Pubblicato il: 20/12/2018 17:27
I piani sanitari mè̀taSalute (fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori dell’industria metalmeccanica, dell’installazione di impianti e del comparto orafo e argentiero) hanno erogato al 30 novembre 2018 oltre 2.238.074 prestazioni sanitarie per un ammontare complessivo di 141,3 milioni di euro. Il numero di beneficiari delle prestazioni si attesta a 561.689 persone. Lo ha evidenziato il presidente del Fondo e segretario organizzativo Uilm, Roberto Toigo. “Questi dati -ha detto- mettono nero su bianco la centralità di questo strumento per il nostro settore e l’importante sostegno economico che ha garantito ai lavoratori e alle loro famiglie”.
Non solo. Al 30 ottobre 2018 risultavano pagate oltre 1.988.555 prestazioni sanitarie per un ammontare complessivo di 137,1 milioni di euro e il numero di beneficiari delle prestazioni si attestava a 522.273 persone. Alla fine del primo anno di operatività mètaSalute ha restituito ai lavoratori e alle loro famiglie poco meno del 94% dei contributi incassati dalle aziende sotto forma di prestazioni sanitarie. “Un livello di copertura che non ha uguali nel settore della contrattazione collettiva nazionale -ha aggiunto Toigo- e che testimonia la portata innovativa dell’ultimo rinnovo del contratto dei metalmeccanici e l’importanza strategica per i Fondi sanitari integrativi di affidare le proprie risorse al settore assicurativo favorendo la massima competizione tra gli operatori”.
“L’obiettivo (direi largamente raggiunto) di mètaSalute è sempre stato quello di fornire un supporto concreto ai redditi dei lavoratori e delle relative famiglie in merito alle voci principali della Spesa sanitaria privata, in un’ottica di massima complementarietà̀ rispetto al Servizio sanitario nazionale”, ha aggiunto Toigo.
Non a caso, solo il 15% delle risorse di mètaSalute sono state impiegate nell’area ospedaliera, che risulta ben presidiata dal Ssn. Gli interventi a favore dei lavoratori e delle loro famiglie si sono dunque concentrati in quelle aree cliniche e di cura, non ricomprese nei Livelli essenziali di assistenza (in particolare, nell’area odontoiatrica), o che vedono i lavoratori e le loro famiglie dover, alla prova dei fatti, mettere mano al portafoglio o, ancora peggio, ai propri risparmi.
Il 45% delle risorse del Fondo integrativo sanitario sono state erogate nell’area extraospedaliera (tra alta diagnostica, visite specialistiche e accertamenti diagnostici), con poco meno di 1,4 milioni di prestazioni sanitarie pagate; oltre il 33% nell’area odontoiatrica, con poco meno di 632 mila prestazioni dentarie pagate; e poi quasi il 10% delle risorse sono state investite dal Fondo in prevenzione e diagnosi precoce con quasi 130.000 protocolli già integralmente rimborsati.
I Piani sanitari mètaSalute garantiscono mediamente l’indennizzo del 95% del costo sostenuto dal lavoratore o dai propri familiari. “La sostenibilità di tali livelli assistenziali -ha detto Toigo – è stata recentemente confermata dalla compagnia assicuratrice partner di mètaSalute, RBM Assicurazione Salute, anche per il prossimo biennio (2019 e 2020). Un risultato importante perché identifica come livelli assistenziali di riferimento per il nostro Fondo, livelli abbondantemente al di sopra delle migliori esperienze storicamente operative nel settore della sanità integrativa”.
“Ora la sfida sarà quella di garantire la stabilità nel tempo di tale supporto per i lavoratori del nostro settore e per le loro famiglie, tenuto anche conto, ci tengo a ricordarlo, che il contributo versato a mètaSalute è appena il 20% del valore medio delle cure pagate annualmente di tasca propria dai cittadini italiani e che il costo medio di mercato di una polizza sanitaria come la nostra è di quasi 10 volte superiore. Insomma, un chiaro esempio di come l’unione faccia la forza”, ha spiegato Toigo.
Il Piano sanitario base che riguarda la quasi totalità degli addetti del settore metalmeccanico ha fatto registrare andamenti tecnici (ovvero un bilanciamento tra entrate, contributi e uscite, prestazioni sanitarie) più equilibrati rispetto ai Piani sanitari integrativi, attivati invece solo in alcune realtà aziendali. Toigo ha auspicato, poi, “un percorso di convergenza verso una piattaforma unica di sanità integrativa per il settore metalmeccanico”, quale “migliore garanzia per la stabilità di questo importante strumento nato dalla bilateralità che sarà sempre più centrale per il nostro contratto”.
Nell’esercizio 2018 non sarà̀ presumibilmente accantonato dal Fondo alcun avanzo di gestione: la quasi totalità delle risorse raccolte dalle aziende, come già indicato, sono state infatti già restituite ai lavoratori ed alle loro famiglie in forma di prestazioni sanitarie. “Concludo la mia esperienza come presidente del Fondo -ha concluso Toigo – con la soddisfazione di aver messo in moto insieme alle fonti istitutive ed al Consiglio di amministrazione una tutela per il nostro settore fondamentale per l’oggi e, ancor di più, per il domani. Continuerò comunque a mettere a disposizione il mio contributo per preservare gli importanti risultati raggiunti e per favorire ulteriormente l’accessibilità alle prestazioni assicurate dal nostro Fondo”.