Australian Open, Tsitsipas in semifinale: battuto Nadal

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Stefanos Tsitsipas elimina il numero 2 del mondo Rafael Nadal dopo una battaglia in cinque set e avanza alle semifinali dell’Australian Open, prima prova stagionale dello Slam.

Il greco, numero 5 del seeding australiano, si è imposto in rimonta con il punteggio di 3-6, 2-6, 7-6 (7-4), 6-4, 7-5. Nadal conferma il poco feeling con il major australiano, che ha vinto ‘solo’ una volta nel 2009. Tsitsipas invece continua il suo cammino e ora si giocherà un posto in finale contro il numero 4 del mondo Daniil Medvedev.

Il russo ha superato l’amico e connazionale Andrey Rublev, numero 7 del seeding, con il punteggio di 7-5, 6-3, 6-2. Considerando l’exploit di Aslan Karatsev, è la terza volta nell’era Open che la Russia porta due suoi rappresentanti al penultimo atto in uno Slam: era già accaduto all’Us Open 2001 (Kafelnikov e Safin) e all’Us Open 2006 (Davydenko e Youzhny).

Zaia-Di Lorenzo, botta e risposta su vaccini e truffe

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Luca Zaia replica al presidente della Irbm di Pomezia, Piero Di Lorenzo, che ha ammonito il governatore contro il rischio di truffe sull’acquisto di vaccini anti Covid, criticando l’iniziativa del Veneto – “Anche a Totò hanno offerto il Colosseo…”, aveva detto oggi Di Lorenzo. Dura la risposta il presidente della Regione Veneto: “Non so chi sia questo signore e lo invito a dire quali sono le sue fonti, le nostre sono verificabili e verificate. Ma, la partita non è chiusa, vedremo alla fine… questo signore potrebbe anche doversi scusare per le sue accuse”.

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“Nelle ultime 24 ore – ha aggiunto Zaia – i positivi in Veneto sono stati 492 su 39.030 tamponi fatti, per un’incidenza dell’1,26%, mentre in Italia l’incidenza è del 4%. Abbiamo quindi un’incidenza bassissima con ormai 50 giorni di calo ininterrotto dopo l’apice del 31 dicembre scorso”. Zaia ha poi ricordato che “abbiamo avuto un’onda d’urto pesante a novembre-dicembre poi dal 1 gennaio la curva ha iniziato a calare”.

E Zaia ha anche spiegato che “pensiamo del tema delle varianti abbia avuto un peso: in Veneto abbiamo isolato per la prima volta il 24 dicembre la variante inglese e ad oggi abbiamo individuato anche la brasiliana oltre a due tipiche del Veneto, ed è per questo che andremo avanti il più possibile con le sequenziazioni”. E Zaia ha anche ammonito: “Siamo preoccupati perché prendiamo atto che siamo circondati da possibili focolai in aumento. L’Europa ha un contagio importate”.

Ma il governatore del Veneto è tornato a criticare chi propone il lockdown assoluto: “Quando si pronuncia quella parola bisogna avere a supporto uno studio serio e argomentato e non dibattiti ‘lunari’ tra scienziati”. Così Zaia ha ribadito con forza la richiesta ai cittadini “di non abbassare la guardia e di mantenere le misure di prevenzione con la mascherina, il distanziamento e l’igiene delle mani che valgono più di un lockdown”.

Discorso Draghi, riforma fisco: cosa cambierà

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“Una revisione profonda dell’Irpef” al centro di una riforma fiscale che rappresenta ”l’architrave” della politica di bilancio. ”Segna in ogni Paese un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità”. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel discorso al Senato spiega gli sbagli del passato compiuti dall’Italia, illustra la sua strategia, sottolinea la fondamentale l’importanza delle competenze per poter approcciare una materia così complessa. “In Italia, nel passato, si è intervenuti cambiando un pezzetto alla volta, attraverso ”interventi parziali dettati dall’urgenza del momento”, ricorda Draghi.

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Si tratta invece di ”un meccanismo complesso, le cui parti si legano una all’altra. Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta”, spiega il presidente. Meglio un intervento complessivo, che ha anche il vantaggio di ”rendere più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli”. Serve ”una visione a tutto campo che richiede tempo e competenza”.

