Malattie rare, nuovo anticorpo efficace su gastrite e duodenite eosinofila

Roma, 17 feb. (Adnkronos Salute)

Si chiama AK002 (lirentelimab) il nuovo anticorpo monoclonale che può rivelarsi utile per la gastrite e la duodenite eosinofila, condizioni cliniche rare ma sempre più di frequente riscontro. A rivelarlo uno studio multicentrico americano guidato dal ricercatore Evan S. Dellon, professore della divisione di gastroenterologia ed epatologia della Scuola di Medicina dell’Università della Carolina del Nord pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Lo studio – il primo randomizzato in pazienti con gastrite e duodenite eosinofila, condizioni ancora poco studiate e per le quali c’è un urgente bisogno di trattamenti efficaci – ha raggiunto la fase II e mostra che un nuovo anticorpo monoclonale può andare a colpire il recettore siglec-8, specifico per ridurre il numero e l’attività di eosinofili e mastociti, principali mediatori delle manifestazioni cliniche e delle complicanze legate a queste patologie. Dei 65 pazienti randomizzati, 43 hanno ricevuto AK002 e 22 hanno assunto placebo. Il farmaco ha permesso di ottenere una riduzione media della conta degli eosinofili gastrointestinali del’86%, rispetto al 9% registrato nel gruppo placebo. Inoltre, una risposta clinica si è verificata nel 63% dei pazienti che hanno ricevuto AK002 e nel 5% dei pazienti che hanno ricevuto il placebo. In sostanza i pazienti non solo hanno avuto riduzioni importanti nella conta degli eosinofili nei tessuti, ma hanno anche avuto un sostanziale miglioramento dei sintomi rispetto al placebo.

“Attualmente non esistono cure per questi disturbi, se non il cortisone, da assumersi qualora la sintomatologia abbia un carattere di severità tale da richiederla. Ricordo infatti – spiega Edoardo Savarino, membro del Comitato Direttivo della Società italiana di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige) e professore associato dell’università di Padova – che il cortisone è sicuramente un farmaco efficace, ma se assunto in cronico o per lungo termine è responsabile di rilevanti effetti collaterali che possono anche compromettere l’aspettativa di vita, oltre alla sua qualità. Altre strategie terapeutiche includono l’utilizzo di farmaci biologici (vedolizumab), anti-asmatici (anti-leucotrienici), immunosoppressori (Azatioprina), e diete varie la cui efficacia è variabile e scarsamente supportata dalla letteratura scientifica”.

Gastrite e duodenite eosinofila sono malattie rare, gastrointestinali e benigne caratterizzate dalla presenza di sintomi gastrointestinali non specifici, associati ad un’infiltrazione eosinofila del tubo digerente, che può coinvolgere diversi segmenti e strati all’interno della parete gastrointestinale. I pazienti affetti da queste malattie presentano dei livello troppo elevati di eosinofili e mastociti, cellule che servono il sistema immunitario, e sono presenti anche a livello della parete gastrica e duodenale. Si tratta di condizioni molto spesso sotto diagnosticate ma che non andrebbero assolutamente sottovalutate. I sintomi della gastrite e della duodenite eosinofile possono essere la nausea, dolori addominali di tipo cronico, gonfiore addominale, vomito, diarrea e perdita di appetito. L’infiltrazione eosinofila di stomaco e duodeno, di lieve entità, è presente anche in altre patologie molto frequenti quali la dispepsia funzionale. Queste malattie comportano una riduzione notevole della qualità di vita e un eccesso di ospedalizzazione e di medicalizzazione.

“Siamo entusiasti che la ricerca stia mettendo la lente di ingrandimento sulle patologie gastrointestinali eosinofile – spiega Roberta Giodice, presidente Eseo Italia -. A causa della loro rarità esse sono difficili da diagnosticare e prive di terapie specifiche. I malati convivono con la sofferenza della patologia, con l’incertezza dovuta a terapie non risolutive, con la frustrazione nel dover constatare che spesso tutti i sacrifici, attuati per testare i tentativi delle procedure cliniche, non portano ai risultati sperati. Ringraziamo gli esperti che con il loro impegno ed i loro studi ci permettono di alimentare la speranza, motore che accende volontà e impegno e ci permette di costruire le fondamenta della resilienza. Essa è fondamentale per convivere con la patologia e potersi proiettare verso il futuro con un atteggiamento positivo ed intraprendente nell’attesa che si trovi una terapia efficace e senza troppe controindicazioni”.

