(Foto Adnkronos)
Pubblicato il: 31/12/2018 17:46
Addio ai cotton fioc di plastica. Dal primo gennaio 2019, infatti, saranno vietati la produzione e il commercio dei bastoncini di plastica per la pulizia delle orecchie: gli unici cotton fioc legali saranno quelli di materiale biodegradabile e compostabile. Le confezioni dovranno, inoltre, riportare l’esplicito divieto di buttarli nel wc, una cattiva abitudine che permette a questi rifiuti di passare direttamente dal bagno alle spiagge causando danni all’ambiente e alla fauna marina.
I RIFIUTI IN SPIAGGIA – Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente(EEA), i cotton fioc rappresentano circa il 4% dei rifiuti censiti sulle spiagge europee, percentuale che sale al 5,2% nel Mar Mediterraneo, la più alta rilevata dai volontari che hanno effettuato la ‘caccia al rifiuto’ sulle spiagge dell’Oceano Atlantico nord-orientale (dove i cotton fioc rappresentano il 4,6% del totale dei rifiuti), del Mar Baltico (0,75%) e del Mar Nero (0,49%). In Italia, i volontari di Legambiente negli ultimi cinque anni hanno monitorato 245 spiagge, censendo 162.936 rifiuti, di cui il 9% è rappresentato proprio dai cotton fioc (14.342), una media di 60 bastoncini di plastica per ogni spiaggia. Sulle nostre spiagge c’è di tutto: blister, tamponi e assorbenti, medicazioni, deodoranti per wc, contenitori per le lenti a contatto. Tutti rifiuti buttati nel wc e che hanno raggiunto mare e spiagge, anche a causa di sistemi di depurazione inefficienti. Prevenire è possibile e anche molto semplice: basterebbe usare il cestino.
LA CAMPAGNA LEGAMBIENTE – Per questo Legambiente rilancia la campagna #NoRifiutinelWC (www.norifiutinelwc.it) per stimolare il cambio di abitudini in un piccolo gesto quotidiano che, tuttavia, può contribuire ad arginare un problema di portata globale come il marine litter. L’associazione invita inoltre i cittadini a segnare confezioni o cotton fioc sospetti inviando una foto a campagne@legambiente.it.
IL PRIMATO ITALIANO – Il bando ai cotton fioc rappresenta un primato italiano reso possibile grazie a un emendamento alla scorsa legge di bilancio a firma di Ermete Realacci, così come lo stop previsto per il 1 gennaio 2020 all’uso delle microplastiche nei cosmetici da risciacquo. Una norma che, considerato il primato italiano sui mercati internazionali di settore, sarà di grande impatto sull’innovazione nella produzione di cosmetici e sulla tutela dell’ambiente. Le microplastiche – che sono di dimensioni troppo ridotte per essere trattenute dai sistemi di depurazione e finiscono direttamente in mare – generano un inquinamento incalcolabile e irreversibile. Molti studi confermano che vengono ingerite dalla fauna, assieme alle sostanze tossiche accumulate. Il rischio è anche lo squilibrio della catena alimentare: pesci e molluschi contaminati da plastica e inquinanti possono finire così sulle nostre tavole.
“Auspichiamo che questo primato, come già avvenuto con il bando ai sacchetti di plastica, venga mantenuto anticipando l’approvazione della direttiva europea sui prodotti di plastica monouso: per questo chiediamo al ministro Sergio Costa di fare approvare nel primo Consiglio dei ministri dell’anno nuovo il disegno di legge ‘Salvamare’ sulla plastica monouso, tenendo in considerazione i contenuti del progetto di legge sul ‘Fishing for litter’ per permettere ai pescatori di fare gli ‘spazzini del mare'”, dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “È inoltre fondamentale – aggiunge Zampetti – anche alla luce della nostra leadership internazionale sulla raccolta dei rifiuti organici e sul loro compostaggio, che l’Italia ribadisca l’importanza dell’uso delle bioplastiche nello sviluppo dell’economia circolare, contrariamente a quanto scritto nella direttiva europea sulle plastiche monouso la cui approvazione è prevista per i primi mesi del 2019″.