La competenza che può arrivare da persone che conoscono la materia a fondo. Le esperienze di altri paesi, spiega Draghi, ”insegnano che le riforme della tassazione dovrebbero essere affidate a esperti, che conoscono bene cosa può accadere se si cambia un’imposta”. Un metodo che anche l’Italia ha utilizzato in passato, all’inizio degli anni ’70, quando, ricorda il premier, il governo affidò ad una commissione di esperti, fra i quali Bruno Visentini e Cesare Cosciani, il compito di ridisegnare il sistema tributario, che non era stato più modificato dai tempi della riforma Vanoni del 1951. ”Si deve a quella commissione l’introduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e del sostituto d’imposta per i redditi da lavoro dipendente”, ricorda ancora Draghi. All’interno della riforma fiscale un ruolo centrale è ricoperto dall’Imposta sulle persone fisiche: ”Va studiata una revisione profonda dell’Irpef con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività”. Infine un richiamo all’evasione fiscale e la garanzia che l’azione di contrasto sarà ”rinnovata e rafforzata” e ”funzionale al perseguimento di questi ambiziosi obiettivi”.

Covid, calo memoria e ‘nebbia mentale’: le conseguenze del virus

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Meno reattivi, imprigionati in una sorta di nebbia mentale, alle prese con problemi di memoria. Sono le conseguenze neurologiche di Covid-19 che persistono in alcuni pazienti anche dopo mesi dal giorno in cui hanno lasciato l’ospedale. A fotografare la sofferenza silenziosa dei reduci dalla battaglia contro Sars-CoV-2 è uno studio italiano coordinato dall’università Statale di Milano, che indaga nella fase post ospedaliera dei malati Covid, a distanza di 5 mesi: rallentamento mentale e difficoltà di memoria i sintomi più persistenti riferiti. Sono persone che si lasciano alle spalle l’ospedale e, anche se il tempo passa, continuano a fare i conti col nemico. Lamentano stanchezza e mancanza di lucidità, fatica nelle attività quotidiane come lavorare, guidare la macchina o fare la spesa.

Lo studio pubblicato sulla rivista ‘Brain Sciences’ riporta la valutazione delle funzioni cognitive, fatta 5 mesi dopo la dimissione dall’ospedale, in un gruppo di 38 pazienti precedentemente ricoverati. Età tra i 22 ed i 74 anni, senza disturbi della memoria o dell’attenzione prima del ricovero. La ricerca coordinata da Roberta Ferrucci, ha visto la collaborazione del Centro Aldo Ravelli del dipartimento di Scienze della salute dell’università degli Studi di Milano, dell’Asst Santi Paolo e Carlo e dell’Irccs Istituto Auxologico di Milano, e documenta che 6 pazienti su 10 guariti dal Covid-19 hanno un rallentamento mentale e ottundimento e 2 su 10 riportano oggettive difficoltà di memoria.

Questi disturbi, puntualizzano gli autori dello studio, non sono associati a depressione ma sono correlati alla gravità della relativa insufficienza respiratoria durante la fase acuta della malattia. Le alterazioni osservate si riscontrano anche in soggetti giovani.

“Questo è uno studio importante che dimostra che i disturbi di memoria e il rallentamento dei processi mentali osservati, in più della metà dei nostri pazienti, persistono anche mesi dopo la dimissione – spiega Alberto Priori, direttore della Clinica neurologica dell’università di Milano presso il Polo Universitario Ospedale San Paolo – Queste alterazioni possono, nei casi più gravi, anche interferire con l’attività lavorativa, particolarmente per chi ha un ruolo che richiede decisioni rapide, come gli stessi medici o gli infermieri. Il meccanismo per cui il virus altera le funzioni cognitive è complesso. L’interessamento del sistema nervoso origina sia da una diretta invasione da parte del virus, sia indirettamente attraverso l’attivazione dell’infiammazione e della risposta sistemica all’infezione”.

Fabrizio Corona, rinviata udienza su ritorno in carcere

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E’ stata rinviata al prossimo 8 marzo l’udienza davanti alla Sorveglianza di Milano per decidere del futuro giudiziario di Fabrizio Corona: i giudici sono chiamati a stabilire se far proseguire il ‘differimento pena’ concesso in via provvisoria oltre un anno fa oppure farlo tornare in carcere. L’udienza di oggi, durata solo pochi minuti, è stata rinviata per questioni tecniche, ossia per riunificare due procedimenti. Corona, assistito dagli avvocati Antonella Calcaterra e Ivano Chiesa, non era presente in aula.

