Il Totocalcio va in pensione?  

Il Totocalcio va in pensione?

Foto di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 19/12/2018 10:39

Il Totocalcio potrebbe sparire. E’ infatti stato depositato, presso la Commissione Bilancio al Senato, un emendamento che prevede la riforma dei concorsi pronostici sportivi. Chi non ha mai detto nella propria vita ‘Ho fatto 13’ dopo aver indovinato qualcosa, dopo aver ‘fatto centro’? Questo modo di dire ha origine proprio da questo gioco che rappresenta indubbiamente un pezzo di storia del nostro Paese L’intervento normativo, come si legge nel testo, risponde alla logica di “supportare, nell’ambito dei giochi, quelle tipologie che presentano l’assenza di rischi legati al fenomeno del disturbo da gioco d’azzardo”. E il Totocalcio, in particolare, (rischia di sparire anche il Totogol) “presenta le caratteristiche tipiche dei giochi non affetti da tali tipologie”.

La storia – Era il 5 maggio 1946 quando debuttò la schedina Sisal, quella che due anni dopo sarebbe stata nazionalizzata e chiamata Totocalcio: dodici risultati da pronosticare in un gioco che negli anni si è trasformato in un rituale a metà fra tradizione culturale e speranza per realizzare sogni grandi e piccoli. Un’idea semplice e geniale, pensata dal giornalista triestino Massimo Della Pergola durante il periodo di prigionia in un campo svizzero e sviluppata con i colleghi Fabio Jegher e Geo Molo. Il suo progetto -un passatempo popolare per finanziare la rinascita dello sport italiano- ci mise poco a conquistare un Paese intero e a entrare da protagonista nella cultura nazional popolare e nel linguaggio corrente: la schedina tra le dita, l’imprinting dell’1X2 usato ‘solo per i finali’ a ‘Tutto il calcio minuto per minuto’, l’urlo “ho fatto 13″ (che oggi è diventato 14, o ”tredicissimo”) per sottolineare un inatteso colpo di fortuna. Il fascino della schedina, a partire dal nuovo millennio, si è progressivamente offuscato: la moltiplicazione dei concorsi (a partire dal Totogol e dall’Intertoto), la legalizzazione delle scommesse, i montepremi da sogno del SuperEnalotto e l’entrata in scena di altri giochi, hanno messo in secondo piano il Totocalcio, nel frattempo passato dalla gestione del Coni ai Monopoli di Stato (nel 2002). Gli eventi in schedina, spiega Agipronews, sono saliti a 14, si sono nel tempo aggiunti anche concorsi ”collaterali” come il Totogol o il 9, ma non sono bastati a frenare la discesa di appeal del gioco, che dagli 800 milioni di raccolta del 2000 è passato ai 98 milioni del 2010 e ai soli 17 del 2017. Da inizio anno il totale delle giocate mostra un ulteriore trend negativo: 11,6 milioni di euro in undici mesi. Un prodotto ormai ”di nicchia”, ma dall’imponente effetto nostalgia visto che ben pochi giochi – forse solo la Lotteria Italia – hanno eguagliato il suo fascino e il ruolo da protagonista nella storia del costume italiano.

Come cambia– Per il rilancio del Totogol è prevista “una ristrutturazione della ripartizione della posta in gioco che favorisca l’interesse dei giocatori, attraverso l’aumento del payout e una razionalizzazione delle formule di gioco oggi presenti nel palinsesto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, al fine di aumentare il montepremi di un unico prodotto offerto e, di conseguenza, delle quote di vincita”. L’impianto della norma consentirà di introdurre “un unico prodotto di gioco” che potrà ridurre le criticità”. L’impianto della norma consentirà di introdurre “un unico prodotto di gioco che potrà ridurre le criticità”. Al montepremi sarà destinata una percentuale tra il 74 e il 76% “proprio per individuare una possibile leva di attrazione per i giocatori”. Il compenso del concessionario sarà pari al 5%, mentre ai punti vendita andrà l’8% a titolo di aggio. La raccolta sarà gestita dal nuovo ente governativo ‘Sport e Salute Spa’ (creata per sostituire la Coni Servizi), “fermo restando la competenza esclusiva dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per l’organizzazione del gioco e la gestione delle relative concessioni”. A ‘Sport e Salute’ andrà una percentuale tra l’11 e il 13% della raccolta, “da destinare a tutte le attività inerenti alla promozione del gioco, a forme di integrazione dello stesso con attività sociali, sportive, culturali e simili, nonché a proposte di sviluppo per la sua diffusione”. Considerata “la sostanziale assenza di rischi legati al fenomeno del disturbo da gioco d’azzardo, ai Concorsi pronostici sportivi non si applica il divieto di pubblicità” previsto dal Decreto Dignità.