Non è stato ancora chiarito cosa inneschi le malattie, ma si attribuisce un ruolo importante a una reattività allergica, anche perché il 45-63% delle persone con gastroenterite eosinofila ha una storia pregressa di asma, rinite o eczema allergici o di allergie agli alimenti. “L’efficacia di AK002 sia su eosinofili che su mastociti dimostrata in questo trial randomizzato controllato – conclude Savarino – rendono questo farmaco un potenziale candidato terapeutico per la gastrite eosinofila, la duodenite e l’esofagite eosinofila, ma soprattutto per una varietà di patologie allergiche e condizioni infiammatorie, in cui gli eosinofili e la mast cellule svolgono un ruolo patogenetico e clinico rilevante.”

Covid Valle d’Aosta, 14 nuovi contagi e nessun morto: bollettino

Torino, 17 feb.- (Adnkronos)

Sono 14 i nuovi contagi da Coronavirus in Valle d’Aosta secondo il bollettino di oggi, nessun morto registrato. E’ quanto emerge dall’aggiornamento sanitario emesso dalla Regione. Da inizio pandemia sono 7936 le persone contagiate dal Coronavirus, i casi positivi attuali sono 131, cinque più di ieri, di cui otto ricoverati in ospedale, due in terapia intensiva e 121 in isolamento domiciliare. I guariti sono saliti a 7392, + 9 rispetto a ieri, il totale dei tamponi effettuati fino ad oggi è di 74.548 +322 rispetto a ieri di cui 2447 processati con test antigienico rapido. I decessi da inizio pandemia sono 413.

Su Rai1 ‘Le indagini di Lolita Lobosco’

Roma, 17 feb. (Adnkronos)

Quattro prime serate su Rai1 con Luisa Ranieri nei panni del vicequestore protagonista della nuova serie giallo-rosa “Le indagini di Lolita Lobosco”, firmata dal regista Luca Miniero e liberamente tratta dai romanzi di Gabriella Genisi (editi da Sonzogno e Marsilio Editori). Una produzione Bibi Film Tv e Zocotoco in collaborazione con Rai Fiction, prodotta da Angelo Barbagallo e Luca Zingaretti, in onda in prima visione da domenica 21 febbraio.

Intuito, determinazione, coraggio, ma anche fascino, femminilità e una sana malizia. Single e poliziotta di razza, Lolita dopo alcuni anni trascorsi al Nord è tornata a Bari, la sua città natale. Con l’incarico di vicequestore viene messa a capo di una squadra di soli uomini, una sfida che la vedrà impegnata non solo nel gestire indagini complesse e omicidi, ma anche i tanti pregiudizi e stereotipi sul lavoro e nella vita privata. Firmano soggetto di puntata e sceneggiatura Massimo Gaudioso, Daniela Gambaro e Massimo Reale.

Lolita è una donna del Sud, mediterranea, vivace, empatica e single in carriera; vicequestore del commissariato di polizia a Bari, sua città natale dov’è appena tornata dopo un lungo periodo di lavoro nel Nord Italia. A capo di una squadra di soli uomini, per essere autorevole Lolita non ha bisogno di castigare la sua innata sensualità. In un mondo ostinatamente governato dai maschi come quello dell’investigazione e della giustizia, Lolita sceglie di rimanere se stessa, un prezioso mix di esplosiva bellezza e un pizzico di malizia che le permette non solo di affermarsi sui colleghi uomini, ma anche di combattere il pregiudizio di alcune donne. Lolita però, nonostante sprigioni fascino e bellezza, non ha mai avuto una storia importante. Trova sempre delle scuse per non impegnarsi: il lavoro, il poco tempo, il suo ruolo, i difetti del partner, il desiderio di indipendenza. È di natura passionale, ma c’è qualcosa che la blocca, qualcosa che ha a che fare con il suo passato famigliare.

