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Pubblicato il: 22/11/2019 10:39
Per affrontare le sfide del futuro “bisogna passare a un nuovo mix di politiche europee, con una serie di elementi chiave”: il primo è la politica monetaria della Bce “che è stata un fattore chiave della domanda interna durante la ripresa e resterà” accomodante, ma un altro “elemento chiave qui è la politica fiscale dell’area dell’euro“, in particolare per quel che riguarda gli investimenti. Lo sottolinea la presidente della Bce Christine Lagarde in un discorso all’European Banking Congress a Francoforte, secondo la quale “la politica monetaria potrebbe raggiungere il suo obiettivo più rapidamente e con meno effetti collaterali se altre politiche sostenessero la crescita al suo fianco”.
Certo, ammette, “le esigenze di investimento sono ovviamente specifiche da paese a paese” ma quelli “pubblici nell’area dell’euro rimangono leggermente al di sotto dei livelli pre-crisi”. E per rilanciare gli investimenti “possono svolgere un ruolo sia le politiche nazionali che i programmi europei come InvestEU”.
Nel suo intervento Lagarde ha sottolineato che rafforzare la domanda interna, come possono fare i paesi con surplus di conto corrente, “può proteggere i posti di lavoro quando si ferma la crescita globale”. Ciò avviene, spiega la neo-presidente della Bce, “perché la domanda interna è più legata ai servizi – che richiedono più lavoro – mentre la domanda esterna è più legata alla produzione, che richiede meno lavoro”. Questo processo – aggiunge – oggi “è in atto nell’area dell’euro: la resilienza dei servizi è la ragione principale per cui l’occupazione non è stata ancora influenzata dal rallentamento globale della produzione”.
Peraltro, evidenzia la Lagarde, “c’è anche un secondo vantaggio nel rafforzare l’economia domestica, e cioè che così si facilita il riequilibrio” fra i diversi paesi dell’Eurozona. “I paesi in surplus tendono a crescere più velocemente rispetto all’economia mondiale durante i periodi di ripresa globale, ma anche a contrarsi più bruscamente durante i periodi di recessione globale, mentre per i paesi in deficit, è il contrario” afferma.
Quindi, segnalando come “la soluzione al famoso ‘paradosso della parsimonia’ sono le istituzioni”, Lagarde ha evidenziato che “una unione monetaria focalizzata troppo sulla condivisione del rischio può spingere a un eccesso di azzardo morale ma dare la priorità alla sola riduzione del rischio può portare al problema opposto con un eccesso di risparmio e una crescita fragile”. “Quindi, completare l’Unione economica e monetaria significa trovare il giusto compromesso: una protezione sufficiente contro i pericoli morali per scoraggiare i risparmi insufficienti, ma un’assicurazione reciproca sufficiente per evitare un risparmio eccessivo. In questo modo – conclude – potremmo attingere a nuove fonti di crescita che altrimenti scomparirebbero”.
“Siamo di fronte a uno scenario globale caratterizzato dall’incertezza. Ma credo che, se affrontiamo questa sfida nel modo giusto, può anche essere un momento di opportunità”, evidenzia infine la presidente della Bce, invitando a “pensare diversamente l’Europa” in particolare “investendo nel nostro futuro, rafforzando le istituzioni comuni e dando nuove capacità alla seconda economia mondiale”. “Non sarà facile. Ma – conclude citando San Francesco d’Assisi – ‘cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.