(Fotogramma)
Pubblicato il: 22/11/2019 15:42
“Le dichiarazioni di Matteo Salvini sembrano diffondere il messaggio che se Cucchi, nel momento in cui fu fermato dai Carabinieri, non fosse stato trovato in possesso di sostanza stupefacente non sarebbe deceduto”. E’ quanto scrive Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, nella querela per diffamazione presentata in Procura a Roma nei confronti di Matteo Salvini per la frase “la droga fa male sempre” con cui l’ex ministro dell’Interno aveva commentato la sentenza di condanna a 12 anni per i due carabinieri accusati dell’omicidio di Cucchi.
“In sostanza – si legge – dalle dichiarazioni di Matteo Salvini si evince senza dubbio che il possesso di droga da parte di Stefano Cucchi sia stata la causa prima e unica della sua morte, la quale quindi sarebbe paradossalmente imputabile alla stessa vittima defunta. Mentre, invece, secondo la sentenza di primo grado, Stefano Cucchi è stato vittima di percosse reiterate e violentissime da parte dei due carabinieri condannati che lo hanno portato a morte senza che la droga (non si capirebbe poi se il possesso o l’uso) abbia giocato un ruolo nel provocare le lesioni mortali”.
Non solo. “Dopo aver appreso dell’intenzione della sottoscritta di sporgere querela – ricorda ancora Ilaria Cucchi – per le frasi gravemente diffamatorie rivolte da Matteo Salvini nei confronti di Stefano Cucchi, lo stesso commentava: ‘Dopo Carola Rackete, mi querela la signora Cucchi? Nessun problema, sono tranquillissimo, dopo le minacce di morte dei Casamonica e i proiettili in busta, non è certo una querela a mettermi paura. Spero che il Parlamento approvi subito la legge ‘droga zero’ proposta dalla Lega, per togliere per sempre ogni tipo di droga dalle strade delle nostre città […] Ripeto, dopo le minacce di morte dei mafiosi non sono Ilaria Cucchi o Carola Rackete a farmi paura’”.
“In questa dichiarazione – aggiunge Ilaria Cucchi – Matteo Salvini insiste ancora a collegare la morte violenta di Stefano Cucchi alla droga, auspicando provvedimenti che affrontino questo problema che – nel suo ragionamento – è causa delle morti come quella di Stefano Cucchi, dovuta invece alla condotta illecita e violenta di due appartenenti all’Arma dei Carabinieri. Ma soprattutto, aggiunge un’infamante offesa alla sottoscritta, paragonando la sua intenzione di sporgere querela alle minacce di morte rivoltegli da gruppi criminali”.
Salvini, continua la Cucchi, “non si accontenta di negare la realtà chiaramente emersa, ossia che Stefano sia morto a causa delle percosse violente e delle lesioni mortali che ne sono conseguite – conclude la sorella di Stefano Cucchi nella querela depositata insieme con il suo avvocato Fabio Anselmo – Ma continua incomprensibilmente ad accostare sia Stefano che me (e, in questa dichiarazione, anche Carola Rackete) a contesti ed ambienti illegali e infamanti”.