Se nella sfera pubblica è affiancata dai devoti e anche un po’ innamorati attendenti Forte ed Esposito, il suo mondo privato è tutto al femminile: la madre Nunzia e la sorella Carmela con le quali ha un rapporto spinoso, ma ugualmente affettuoso, e l’amica magistrato Marietta, sposata e madre, ma segretamente invischiata in amorazzi e avventure extraconiugali. È proprio Marietta a presentarle Danilo, un bellissimo giornalista quasi trentenne. Malgrado le profonde resistenze della donna, vista soprattutto la differenza d’età, tra i due nasce un’appassionata liaison, che farà interrogare Lolita su cosa significhi, per una professionista come lei, mettersi in gioco nella vita senza vergognarsi dell’amore.

Dai romanzi di Gabriella Genisi, una moderna declinazione al femminile del giallo all’italiana ibridato con la commedia rosa.

NOTE DI REGIA

Sono passati più di cinquanta anni da quando la prima donna è entrata in polizia. Ne è passata di acqua sotto i ponti per arrivare a Lolita. Una poliziotta diversa, questo è sicuro, bella, competente e piena di uomini anche se non è mai l’uomo giusto. Il racconto di una donna fragile con un linguaggio di ripresa più vicino al thriller o al giallo che ai colori della commedia. Realismo nelle inquadrature e attenzione alla messa in scena al servizio del personaggio, sia nella fase di indagine che nella vita familiare. Non manca, ovvio, il divertimento soprattutto grazie agli attori che circondano la protagonista.

Il casting che si compone intorno alla bravissima Luisa Ranieri infatti pone la stessa attenzione a tutti i ruoli, anche a quelli di una sola posa.

È il miglior modo per contribuire a pennellare quell’affresco della provincia barese che Gabriella Genisi, la scrittrice, ha creato con profondità grazie alla chiave di lettura del giallo, ma non senza spruzzate di rosa.

Tutte le componenti del racconto si pongono così al servizio di questo dipinto ironico della realtà meridionale per rispettarne l’anima variopinta.

Perché il sud è proprio come Lolita, 999 colori più uno: il giallo.

PRIMO EPISODIO – LA CIRCONFERENZA DELLE ARANCE

Quando il vicequestore Lolita Lobosco viene trasferita da Legnano a Bari, sua città natale, tutto si aspetta tranne che di vedersi comparire davanti, per giunta ammanettato, Stefano Morelli, dentista incensurato e suo primo grande amore adolescenziale. L’uomo è accusato dell’infamante crimine di abuso sessuale nei confronti della sua assistente, Angela Capua, che, non dopo indecisioni e paure, si è decisa a denunciarlo.

Combattuta tra il ruolo che ricopre e il sentimento che la lega a Stefano, Lolita si convince, a dispetto dell’evidenza degli indizi, della sua innocenza: anche se lo ritiene bugiardo e infedele, lo considera incapace di un gesto di tale gravità.

Sacrificando alle indagini le ferie natalizie e tutta la turbinosa vita familiare fatta di pranzi in famiglia e giochi con i nipoti, Lolita cerca quindi di scagionare Stefano, e grazie al suo acume investigativo il caso sembra prendere la giusta piega. Stanno finalmente emergendo elementi che confermano le dichiarazioni di Stefano, quando, sulla spiaggia, viene rinvenuto il cadavere della povera Angela Capua e purtroppo Stefano non ha alcun alibi per l’orario in cui è avvenuto il delitto.

SECONDO EPISODIO – SOLO PER I MIEI OCCHI

Lolita non fa in tempo a varcare la soglia della questura che viene coinvolta nelle indagini sull’omicidio di una donna bellissima scomparsa da casa da più di una settimana: Bianca Empoli.

La donna è un’affermata musicista, una suonatrice d’arpa che all’insaputa del marito, Vito Loconsole, ha affittato un appartamento per studiare e preparare i propri concerti da solista. Ed è proprio lì che il suo cadavere è stato ritrovato dai vicini di casa.

