(Fotogramma)
Pubblicato il: 18/11/2019 14:50
di Elvira Terranova
“La mia vita ormai è fatta di fede e di arte”. Gaspare Mutolo, lo storico pentito di mafia con ventidue omicidi alle spalle, killer ed autista del capo dei capi corleonese, il sanguinario Totò Riina, parla della sua nuova vita. Di “uomo di fede e uomo d’arte”. Nei giorni scorsi, come scrive oggi Repubblica, è stata inaugurata a Giulianova una mostra voluta con forza dal giuliese Gabriellino Palestini, noto come ‘uomo Plasmon’ per un carosello degli anni Sessanta. Mutolo conobbe Palestini negli anni Ottanta quando era nel carcere a Teramo, trasferito da Sulmona e dove per un periodo restò in libertà vigilata.
“Ho conosciuto Palestini negli anni Ottanta – racconta oggi Mutolo in una intervista all’Adnkronos – ed è nata una bellissima amicizia, vera e profonda. Molte amicizie vanno e vengono, si rompono, quella nostra, anche se ha avuto momenti tristi, è sempre andata avanti. Lui in galera e io al maxiprocesso ma i nostri rapporti sono sempre andati avanti”.
“Io l’ho fatto conoscere a tanti siciliani, molti dei quali sono stati uccisi. Parlo, ad esempio, di Bontade o Riccobono. Lo rispettavano tutti perché era una persona educata” “Palestini – prosegue Mutolo, che a febbraio compirà 80 anni – era l’unica persona che quando arrivava a casa mia aveva una stanza tutta per sé. Non andava in albergo, tanta era la fiducia”.
“Dopo tanti anni di sventure ci siamo ritrovati – dice ancora Mutolo – e abbiamo deciso di organizzare la mostra a Giulianova”. Per Mutolo “la pittura è l’unico amico che non mi ha mai tradito. L’unico amico con cui trascorrere tutta la giornata. Non ho bisogno di nient’altro”. E spiega che i suoi quadri “diventeranno famosi tra 50 o 100 anni, anche se già li vendo a buon prezzo”.
E rivela di avere venduto i suoi quadri “anche a 700 euro l’uno”. Buona parte dei soldi che ricava dalla vendita dei suoi quadri finiscono in beneficenza. “La mia vita è fede e arte”, continua a ripetere come un mantra.