Tim, Vivendi torna all’attacco di Elliott  

Tim, Vivendi torna all'attacco di Elliott

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Pubblicato il: 21/12/2018 19:35

di Laura Valentini

Non si placa l’offensiva a colpi di accuse tra Vivendi, primo azionista di Tim con circa il 24%, ed Elliott contro i cui consiglieri (indipendenti, eletti nella lista presentata dal fondo Usa) si è scagliato oggi il gruppo francese con l’accusa di nuocere all’andamento del titolo, praticamente di aver contribuito al suo crollo. Pronta la replica fatta filtrare da ambienti vicini al presidente di Tim, Fulvio Conti, per il quale le affermazioni odierne di un portavoce di Vivendi sono “inopportune e oltremodo pretestuose” e anzi a penalizzare il titolo del gruppo telefonico è proprio l’atteggiamento del suo principale socio.

A dare fuoco alle polveri, dopo l’uscita di scena dell’ex Ad Amos Genish sfiduciato dal cda di Tim , in cui dieci dei quindici consiglieri sono sostenuti da Elliott, la richiesta di Vivendi di convocazione di un’assemblea: l’ipotesi che si tenesse comunque per indicare i nuovi revisori dei conti, per cui la best practice indica la nomina un anno prima della scadenza, ha fatto si’ che il socio francese attendesse esprimendo l’auspicio che fosse il board a provvedere sua sponte. Poi il 14 dicembre scorso Vivendi ha rotto gli indugi inviando una lettera al cda di Tim per convocare con urgenza l’assemblea degli azionisti della società, chiedendo di farlo “il prima possibile”.

Il board ha convocato due riunioni in merito: la prima si è svolta oggi “per avviare l’istruttoria sulla richiesta” e tornerà a riunirsi il 14 gennaio 2019 per deliberare in merito.

Secondo il Codice civile l’assemblea che Vivendi chiede che si svolga per nominare i nuovi revisori dei conti, nonchè revocare cinque dei dieci membri del board riconducibili alla lista di Elliott e proporre la nomina di cinque nuovi amministratori dovrebbe svolgersi il piu’ presto possibile, come indica l’articolo 2367 della normativa.

A spiegare le proprie ragioni Vivendi provvede nella relazione che accompagna la richiesta di convocazione dell’assemblea di Tim, documento che contiene un vero e proprio ‘j’accuse’ della società capitanata da Vincent Bollorè. Il consiglio di amministrazione di Tim, scrive il gruppo, “non è più rappresentativo degli interessi e delle aspettative di tutti gli azionisti”. Azionisti, sottolinea il socio francese, “che, in occasione dell’assemblea del 4 maggio 2018, hanno votato in favore della lista presentata da Elliott sull’assunto che la società sarebbe stata guidata da Amos Genish, con il supporto di un consiglio di amministrazione effettivamente indipendente”.

Cosa che secondo Vivendi non è accaduta. I nomi dei consiglieri Tim indicati per la revoca sono quelli di Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti. Al loro posto, il gruppo francese propone cinque consiglieri di cui quattro italiani: Flavia Mazzarella, Franco Bernabè, Gabriele Galateri di Genola, Rob van der Valk e Francesco Vatalaro. “Tutti candidati indipendenti e di grande e comprovata esperienza”, sottolinea Vivendi.

Che oggi contro i membri del board “sostenuti da Elliott” ha affondato il colpo. “I gravi problemi di governance, i fallimenti e queste nuove tattiche per sprecare tempo al fine di ritardare l’inevitabile, sono opera dei membri del consiglio di amministrazione sostenuti da Elliott e indeboliranno gravemente l’azienda, sia finanziariamente che dal punto di vista sociale” ha detto un portavoce. “Inoltre – ha proseguito – riteniamo che i membri del Cda sostenuti da Elliott siano responsabili per l’andamento negativo del titolo, -40% dal 4 maggio”.

A stretto giro la replica di Fulvio Conti: “le affermazioni odierne di Vivendi sulle responsabilità dei consiglieri Elliott per il crollo del titolo sono inopportune e oltremodo pretestuose” dice secondo quanto fanno filtrare fonti che gli sono vicine .“Quando Vivendi nel 2015 è entrata nell’azionariato il titolo era ben sopra 1,10 euro per azione, mentre quando sono iniziati i rumors sul possibile investimento di Elliott a inizio 2018 il titolo era a circa 0,70 centesimi con un massimo di 0,80 centesimi” prosegue il ragionamento del presidente di Tim. “Dal settembre 2017 e fino a metà dello scorso novembre, inoltre, l’azienda è stata guidata da un Ad nominato da Vivendi, con un piano approvato dalla stessa Vivendi che non ha portato risultati coerenti” afferma ancora Conti, secondo quando riferiscono le fonti, riferendosi all’ex amministratore delegato Amos Genish.

“Risulta quindi evidente come queste dichiarazioni, fatte anche a mercati aperti, non possano che arrecare ulteriore danno all’azienda, al suo corso di Borsa e quindi a tutti gli azionisti. Un dato che evidenzia come a nuocere al titolo siano state proprio gli atteggiamenti e la strategia di Vivendi” conclude il presidente di Tim.