Sembrerebbe un’ordinaria storia di tradimento, culminata con l’omicidio della moglie da parte del marito geloso, ma Vito Loconsole ha un alibi di ferro ed è sicuramente estraneo all’omicidio: la sua unica colpa è di aver trascurato Bianca per dedicarsi alla sua professione di antiquario.

Così Lolita, cercando con determinazione il colpevole, si trova a scavare nella vita di Bianca, sua coetanea, e a confrontarsi con le scelte inusuali della donna. La sua morte le appare l’amaro epilogo di una vita tanto premiata dal successo quanto segnata dalla solitudine.

E la scoperta della verità sarà ancora più amara per la nostra bellissima poliziotta.

TERZO EPISODIO – SPAGHETTI ALL’ASSASSINA

Lolita, quel ristorante a pochi metri da casa sua, neanche lo conosce.

È mattina presto quando, richiamata dalle grida allarmate dei passanti, si precipita in strada in vestaglia. Qualcuno deve essersi sentito male nel locale dove si servono i rinomati “Spaghetti all’Assassina”.

Rinomati per gli altri, ma sconosciuti per lei, che nulla sa delle lunghe liste di prenotazioni che scandiscono gli ingressi al ristorante dove lo chef Geppino Schirone, detto Pap’russ, ha fatto di quella ricetta assai piccante il suo cavallo di battaglia.

Così, in vestaglia e ciabattine, Lolita rinviene il cadavere del cuoco, sicuramente assassinato. Un nuovo caso di omicidio che pare senza colpevoli, e che la priverà della sapida esperienza di poter assaggiare la celebre ricetta dalle mani del suo inventore.

Una brutta vicenda quella che ruota intorno alla morte di Geppino Schirone, che si rivela essere un personaggio pieno di ombre e di ambiguità. Insomma il tipo di persona che Lolita vedrebbe volentieri dietro le sbarre ma che in questa indagine è in credito con la giustizia.

QUARTO EPISODIO – GIOCO PERICOLOSO

Le rimpatriate con i vecchi compagni di scuola sono di una noia mortale. Per questo motivo Lolita, scortata da Antonio Forte, suo ex compagno di banco e oggi suo collaboratore in Polizia, partecipa malvolentieri alla tradizionale abbuffata che la sua vecchia classe di liceo organizza da anni alla trattoria “da Salvatore”.

Durante la cena Lolita parla a lungo con Vittorio Lamuraglia, un suo ex compagno di scuola che si occupa di pubbliche relazioni ed è appena rientrato dagli Stati Uniti. Vittorio, precocemente invecchiato, si prodiga in complimenti verso la bella poliziotta e fa innervosire non poco il gelosissimo Antonio.

La mattina dopo Lolita viene svegliata dall’inspiegabile e tragica notizia della morte di Vittorio. Dalla prima ricostruzione dei fatti emerge l’ipotesi che l’ex compagno di scuola si sarebbe ucciso gettandosi da un terrapieno solo poche decine di minuti dopo aver salutato Lolita e Forte.

Questa versione dell’accaduto non soddisfa l’acume investigativo di Lolita, che decide di approfondire le indagini sul caso, già destinato all’archiviazione dal Pubblico Ministero.

Con determinazione e testardaggine Lolita riesce così a fare luce non soltanto sulla misteriosa fine di Vittorio ma su un più vasto e complesso scenario, dove fiumi di denaro, corruzione e morte la fanno da padroni.

Covid Campania, 1.575 nuovi contagi e 14 morti: bollettino

Napoli, 17 feb. (Adnkronos)

Sono 1.575 i nuovi contagi da coronavirus in Campania secondo il bollettino di oggi. Registrati inoltre altri 14 morti, 8 dei quali avvenuti nelle ultime 48 ore e 6 avvenuti in precedenza, ma registrati ieri.

