(Foto dal profilo Facebook)
Pubblicato il: 21/11/2019 20:41
“Ho sognato Luca questa notte. Ne parlavo con mia madre qualche giorno fa, le ho chiesto perché non riuscissi a sognarlo. Mi ha detto: ‘dicono che debba passare un mese perché diventi angelo poi si sogna’. Pensavo fossero dicerie del nostro paese, in Abruzzo, ma stamattina alle 10 mi sono svegliato piangendo. L’ho visto nella stanza, gli ho chiesto che facesse lì, se non gli facessero male le braccia per i colpi ricevuti. Mi ha detto che stava bene, che si sentiva sollevato. ‘Voglio stare qua, non so se andrò in cielo’, mi ha detto, ‘ma fammi una cortesia: dì a mamma che non pianga più’”. Così Alfonso Sacchi, papà del 24enne ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub in zona Appio Latino un mese fa in circostanze ancora da chiarire. Ospite a Porta a Porta insieme ai suoi legali, ha detto: “Le ceneri sono nella sua stanza, è giusto che sia così. Lui è stato sempre con noi, lo abbiamo messo dentro un vaso di porcellana. Lo abbracciamo e ce lo baciamo, e un po’ sembra come se sia tornato a casa”.
L’uomo ha poi ricostruito quella tragica notte: “Quella sera Luca è sceso di casa, Federico (il fratello minore, ndr) stava provando sulla via di casa uno scooter. E uscito da solo, a piedi. Anastasia non c’era. Alle 23, ero al ristorante, mi ha chiamato un amico dicendomi che c’era stato un incidente, che Luca era caduto da un muretto. Non mi poteva dire che gli avevano sparato in testa”. “Non so perché sia successo – continua – Anastasia è stata con noi, solo la prima sera è andata a dormire a casa, poi la mattina è venuta a casa, è uscita alle 8, è tornata ancora una volta dopo un’oretta, e non l’ho più vista”.
Della ragazza che per cinque anni è stata accanto al figlio, Alfonso Sacchi non sa più cosa pensare. “Luca non può più dirci cosa sia successo – racconta – aveva già dato la vita per difenderla, nel terremoto di Amatrice, portandola in salvo. Lo ha rifatto. Adesso, se sa qualcosa, e nutro ancora un filo speranza, è il momento di parlare. Così non è possibile”.
Secondo i legali della famiglia, “Luca poteva aver scoperto qualcosa“. “Le indagini vanno un pochino a rilento – spiega l’avvocato Paolo Salici – Noi abbiamo due ipotesi: che si tratti di un errore di persona o che lui quella sera abbia scoperto qualcosa di losco, che non gli andava giù”. Ma c’è un altro dubbio che i legali sollevano in studio: “Se Luca è stato colpito da una mazza da baseball e ha diversi lividi, perché Anastasia non ha nemmeno un graffio? Chiediamo venga prelevato un campione genetico alla ragazza”.