Timori che al momento l’amministrazione comunale respinge, definendoli frutto di “prevenzione. Si tratta di un progetto in divenire – ribadisce il vice sindaco -. Non è ancora partito nulla. C’è soltanto un presidente e noi siamo pronti al dialogo senza prevenzioni. Oggi, infatti, parteciperemo alla tavola rotonda organizzata dal presidente della Fondazione. Siamo pronti a collaborare. La nostra amministrazione non indossa nessuna casacca. Noi siamo pronti a collaborare. E’ giusto accogliere ciò che potrebbe fare da volano economico alla nostra piccola realtà”.
Al momento, nella certosa di Trisulti, come spiega il vicesindaco, alloggia il presidente dell’associazione Dignitatis Humanae di cui è stato presidente onorario il cardinale Renato Raffaele Martino. “C’è anche il priore di 83 anni che sta finendo l’ultimo periodo prima di andarsene nell’abbazia di Casamari. L’associazione che si è aggiudicata il bando promosso a suo tempo dal ministero dei Beni culturali paga 100 mila euro all’anno di affitto dunque mi sembra normale che, nell’ottica del mantenimento della struttura medievale, venga chiesto un piccolo contributo a quanti, tra i non residenti, vogliono fare una visita guidata al monastero”.
Tutta la polemica sorta attorno alla certosa di Trisulti come è stata accolta dal cardinale Martino che tre anni fa abbracciò l’iniziativa nella sua fase iniziale divenendo il presidente onorario della Fondazione? Ambienti vicini al porporato spiegano all’Adnkronos: “L’utilizzo culturale della Certosa con una fondazione di matrice cattolica era parso al cardinale un utilizzo coerente ed apprezzabile anche nell’ottica della salvaguardia di un bene prezioso di grande valore culturale. Naturalmente – osservano le stesse fonti vicine al porporato – se ci fosse un uso diverso dagli intendimenti iniziali, tanto più con un orientamento politico, significherebbe tradire il progetto così come era nato e, se verificato, se ne prenderebbero le distanze”.