Dei 1.575 nuovi positivi, 52 sono risultati sintomatici. I tamponi del giorno sono 20.469 (di cui 2.427 antigenici). Il totale dei casi positivi al coronavirus in Campania dall’inizio dell’emergenza è 246.592 (di cui 3.387 antigenici), i tamponi complessivamente esaminati 2.714.018 (di cui 69.674 antigenici). Il totale dei morti in Campania dall’inizio della pandemia da Covid-19 è 4.053. Sono 862 i nuovi guariti: il totale dei guariti è 172.860. In Campania sono 107 i pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva, 1.301 i pazienti Covid ricoverati in reparti di degenza.

Lavoro, discorso Draghi: posto fisso rischia? Cosa ha detto

(Adnkronos)

La pandemia di coronavirus ha bruciato centinaia di migliaia di posti di lavoro, ma il peggio potrebbe ancora arrivare quando verrà meno lo stop ai licenziamenti: dopo giovani e donne, autonomi e precari, potrebbe essere colpito il ‘posto fisso’, i contratti a tempo indeterminato. E’ lo scenario tratteggiato dal premier Mario Draghi nel discorso in Senato, che si sofferma sulla diagnosi e la ricetta per la ripartenza dell’occupazione con il rafforzamento delle politiche attive per l’occupazione da subito.

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“La diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con rilevanti impatti sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento”, afferma il premier nelle linee programmatiche pronunciate al Senato. Draghi snocciola il drammatico bollettino sul mercato del lavoro nell’annus horribilis del Covid: oltre 4 milioni il numero totale di ore di Cig dal 1 aprile al 31 dicembre 2020; -444mila occupati nel 2020 ma il calo si è accentrato su contratti a termine (-393 mila) e lavoratori autonomi (-209). “La pandemia – avverte – ha finora ha colpito soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato“.

La rete di protezione ha arginato i danni: “La capacità di adattamento del nostro sistema produttivo e interventi senza precedenti hanno permesso di preservare la forza lavoro in un anno drammatico: sono stati sette milioni i lavoratori che hanno fruito di strumenti di integrazione salariale per un totale di 4 miliardi di ore”. Grazie a tali misure, supportate anche dalla Commissione europea con il programma Sure, è stato possibile limitare gli effetti negativi sull’occupazione. Per risollevare il mercato del lavoro, rileva, “centrali sono le politiche attive del lavoro. Affinché esse siano immediatamente operative è necessario migliorare gli strumenti esistenti, come l’assegno di riallocazione, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori occupati e disoccupati. Vanno anche rafforzate le dotazioni di personale e digitali dei centri per l’impiego in accordo con le regioni. Questo progetto è già parte del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza ma andrà anticipato da subito”, annuncia Draghi.

“L’aumento dell’occupazione, in primis, femminile, è obiettivo imprescindibile” nel Sud, dove “benessere, autodeterminazione, legalità, sicurezza sono strettamente legati all’aumento dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno”, afferma Draghi. “Sviluppare la capacità di attrarre investimenti privati nazionali e internazionali è essenziale per generare reddito, creare lavoro, investire il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre creare un ambiente dove legalità e sicurezza siano sempre garantite. Vi sono poi strumenti specifici quali il credito d’imposta e altri interventi da concordare in sede europea”, conclude.

Covid Puglia, oggi 883 contagi e 17 morti: bollettino

Bari, 17 feb. (Adnkronos)

Sono 883 i contagi da coronavirus in Puglia oggi, 17 febbraio, secondo il bollettino della regione che segnala altri 17 morti. I nuovi casi positivi, su 10.374 test effettuati, secondo le ultime notizie sono 342 in provincia di Bari, 80 in provincia di Brindisi, 89 nella provincia Bat, 98 in provincia di Foggia, 72 in provincia di Lecce, 197 in provincia di Taranto, 3 residenti fuori regione, 2 casi di provincia di residenza non nota. Ieri i nuovi contagi erano 694 su 10.100 tamponi.

Sono stati registrati 17 decessi: 7 in provincia di Bari, 1 in provincia Bat, 2 in provincia di Foggia, 4 in provincia di Lecce, 2 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione. Ieri i morti erano 34, il doppio. Complessivamente hanno perso la vita in Puglia, per il Covid, 3.672 persone. I pazienti ricoverati sono 1.470 rispetto ai 1.480 di ieri (-10).

