rimasero solo delle frange che poi man mano sono state sconfitte”.

Raffaele Cutolo “fu boss potente, più di un primo ministro. Un potere che lo tenne in carcere tutta la vita. I segreti, che si porta nella tomba,- non riuscirono a ricattare il potere politico che l’aveva usato. Uomo violento e disperato partorito da un territorio violento e disperato”. Lo scrive lo scrittore Roberto Saviano su Twitter.

Camera, parte corsa per successore Carfagna

(Adnkronos)

La dead line è il 24 febbraio, termine fissato per l’elezione in Aula alla Camera. Fino ad allora impazzerà il totonomi, perché si tratta di una poltrona che, almeno sulla carta, fa gola non solo a Fi, ma anche ad altri partiti come Lega e Pd. Stiamo parlando della scelta di un vicepresidente al posto dell’azzurra Mara Carfagna, diventata ministra per il Sud del governo Draghi.

In casa Fi, tra gli altri, si fanno i nomi di Annagrazia Calabria, Simone Baldelli, Stefania Prestigiacomo. La vicepresidenza potrebbe interessare anche il Carroccio visto che il partito di Matteo Salvini può contare nell’attuale ufficio di presidenza su tre segretari ma nessun ‘vice’ e questore. I dem, invece, hanno un solo segretario, nessun questore e ‘vice’, visto che Ettore Rosato è passato con Iv portandosi la vicepresidenza. Alla Lega potrebbe tornare utile questo posto, qualora dovesse perdere la presidenza del Copasir (guidata da Raffaele Volpi) per cederla all’opposizione, ovvero a Fdi. Ma riaprire la partita del Copasir in questo caso specifico sembra una strada alquanto impervia al momento.

Leu e la formazione centrista Noi per l’Italia hanno a testa un segretario nell’ufficio di presidenza e questo, fanno notare fonti parlamentari, potrebbe bastare per evitare di accampare pretese. Forza Italia, che punta a tenere per sè il posto lasciato vacante da Carfagna, ha per ora solo il questore anziano Gregorio Fontana dopo che il deputato siciliano, ex azzurro, Francesco Scoma è approdato in Italia Viva ed è segretario dell’Ufficio di presidenza, una carica quest’ultima che potrebbe cedere qualora dovesse aspirare a un sottosegretariato del Sud con Draghi.