(Fotogramma)
Pubblicato il: 18/11/2019 18:34
di Patrizia Perilli
Lo definiscono ‘alloggio’, ma in realtà si tratta di una casa che ogni militare trasferito per servizio lontano da casa chiede all’amministrazione di appartenenza. Solo i militari dell’esercito in attesa dell’assegnazione di un’abitazione sono poco più di 3.000, un terzo dei quali a Roma: la cifra aumenta fino a 4.000 per quanto riguarda le richieste delle tre forze armate: Esercito, Aeronautica, Marina. L’esigenza è superiore alla disponibilità. Non solo. La questione si complica poi sulla base delle risorse economiche disponibili delle singole amministrazioni, tanto che anche immobili liberi non possono essere affidati a causa dei problemi di restauro e manutenzione. Insomma, chi paga i lavori?
I militari sarebbero anche disponibili ad anticipare i costi ma chi si prende la responsabilità della sicurezza dei lavori effettuati? E quindi tra gli alloggi vuoti e da ristrutturare e quelli ancora occupati da militari in pensione la situazione rimane pesante, tanto che il Sindacato Libera Rappresentanza Militare si è fatto carico di raccogliere dati per avere il quadro della situazione: “Soprattutto a Roma esiste una situazione difficile, i tempi di attesa sono lunghissimi, si parla addirittura di anni. Tanto da pensare a un disegno di legge che regolarizzi la situazione. Abbiamo colleghi graduati, che sono la base dell’Esercito Italiano – spiega all’Adnkronos Girolamo Foti – che arrivano con difficoltà alla fine del mese eppure non riescono ad avere un alloggio dall’amministrazione”.
Secondo il ‘Dossier Alloggi 2019’ realizzato dalla Libera Rappresentanza Militare, negli ultimi anni si è verificata una contrazione degli alloggi concessi al personale in quanto “molti alloggi non sono stati manutenzionati/verificati oppure perché altri non sono stati liberati a causa della permanenza sine titulo degli inquilini“.