Sondaggio Emg/Adnkronos: varianti, 3 italiani su 10 chiuderebbero Superiori

(Adnkronos)

Tre italiani su dieci sarebbero favorevoli a chiudere le scuole superiori, viste le ultime evoluzioni dell’emergenza Covid e l’allarme per le nuove varianti, mentre sei su dieci ritengono preferibile ad andare avanti con il sistema misto presenza-didattica a distanza. E’ quanto emerge da un sondaggio Emg-Different/Adnkronos. Alla domanda ‘considerando le ultime evoluzioni del Coronavirus e l’arrivo delle nuove varianti in Italia, secondo lei cosa sarebbe meglio?’ il 62% degli intervistati risponde ‘continuare con il sistema misto presenza e didattica a distanza’, mentre il 30% vorrebbe ‘tornare a chiudere le scuole superiori’ e l’8% preferisce non rispondere.

Tra chi è favorevole ad andare avanti con il sistema misto il 64% sono uomini e il 61% donne. La maggior parte (73%) ha tra i 35 e i 54 anni; seguono la fascia d’età 18-34 anni con il 63%, quindi gli over 55 con il 55%. Quanto alla suddivisione per zone, al Nord Ovest e al Nord Est il 67% degli intervistati è d’accordo con il sistema misto, mentre la percentuale scende al 63% al centro, al 51% al Sud e al 45% nelle Isole.

Il sondaggio, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, regione, classe d’ampiezza demografica dei comuni, è stato realizzato il 16 febbraio 2021 con il metodo della rilevazione telematica su panel, su un campione di 1.488 casi (universo: popolazione italiana maggiorenne), e presenta un intervallo fiduciario positivo/negativo del 2,3%. Totale contatti: 2.000, tasso di risposta 74%; rifiuti/sostituzioni 512 (tasso di rifiuti 27%).

Centrodestra tra ipotesi intergruppo e rilancio federazione

(Adnkronos)

Centrodestra tra ipotesi ‘intergruppo’ e (ri)proposta di ‘federazione’. Da una parte – sulla richiesta di ‘intergruppo’ – Giorgia Meloni che chiede agli alleati della Lega e di Fi “procedere in questa direzione per portare avanti il programma elettorale comune”. Dall’altra Matteo Salvini che ritira fuori l’idea di federare il centrodestra. Nel mezzo Forza Italia, che resta in stand-by. Obiettivo comune: rinsaldare l’alleanza, soprattutto ora che le scelte pro e contro Draghi hanno allontanato i tre partiti del centrodestra.

“Penso – dice di prima mattina la leader di Fratelli d’Italia – che l’intergruppo sia utile farlo nonostante il diverso posizionamento attuale dei partiti della coalizione”. “Formulerò questa proposta a Salvini e Berlusconi e mi auguro possa essere accolta”, dice ancora Meloni. Poi interviene Salvini. Che rilancia: “Sono stato io che avevo proposto la federazione del centrodestra, mi avevano detto di no, ma magari adesso i no si sono trasformati in sì. La ripropongo adesso”. “Si può fare, mantenendo la propria identità, chi in maggioranza, chi all’opposizione”, dice ancora riferendosi alla situazione attuale del centrodestra, con Lega e Fi dentro al governo e Fdi fuori.

Nelle scorse ore, Salvini ha provato a serrare le file dell’alleanza, partendo dal partner di governo, con incontri a breve distanza con Antonio Tajani, neo-coordinatore del partito azzurro e Licia Ronzulli, responsabile dei rapporti con il centrodestra. Il leader della Lega, già lo scorso novembre aveva proposto un patto federativo. Il 21 novembre, per l’esattezza, mentre iniziava a scricchiolare il governo Conte, Salvini aveva annunciato una “federazione di centrodestra”, a cominciare dai gruppi parlamentari, che “unisca i cuori e le teste”, per presentare “proposte concrete comuni al governo” per “aiutare chi è stato penalizzato dal Covid”. Un progetto accolto con freddezza dagli alleati, Fi e Fdi, come ha ricordato oggi lo stesso leghista.

