(Foto Fotogramma)
Pubblicato il: 16/12/2018 10:00
“Provo a portare razionalità, senso del valore della condivisione nelle scelte e a porre le basi per una nuova fase di crescita in un mondo segnato da tutto e dal contrario di tutto, da grandi squadre dal profilo internazionale e da piccole realtà di provincia, da club molto strutturati e da club ancora indietro sotto il profilo manageriale, da imprese capaci a lavorare sulla reputazione del brand e da realtà più pittoresche che vanno aiutate ad evolvere”. Sono le parole di Gaetano Miccichè, 68 anni, banchiere di lungo corso (ora numero uno di Banca Imi), presidente della Lega Calcio in un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore’, sul suo ruolo nella Confindustria del pallone e sul mondo del calcio italiano.
“Le nostre società di calcio, nella loro quasi totalità, non hanno stadi di proprietà. I ricavi sono già importanti, ma ancora inferiori rispetto alla media europea. I diritti televisivi, fatta l’eccezione della Premier League, sono in linea con quest’ultima – aggiunge Miccichè -. Quello che abbiano in più sono di sicuro le più belle città del mondo per arte e turismo, cibo e vino, artigianato e moda. Se il calcio come sistema riesce a integrarsi con le città che ospitano le squadre, questo sport può diventare un vero lievito per lo sviluppo dell’intero Paese”.