Discorso Draghi, “uniti per amore Italia”: la mission politica del governo

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Quello che oggi si presenta al Parlamento per chiedere la fiducia “è semplicemente il governo del Paese, che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del capo dello Stato”, animato dallo “spirito repubblicano” e frutto del dovere dell’unità. Un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”. Mario Draghi di fronte al Senato nel suo discorso disegna così la mission politica del suo esecutivo, che “non poggia su alchimie politiche”, né rappresenta il “fallimento della politica”, perché “nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese”.

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Un’Italia stremata da un anno di pandemia, che fa appello alla “nostra responsabilità nazionale. Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia -sottolinea il premier- e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti. Ed è nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno”.

Riforme e gestione dell’emergenza diventano perciò il binomio inscindibile per orientare l’azione del governo. “Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci -dice il premier nella prima delle sue due citazioni (l’altra sarà per papa Francesco)- dell’insegnamento di Cavour: ‘le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano’. Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività”.

Draghi rivolge un ringraziamento al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “per l’onore dell’incarico che mi è stato assegnato” e confessa “che non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia”.

Un compito che lo porta a guidare un esecutivo sicuramente particolare, ma che non vuole incasellare nelle varie formule che in altre fasi politiche hanno contrassegnato governi in qualche modo paragonabili a quello attuale. “Si è discusso molto sulla natura di questo governo. La storia repubblicana -ricorda il premier- ha dispensato una varietà infinita di formule. Nel rispetto che tutti abbiamo per le istituzioni e per il corretto funzionamento di una democrazia rappresentativa, un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca”.

“Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti, dei propri elettori come degli elettori di altri schieramenti, anche dell’opposizione, dei cittadini italiani tutti. Questo è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del Capo dello Stato”.

Perciò Draghi non è d’accordo con chi afferma “che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica”, perchè “nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”.

“Nei momenti più difficili della nostra storia, l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili. Perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere della cittadinanza. Siamo cittadini di un Paese che ci chiede di fare tutto il possibile, senza perdere tempo, senza lesinare anche il più piccolo sforzo, per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica”.

“E noi oggi, politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo siamo tutti semplicemente cittadini italiani, onorati di servire il proprio Paese, tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato. Questo è lo spirito repubblicano del mio governo”.

Inevitabile per il presidente del Consiglio tracciare un parallelo con un momento altrettanto drammatico come quello attuale vissuto dal nostro Paese e con la risposta che seppe dare la politica. “Oggi -ricorda- noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra, la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione. L’Italia si risollevò dal disastro della Seconda Guerra Mondiale con orgoglio e determinazione e mise le basi del miracolo economico grazie a investimenti e lavoro. Ma soprattutto grazie alla convinzione che il futuro delle generazioni successive sarebbe stato migliore per tutti. Nella fiducia reciproca, nella fratellanza nazionale, nel perseguimento di un riscatto civico e morale”.

“A quella Ricostruzione collaborarono forze politiche ideologicamente lontane se non contrapposte. Sono certo che anche a questa Nuova Ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto. Questa è la nostra missione di italiani: consegnare un Paese migliore e più giusto ai figli e ai nipoti”.

Forze politiche che troveranno inevitabilmente nel Parlamento il luogo del confronto tra loro e con l’esecutivo. “Questo -ricorda Draghi concludendo dopo circa 50 minuti il suo intervento- è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento. E’ un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un Paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”. (di Sergio Amici)

“A Napoli variante Covid con mutazioni critiche”

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“La variante di Sars-CoV-2 identificata a Napoli è un mutante nuovo e al momento raro, che mostra alcune caratteristiche tipiche della variante inglese, ma che presenta due punti di mutazione molto critici: uno comune ai mutanti brasiliano e sudafricano, l’altro del tutto nuovo”. Lo spiega in un’intervista all’Adnkronos Salute Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv).