Tace, per ora, Forza Italia, ma dal partito azzurro trapela come il tema di quella che Berlusconi chiama ‘confederazione’ è per ora in stand-by. Un discorso già sul tavolo del centrodestra, “avviato” alla fine dello scorso anno, che resta in piedi, ma non può non tenere conto delle mutate condizioni politiche, e delle posizioni assunte dalle forze di centrodestra, rispetto al governo Draghi.

Covid Italia oggi, i dati delle regioni

(Adnkronos)

Il bollettino delle regioni sulla situazione Covid in Italia oggi, mercoledì 17 febbraio. Tutte le news e i dati sui contagi.

ABRUZZO

Sono 438 i nuovi contagi da coronavirus in Abruzzo secondo il bollettino di oggi. Registrati inoltre altri 6 morti. Sono complessivamente 49.229 i casi positivi al Covid 19 registrati nella Regione dall’inizio dell’emergenza. I nuovi casi sono di età compresa tra 6 mesi e 97 anni. I positivi con età inferiore ai 19 anni sono 86, di cui 11 in provincia dell’Aquila, 28 in provincia di Pescara, 36 in provincia di Chieti e 11 in provincia di Teramo. Il bilancio dei pazienti deceduti registra 6 nuovi casi e sale a 1.588 (di età compresa tra 53 e 96 anni, 3 in provincia di Chieti, 1 in provincia dell’Aquila, 1 in provincia di Teramo e 4 in provincia di Pescara). Lo comunica l’Assessorato regionale alla Sanità.

TOSCANA

Sono 773 i nuovi contagi da coronavirus in Toscana secondo il bollettino di oggi. Registrati inoltre altri 22 morti. Con i positivi in più rispetto a ieri, salgono a 12.396 (+0,7 per cento) i toscani al momento affetti da Covid-19 e 145.020 tutti i casi diagnosticati nella regione dall’inizio dell’epidemia un anno fa. Dei 773 nuovi positivi accertati nelle ultime ventiquattro ore e che hanno fatto crescere dello 0,5 per cento il numero dei contagiati segnalati nell’arco di dodici mesi, 750 sono stati confermati con tampone molecolare e 23 con test rapido antigenico: 328 interessano l’Asl Centro, 216 la Nord Ovest e 229 la Sud est.

FRIULI VENEZIA GIULIA

Sono 252 i nuovi contagi da coronavirus in Friuli Venezia Giulia secondo il bollettino di oggi. Registrati inoltre altri 7 morti. Su 7.563 tamponi molecolari effettuati in 24 ore, la percentuale di positività è del 3,33%. Sono inoltre 2.309 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 81 casi (3,5%). I ricoveri nelle terapie intensive scendono a 59 così come si riducono quelli in altri reparti (384). Lo comunica il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi.

BASILICATA

Sono 87 i nuovi contagi da coronavirus in Basilicata secondo il bollettino di oggi. Registrati inoltre altri 5 morti. 1.252 i tamponi molecolari effettuati ieri nella Regione. Dei cinque decessi registrati, quattro sono lucani (1 di Melfi, 1 di Muro Lucano, 2 di Potenza) e uno riguarda una persona della Puglia. I lucani guariti sono 85.

PUGLIA

Sono 883 i contagi da coronavirus in Puglia oggi, 17 febbraio, secondo il bollettino della regione che segnala altri 17 morti. I nuovi casi positivi, su 10.374 test effettuati, secondo le ultime notizie sono 342 in provincia di Bari, 80 in provincia di Brindisi, 89 nella provincia Bat, 98 in provincia di Foggia, 72 in provincia di Lecce, 197 in provincia di Taranto, 3 residenti fuori regione, 2 casi di provincia di residenza non nota. Ieri i nuovi contagi erano 694 su 10.100 tamponi.

CAMPANIA

Sono 1.575 i nuovi contagi da coronavirus in Campania secondo il bollettino di oggi. Registrati inoltre altri 14 morti, 8 dei quali avvenuti nelle ultime 48 ore e 6 avvenuti in precedenza, ma registrati ieri.

