L’idea di Mirko Refatti da Bolzano per ostacolare la collusione tra esponenti dello Stato e le mafie è molto semplice: scontata la loro pena, i mafiosi vanno “allontanati dal territorio nazionale” con tanto di revoca della cittadinanza italiana. Un rimedio ‘drastico’, mutuato – scrive l’utente nella presentazione della sua proposta – dalla “storia delle antiche democrazie”, tra cui quella greca.
Per impedire alla malavita organizzata di reclutare nuove leve, Massimo Calabrese, impiegato sessantenne di Napoli, propone di “togliere la potestà genitoriale ai condannati per associazione a delinquere e ai collaboratori anche senza prole”: in questo modo, sottolinea, “non ci sarà più la scuola di camorra e mafia e ‘ndrangheta che alimenta la malavita”.
L’obiettivo di Rocco Panetta è invece quello di “sradicare con una legge i costumi mafiosi”, che secondo l’iscritto M5S andrebbero contrastati “al pari dell’apologia del fascismo”. “Specialmente nelle zone ad alto rischio mafioso”, scrive Panetta, “sempre più si notano modi di dire, atteggiamenti, usi e costumi che fanno chiaramente riferimento alle modalità mafiose. Il ‘senso di appartenenza’, ‘il rispetto’, il ‘tu non sai a chi appartengo’ (che nella versione dialettale è esplicito riferimento a vere o meno appartenenze a famiglie mafiose della zona) lasciano un seme diabolico negli occhi e nelle anime di chi circonda questi esseri, instillando più confidenza con il fenomeno che qualsiasi forma di rigetto”. “44 anni di esperienza sul territorio della Locride mi hanno fatto capire che anche con questa via si potrebbe dare un aiuto alla lotta alla cultura mafiosa”, conclude l’iscritto grillino.