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Pubblicato il: 31/10/2019 20:12
di Antonio Atte
La convocazione del Congresso. Giorgio Trizzino, in una lettera aperta anticipata all’Adnkronos, rompe un tabu per i 5 stelle. Il deputato del M5S, pur senza ‘sfiduciare’ Luigi Di Maio, auspica che i poteri non siano più accentrati come successo finora, ma prevalga “una visione collegiale”. “Ormai da tempo – si legge nella lettera di Trizzino – circolano all’interno del Movimento più voci che si chiedono quali vie occorra seguire per consolidarne i valori fondanti e adattarli alle nuove esigenze imposte dalle contingenze politiche”.
“Anch’io ho partecipato a tale esercizio di democrazia interna e ancor di più intendo proseguire lungo questa linea all’indomani di un deludente, ma non imprevisto, risultato elettorale umbro. Purtroppo è accaduto talvolta che la rappresentazione mediatica del dibattito si sia ridotta ad una specie di dichiarazione di sfiducia nei confronti della persona che è alla guida del Movimento. Va chiarito – sottolinea – che non è mai stata questa la mia intenzione, e che, al contrario, ritengo opportuno che vada modificato, in forma non traumatica, né attraverso indebite epurazioni, l’assetto organizzativo del Movimento attraverso una discussione aperta tra tutti gli aderenti. Il fine è quello di realizzare un collegamento più stabile ed efficiente tra elettori ed eletti, restituendo ai primi la parola circa gli orizzonti programmatici del Movimento”.
“Per questo -incalza Trizzino- mi pare si debba insistere sulla convocazione di un’assise congressuale che integri la piattaforma Rousseau nella sua funzione consultiva e decisionale ma che si proponga di esprimere un indirizzo chiaro e non conflittuale relativamente al modello di governo interno a partire da proposte di innovazioni, se non riedizioni, statutarie. E questo non per ribaltare le odierne posizioni di vertice ma per suggerire un metodo pluralistico di partecipazione alla vita ed alle scelte del Movimento”.
“Si tratta -sottolinea ancora Trizzino- di scelte delicatissime, che riguardano il tema delle alleanze, del rispetto del pluralismo interno, dell’incoraggiamento di politiche a sostegno del lavoro soprattutto giovanile, della determinazione degli indirizzi da seguire nei vari territori, della individuazione della classe dirigente e dei criteri di scelta degli aspiranti a cariche istituzionali, elettive e non, in modo da rispecchiare meriti e valori. Dovrebbe trattarsi, insomma, della verifica degli aggiornamenti utili a non rendere obsoleto un progetto politico inizialmente nato in forma spontanea e successivamente evoluto, grazie al successo della formula, in forza di governo”.
Ripeto, questo non significa, né implica, rimozioni o destituzioni di persone che hanno decisivamente contribuito alla realizzazione di un progetto che a molti commentatori appariva velleitario e si è, al contrario, rivelato, grazie all’abnegazione dei fondatori e dell’attuale vertice, esperimento virtuoso e proficuo. L’attuale disegno statutario tende, non per deplorevole calcolo ma per necessità iniziale, a disegnare un sistema di accentramento di compiti nella figura di chi guida il Movimento. Probabilmente – ammette l’esponente 5 stelle – non si poteva far diversamente quando il Movimento muoveva i primi passi che presto si sono trasformati in autentici, fruttuosi salti”.
“Oggi lo scenario è mutato ed impone che, per non disperdere entusiasmo e partecipazione corale, prevalga una visione collegiale delle cose, senza rinnegare quanto di fondamentale è stato possibile fare grazie a persone di spicco che meritatamente hanno ottenuto riconoscimenti e consensi. Con loro, ed in spirito solidaristico, senza rinunciare, ove occorra, a contributi critici per il bene del Movimento, la strada va proseguita collegialmente ed armoniosamente. Da queste considerazioni ed in questo spirito costruttivo, e non certo per non commendevoli mire individuali o vendicative, nasce l’idea, che condivido e vorrei tradurre presto in proposta politica con altri Amici, di concorrere ad una meditata e condivisa rifondazione del Movimento. A quest’opera vorrei offrire entrambe le mie mani, sperando che in molti si uniscano per il bene comune”, conclude Trizzino.