VALLE D’AOSTA

Nessun nuovo decesso e 14 nuovi contagi da Covid-19 in Valle d’Aosta. E quanto emerge dal bollettino di aggiornamento sanitario emesso dalla Regione. Da inizio pandemia sono 7936 le persone contagiate dal Coronavirus, i casi positivi attuali sono 131, cinque più di ieri, di cui otto ricoverati in ospedale, due in terapia intensiva e 121 in isolamento domiciliare. I guariti sono saliti a 7392, + 9 rispetto a ieri, il totale dei tamponi effettuati fino ad oggi è di 74.548 +322 rispetto a ieri di cui 2447 processati con test antigienico rapido. I decessi da inizio pandemia sono 413.

SARDEGNA

Risale il tasso di positività al Covid 19 in Sardegna. Secondo l’aggiornamento dell’Unità di crisi regionale, sono 9 i nuovi decessi e 109 i casi in più: con un incremento dei test di 2.659, il tasso di positività sale al 4%. I pazienti attualmente ricoverati in ospedale sono 302 (-9), mentre sono 29 (+5) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 13.327, quasi 500 (491) quelle in più guarite. Dei 40.438 casi positivi complessivamente accertati, 9.480 (+23) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.478 (+15) nel Sud Sardegna, 3.434 (+6) a Oristano, 8.087 (+47) a Nuoro, 12.959 (+18) a Sassari.

EMILIA-ROMAGNA

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 239.091 casi di positività, 1.025 in più rispetto a ieri, su un totale di 27.947 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3,6%. Purtroppo, si registrano anche 31 nuovi decessi.

Covid Italia oggi, discorso Draghi: cosa ha detto su virus e vaccino

(Adnkronos)

Il nemico comune è il covid, che oggi in Italia ha costretto forze politiche distanti anni luce fra loro a stare unite “in trincea” per combattere “tutti insieme”, fronte comune contro la pandemia. Mario Draghi, nel discorso al Senato per la fiducia, si sofferma sull’emergenza coronavirus, sui numeri che hanno messo in ginocchio il Paese, su un Sistema sanitario in sofferenza e sulla nuova rotta da tracciare per ripartire. A cominciare dal piano per il vaccino, uno dei capitoli più importanti nel suo programma di governo.

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“Da quando è esplosa l’epidemia, ci sono stati – i dati ufficiali sottostimano il fenomeno – 92.522 morti, 2.725.106 cittadini colpiti dal virus, in questo momento 2.074 sono i ricoverati in terapia intensiva”, snocciola i numeri Draghi, visibilmente emozionato tanto da mostrare qualche incertezza sui numeri: Giancarlo Giorgetti, seduto al suo fianco, corre subito in soccorso. “Ci sono 259 morti tra gli operatori sanitari e 118.856 sono quelli contagiati – prosegue – a dimostrazione di un enorme sacrificio sostenuto con generosità e impegno. Cifre che hanno messo a dura prova il sistema sanitario nazionale – riconosce il premier – sottraendo personale e risorse alla prevenzione e alla cura di altre patologie, con conseguenze pesanti sulla salute di tanti italiani”.

Il Covid sferra un duro colpo anche all’’aspettativa di vita degli italiani. “A causa della pandemia – spiega Draghi – è diminuita: fino a 4-5 anni nelle zone di maggior contagio; un anno e mezzo-due in meno per tutta la popolazione italiana. Un calo simile non si registrava in Italia dai tempi delle due guerre mondiali”.

“Questa situazione di emergenza senza precedenti impone di imboccare, con decisione e rapidità, una strada di unità e di impegno comune”. Tra le priorità per ripartire, “il piano di vaccinazione. Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente”. Dunque far correre il piano.

Per farlo, “abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare – dice Draghi – ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparando da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate. La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus”.

Vaccini e non solo. Bisogna rimettere mano al Ssn, affinché non venga mai più colto impreparato. “Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi – rimarca il presidente del Consiglio – dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità. Il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria)”.

“È questa la strada per rendere realmente esigibili i ‘Livelli essenziali di assistenza’ e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La ‘casa come principale luogo di cura’ è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata”. In sintesi, un cambio di passo.