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Pubblicato il: 19/11/2019 19:33
I carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, che dispone la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di tre persone ritenute responsabili di un giro di corruzione. L’attività d’indagine è partita dopo la denuncia di un imprenditore al quale era stata prospettata la possibilità di attenuare la sua posizione nell’ambito di un’indagine che lo vedeva coinvolto purché si affidasse ad un professionista indicato per la gestione di un settore amministrativo della sua società. I reati contestati ai tre arrestati, a vario titolo, sono tentata induzione indebita a dare o promettere utilità; corruzione; rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio nonché tentata violenza privata.
SPUNTANO NOMI DI ‘DIABOLIK’ E BOCCACCI – Nell’inchiesta compaiono anche i nomi dell’ex capo ultras della Lazio Fabrizio Piscitelli, alias ‘Diabolik’, ucciso a Roma lo scorso 7 agosto, e dello storico leader del gruppo di estrema destra Movimento Politico, Maurizio Boccacci, che ha subito una perquisizione. Uno dei tre arrestati, Andrea Paliani (che si presentava come ‘Geppo’ di Avanguardia Nazionale) era in contatto con i due, che utilizzava “come elementi di minaccia”. “Pure quello che mi aveva chiesto Cristopher gli ho detto ‘no bello de casa, cioè a tutto c’è un limite’ – afferma Paliani al telefono parlando con un suo socio – Comunque se ti fa piacere l’altro consulente ci sono andato a parlare con Fabrizio Diabolik, quindi ho alzato il tiro”.
In una delle intercettazioni contenuta nell’ordinanza, Paliani minaccia il direttore delle risorse umane del gruppo Ini Spa, “per farlo desistere dall’avviare dei provvedimenti disciplinari nei confronti di alcuni iscritti al sindacato Sicel, tutti dipendenti di una struttura sanitaria di Veroli, tra cui una donna con cui Paliani ha una relazione sentimentale e che lui considera ‘sacro’”. “Ti ammazzo io, a te e tuo figlio” dice Paliani. In un’altra conversazione, il sindacalista dice: “Io se mi si tocca il sacro…guarda te lo giuro, non esiste…me lo fate a me il provvedimento (…) mi arrestassero, facessero quello che cazzo glie pare, e lì non c’è legge del mondo che ti ferma! A me non mi ferma nessuno…compreso Boccacci, che è pronto a ripartire, e già l’ho fermato tre volte”. L’interlocutore gli risponde però che “le regole sono regole”.
SI INDAGA SU TELEFONATE ARRESTATO CON CONSIGLIERE M5S BARILLARI – Spunta anche il nome del consigliere in Regione Lazio del M5S Davide Barillari nelle carte dell’inchiesta che ha portato ai tre arresti. L’indagine è partita dalla denuncia di un imprenditore, Cristopher Simone Luciano Faroni, membro del cda dell’Istituto Neurotraumatologico Italiano, al quale Giuseppe Costantino, carabiniere del nucleo ispettorato del lavoro, aveva proposto di assumere come commercialista un suo amico, Alessandro Tricarico, assicurandogli che in questo modo si sarebbe attenuata un’inchiesta che lo vedeva coinvolto purché si affidasse al professionista indicato per la gestione di un settore amministrativo della sua società con un compenso di 250mila euro annui, oltre a un compenso variabile.
Ai domiciliari, oltre a Costantino e Tricarico, è finito anche un sindacalista, Andrea Paliani: quest’ultimo, in un’intercettazione dello scorso 28 febbraio, informa un suo socio che incontrerà Barillari, “il quale avrebbe già pronta la richiesta di commissariamento del gruppo Ini, Spa” come si legge nell’ordinanza di misura cautelare. “Dunque io me vedo venerdì sera con Davide Barillari – dice Paliani al telefono – Sto a cena con lui perché lui ha già preparato il commissariamento (…) quindi è tutto pronto per la partenza!”.
In un’altra conversazione intercettata contenuta nell’ordinanza Paliani riferisce al consigliere regionale M5S “di essere intenzionato a richiedere un’ispezione presso alcune cliniche del gruppo Ini Spa che a suo dire risultano sprovviste di determinate certificazioni, in maniera tale da poter poi procedere al commissariamento della società. Nella circostanza – si legge nell’ordinanza – pur non lasciandosi sfuggire commenti, Barillari approva il piano tracciato dal suo interlocutore”. In un’altra intercettazione il sindacalista Andrea Paliani, arrestato per corruzione dai carabinieri del Comando Provinciale di Roma, si rivolgeva al consigliere regionale M5S Davide Barillari dicendo: “Dai Davide, ce la facciamo sicuramente…questa è ‘na botta penso che Zingaretti se la ricorda finché campa …”. E Barillari risponde: “Esatto…”.