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Quella individuata grazie a una collaborazione tra i laboratori dell’università Federico II e dell’Istituto Pascale di Napoli, “è una variante prevalentemente africana”, più precisamente “nigeriana”, sottolinea l’esperto, della quale sono già stati identificati oltre 30 casi nel Regno Unito e vari altri in diversi Paesi del mondo. “Si tratta di un’ulteriore variante, nuova rispetto a quelle su cui si è concentrata finora l’attenzione” delle autorità sanitarie, puntualizza Caruso, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’università degli Studi di Brescia, direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili.

Che però avverte come “anche la variante inglese”, sempre più diffusa in Italia dove sta soppiantando il virus originario di Wuhan, stia “evolvendo molto velocemente, accumulando su di sé mutazioni tipiche di altre varianti”. Mutanti del mutante, che “preoccupano” e che “vanno monitorati con una stretta sorveglianza” per il loro possibile impatto sull’efficacia di test, farmaci e vaccini.

Discorso Draghi, Meloni: “Confermiamo no a fiducia governo”

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“Dopo aver ascoltato da Draghi un intervento di generica visione politica, che evita però di calarsi nelle scelte concrete da effettuare, confermiamo il nostro no a questo Governo. Non si può chiedere agli italiani un supplemento di fiducia al buio nei confronti del nuovo Esecutivo”. E’ il primo commento di Giorgia Meloni, leader di Fdi, dopo il discorso programmatico di Mario Draghi in Senato.

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“Entreremo nel merito delle singole questioni evidenziate da Draghi durante il dibattito in Aula, e valuteremo i singoli provvedimenti che saranno votati, senza ‘cessioni di sovranità’ che non ci appartengono”, conclude la leader di Fratelli d’Italia.

Discorso Draghi, M5S: chi vota no a governo

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Voto di fiducia, stasera in Senato, per il governo Draghi. Ma dopo il discorso del premier, nel M5S iniziano ad arrivare i primi ‘no’. In tutto sarebbero una quindicina i senatori pentastellati (tra astenuti e contrari) orientati a non votare la fiducia.

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“Draghi? Sì mi ha convinto… a votare No”, dice all’Adnkronos la senatrice M5S Bianca Laura Granato. “Voterò No alla fiducia”, spiega sempre all’Adnkronos la senatrice M5S Luisa Angrisani dopo il discorso del premier. E ancora: “Voterò No, lo confermo”, dice la senatrice M5S Rosa Silvana Abate. “Se ho deciso come voterò? Non ancora, ma non a favore”, replica il senatore M5S Matteo Mantero.

Airbnb, per nuovi host 1 mld dollari guadagno da inizio pandemia

Roma, 17 feb. (Adnkronos/Labitalia)

La pandemia ha cambiato profondamente il modo di viaggiare: da un lato, ha spinto i turisti a ricercare luoghi sicuri e confortevoli, dove fosse possibile rimanere in contatto con la famiglia e gli amici; dall’altro, ha generato un’opportunità economica per chi avesse bisogno di un guadagno extra e potesse mettere a disposizione la propria casa. Un’analisi Airbnb mostra, infatti, come i nuovi host con un solo annuncio che hanno ospitato i primi guest a partire dallo scorso marzo hanno guadagnato complessivamente oltre un miliardo di dollari.

Secondo Airbnb, il 55% dei nuovi host occasionali è costituito da donne: un dato significativo essendo le più colpite dalla perdita di posti di lavoro causata dalla pandemia. Complessivamente, le nuove host hanno guadagnato più di mezzo miliardo di dollari su Airbnb dagli esordi del Covid-19. Metà degli host a livello mondiale ha affermato che ha utilizzato i propri guadagni per non perdere la casa. E, secondo una ricerca più recente, durante la pandemia 3 host americani su 10 (il 29%) hanno utilizzato quanto guadagnato con l’ospitalità in casa per pagare l’affitto o il mutuo e di questi la metà è (il 49%) tra i 25 e i 34 anni. Un quarto degli host (il 26%), infine, ha utilizzato i proventi per pagare i propri debiti e il 10% l’ha usato per cure sanitarie.

Negli Stati Uniti, un quarto dei nuovi host con un solo listing sono già diventati Superhost, un riconoscimento dato agli host che si dimostrano un eccellente esempio e che forniscono un’esperienza straordinaria ai propri guest.