Due laboratori in partenza, sono stati riempiti di tecnologia (sofisticati software di ricostruzione 3D, camera maching, fotogrammetria, utilizzo di avatar e in futuro anche tecnologie che consentiranno l’ingresso sulla scena del crimine delle dimensioni del tatto e dell’olfatto): qui vi lavora una squadra selezionata di ingegneri, informatici, fisici ed architetti, “investigatori del terzo millennio”, che ha testato il sistema su cold case e casi complessi di omicidio.
“Quando abbiamo pensato questo laboratorio ci guardavano tutti con molto sospetto perché era un’idea fortemente avveniristica – sottolinea Rizzi -. Ma come diceva Oscar Wilde nessun viaggio vale la pena di essere intrapreso se non ha come meta un sogno un’utopia. Questo vale nella vita, nella politica e a maggior ragione nella ricerca scientifica”. In questo Polo, casa della Polizia, “non c’è solo la storia, qui c’è anche un’amministrazione che guarda avanti. Noi siamo orgogliosi delle nostre origini e delle nostre professionalità: uomini e donne che guardano al futuro”, evidenzia Franco Gabrielli invitando poi il ministro Salvini “ad entrare nel futuro della scienza forense”.
Il vicepremier sperimenta così la realtà virtuale rivivendo la scena del crimine dell’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. “Bestiale”, esclama sorpreso da tale livello di tecnologia che permette una perfetta corrispondenza con la realtà. “Se poi sognarlo puoi farlo: è quello che ho scritto sui biglietti di auguri di Natale lo scorso anno”, esordisce il titolare del Viminale dopo il test del teatro virtuale.
“Sono contento di partecipare ad un evento che ci pone all’avanguardia a livello europeo, se non a livello mondiale”, continua Salvini dicendosi “orgoglioso” che da questi uffici, “da due depositi sia venuto fuori qualcosa di impressionante che ci aiuterà nella soluzione di parecchi problemi”, considerando “che le sfide della criminalità sono tante”. E sprona chi ha creduto nel progetto “ad andare avanti con altrettanta visionarietà”.