Dal 1° gennaio stop ai cotton fioc non biodegradabili  

Dal 1° gennaio stop ai cotton fioc non biodegradabili

(Foto Legambiente)

Pubblicato il: 17/12/2018 12:34

Dal primo gennaio addio ai cotton fioc in plastica o, comunque, non biodegradabili. Non verranno più prodotti né messi in commercio. Al loro posto solo quelli con il supporto in materiale biodegradabile e compostabili con l’indicazione sulla confezione del loro corretto smaltimento e il divieto esplicito a gettarli nei servizi igienici e negli scarichi. E’ quanto previsto dall’emendamento introdotto nella legge di Bilancio per il 2018 e firmato da Ermete Realacci, allora presidente della Commissione Ambiente della Camera.

Non solo. La stessa norma prevede un altro divieto in vigore dal 1° gennaio 2020: stop al commercio dei prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche, ovvero particelle di plastica di misura uguale o inferiore a 5 millimetri.

In entrambi i casi siamo il primo Paese al mondo. Su questa partita è stata importante sia la crescita di sensibilità dell’opinione pubblica sia l’azione delle associazioni ambientaliste in particolar modo Marevivo e Legambiente che avevano appoggiato questo provvedimento”, racconta all’Adnkronos Realacci.

Una battaglia necessaria. Dal momento che “i cotton fioc sono tra i rifiuti che più si trovano sulle spiagge(/SCHEDA) e le microplastiche, prodotte anche dalla degradazione delle plastiche disperse in mare, sono una delle cose più insidiose”.

Oltre a rappresentare un primato sul fronte ambientale, questo provvedimento può diventare un fattore di competitività per le imprese italiane. Ne è convinto il presidente di Symbola. “Questa norma che nasce con chiaro intento ambientale contro il marine litter e che rende l’Italia leader mondiale in questa battaglia ha anche il risultato di rendere più competitive le nostre imprese – continua – perché se l’Italia vieta le microplastiche nei cosmetici lo deve fare il mondo dal momento che l’Italia è leader mondiale nella produzione di cosmetici, il 55% del make up del mondo è fabbricato in Italia. Se noi le eliminiamo, tutti lo devono fare”.

Previsti, per le violazioni al divieto sulle microplastiche, controlli e sanzioni pecuniarie dai 2.500 fino a 100mila euro e, in caso di recidiva, alla sospensione dell’attività produttiva di almeno un anno. Ma il presidente di Symbola si dice “tranquillo”: “A parte chi l’ha già fatto quest’anno, ci sarà la corsa dei produttori ad anticipare l’applicazione della legge sulle microplastiche. Sono sicuro che la nostra industria cosmetica uscirà rafforzata dal fatto di essere la prima al mondo”.

C’è poi un’altra grande partita nella lotta all’inquinamento da plastiche. Una partita “che non possiamo perdere”: “L’altro grande filone che c’è è quello della chimica verde”. “Sul fronte della plastica, oltre all’azione che va fatta per limitare l’‘usa e getta’ e per recuperare le plastiche immesse al consumo, e qui abbiamo per la raccolta differenziata un’Italia a velocità diverse, dal punto di vista tecnologico la frontiera è la chimica verde, cioè una chimica di origine vegetale e biodegradabile – è la riflessione di Realacci – Siamo messi bene sia come esperienze sia come brevetti, dobbiamo aiutarci come struttura industriale”.

“L’economia più forte è anche quella che accetta la sfida ambientale e l’Italia ha tutte le condizioni per giocare in serie A in questa sfida”, conclude.