Foto di repertorio (Fotogramma)
Pubblicato il: 20/12/2018 16:28
Raccontano che alla lettura del messaggio, quando la scritta si è materializzata sul display del cellulare, qualcuno abbia alzato gli occhi al cielo, lasciandosi andare ad esclamazioni che di natalizio hanno ben poco. L’sms ricevuto nella giornata di mercoledì dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, a quanto apprende l’Adnkronos, infatti, avrebbe mandato a monte le velleità vacanziere di più di qualche grillino. Il messaggio era chiaro e il suo contenuto si può riassumere così: siate reperibili fino al 23 sera e anche tra Natale e Capodanno perché c’è da lavorare. E così la ‘chiamata alle armi’ sarebbe stata accolta come una doccia gelata. Più fredda della neve di Roccaraso o Cortina su cui alcuni pentastellati avrebbero voluto rotolarsi proprio in quei giorni. Il Paese però non può attendere: prima c’è da chiudere la partita relativa alla manovra finanziaria, l’input arrivato dai piani alti del Movimento.
In occasione dell’ultima conferenza dei capigruppo, il presidente della Camera Roberto Fico si è riservato di decidere sui tempi dell’esame della legge di bilancio a Montecitorio soltanto dopo la trasmissione del testo da parte di Palazzo Madama. Tutto in stand-by, quindi. Con l’ipotesi, sullo sfondo, di un voto alla vigilia di Natale o tra Natale e Capodanno. “Feste rovinate? Io non avevo prenotato nulla, sono ligio al dovere…”, scherza un deputato della Commissione Bilancio. “La manovra prima di tutto – dice inflessibile all’Adnkronos il tesoriere Sergio Battelli – e poi, se c’è tempo, qualche giorno sulla neve…”. Ma c’è chi non nasconde la propria delusione per l’sms ‘ammazza vacanze’. “Faremo ‘Natale alla Camera’…”, è la battuta dal retrogusto amaro di un altro parlamentare, che parafrasa i titoli dei cinepanettoni targati Aurelio De Laurentiis. Solo che questa volta la ‘regia’ è nelle mani di Fico. Incassato l’ok di Bruxelles, che ha deciso di non avviare la procedura di infrazione per i conti del Belpaese, in Parlamento i giallo-verdi proveranno ad archiviare il capitolo manovra, tornando a popolare gli scranni dell’emiciclo. Perché il diktat dei vertici M5S è chiaro. La parola d’ordine, categorica e impegnativa per tutti: a lavorare.