Cristina Grieco, assessore al Lavoro della Regione Toscana e coordinatore della commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni (foto Adnkronos/Labitalia)
Pubblicato il: 20/11/2019 15:43
“Sicuramente è un primo passo rispetto a quanto avevamo richiesto sia in commissione Lavoro e anche come presidenti in Conferenza Regioni. Ma non è tutto quello che avevamo richiesto”. Così Cristina Grieco, assessore al Lavoro della Regione Toscana e coordinatore della commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni, dà un primo giudizio, con Adnkronos/Labitalia, sulla circolare n.3 del 15 novembre pubblicata da Anpal che contiene indicazioni operative per i centri per l’impiego per l’applicazione del reddito di cittadinanza.
Un documento che comunque, per Grieco, contiene “le istruzioni informatiche e normative per l’applicazione della cosiddetta fase 2 del reddito di cittadinanza, quella che deve portare alla ricerca di un impiego”, sottolinea.
In particolare la circolare, come riporta l’Anpal, dà appunto indicazioni circa i compiti dei centri per l’impiego, le persone tenute alla stipula del patto per il lavoro, la mancata accettazione di offerte di lavoro congrue, gli obblighi in capo ai beneficiari tenuti a sottoscrivere il patto. E le attività e le funzioni dei centri per l’impiego si intendono riferiti anche ai soggetti accreditati, nel caso appositi provvedimenti regionali lo prevedano. La circolare stabilisce anzitutto che l’erogazione del reddito di cittadinanza è condizionata alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (Did) da parte dei componenti il nucleo familiare maggiorenni, non occupati e non frequentanti regolare corso di studi, nonché all’adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.
Ai beneficiari tenuti a stipulare il Patto per il lavoro Anpal attribuisce l’assegno di ricollocazione. Il patto per il lavoro deve contenere gli obblighi e gli impegni previsti in capo al beneficiario. I beneficiari di reddito di cittadinanza che hanno già in essere misure di politica attiva del lavoro continuano a partecipare alle misure medesime senza necessità di modificare il proprio percorso di inserimento professionale e conservano il diritto al beneficio.