Avvocatessa incinta, le negarono rinvio udienza: “Istituire ‘Sala Rosa’ nei tribunali” 

Avvocatessa incinta, le negarono rinvio udienza: Istituire 'Sala Rosa' nei tribunali

(Fotogramma)

Pubblicato il: 15/11/2019 15:56

Incinta, aveva chiesto il rinvio per legittimo impedimento dell’udienza, che cadeva proprio il giorno prima della data presunta del parto, ma le era stato negato e c’era voluto l’intervento dell’Ordine degli Avvocati di Roma per spingere il Tribunale a fare marcia indietro. L’avvocatessa di Roma, S. T. M. ricorda all’Adnkronos il suo caso, proprio mentre si celebra nella Capitale la due giorni della Conferenza Nazionale dei Comitati Pari Opportunità istituiti dagli Ordini forensi per affrontare i tanti episodi di pari opportunità negate nel mondo della giustizia, e lancia una proposta per andare incontro alle esigenze, forse fin troppo sottovalutate, di chi pratica una professione come la sua: istituire una “Sala Rosa” in tutti i Tribunali, “dove le donne possano allattare, dove le donne in gravidanza possano riposarsi o trovare un bagno decente”.

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Trentotto anni, S. T. M. esercita la professione di avvocato dal 2010. Alla sua seconda gravidanza era già entrata in vigore la norma che va incontro alle esigenze di chi aspetta un figlio e ha deciso di approfittarne. “Dal 1 gennaio 2018 è entrata in vigore con la legge di bilancio la possibilità per gli avvocati, nel periodo due mesi prima e tre mesi, dopo dalla data presunta del parto, di chiedere lo slittamento di alcuni termini processuali e il rinvio di udienze, salvo per alcune udienze particolari – sottolinea l’avvocato – Beneficiando di questa legge, alla mia seconda gravidanza, ho mandato alcune istanze di differimento di udienze”.

“In particolare – continua – avevo chiesto il rinvio di un’udienza nell’ambito di un procedimento di separazione tra coniugi, perché era stata fissata al 16 aprile 2019, un giorno prima della mia data presunta del parto: il giudice, pur non rigettando l’istanza, l’aveva subordinata al consenso della controparte che ovviamente non c’é stato”.

“Sono stata costretta a rivolgermi al consiglio dell’Ordine di mia appartenenza per ottenere il rinvio – continua S. T. M. – In altre udienze mi sarei fatta sostituire, ma nelle separazioni si crea un rapporto speciale tra cliente e avvocato per via della materia delicata. Così, dopo essermi rivolta al consiglio dell’Ordine degli avvocati, il giudice mi ha concesso il rinvio”.

L’avvocato racconta di aver avuto poi modo di parlarne con lo stesso giudice che inizialmente aveva respinto la sua richiesta: “Anche lei è donna e mamma, mi ha espresso le sue perplessità perché secondo lei era necessario definire il procedimento visto che c’era di mezzo il figlio della coppia da tutelare”.

“Alla fine sono riuscita a ottenere questo rinvio, fermo restando che tutti gli altri giudici ai quali avevo presentato istanze simili mi avevano concesso il rinvio. So però di colleghe che sono state meno fortunate di me – sottolinea S. T. M. – Noi facciamo un lavoro particolare, non abbiamo la maternità, grazie a questa norma del 2018 possiamo chiedere il rinvio oppure possiamo farci sostituire. Però andrebbe sensibilizzata di più la nostra categoria anche sulle problematiche che affronta chi fa la nostra professione e aspetta un figlio”. Da qui la proposta: “Bisognerebbe istituire una ‘Sala Rosa’ per le donne nei tribunali.Una sala dove allattare, ma anche dove le donne in gravidanza possano riposarsi o trovare un bagno decente”.