(Foto Fotogramma)
Pubblicato il: 23/11/2019 11:44
Oggi a Napoli inaugura la mostra collettiva Virginem=Partena, curata da Biancamaria Santangelo, nella galleria Nabi Interior Design di via Chiatamone. “Tra le sculture una salta agli occhi: rappresenta Matteo Salvini che, armato di un’enorme pistola, spara a due africani in versione zombie. Si chiama, facendo il verso a una frase del leader leghista, La pacchia è finita! e l’ha creata Salvatore Scuotto, del gruppo della Scarabattola, tra le formazioni di maestri presepiali più creative”. Ne dà notizia il sito del quotidiano ‘Il Mattino’. “E anche controcorrente, solite anche a messaggi forti, pure troppo: sono quelli che, per intenderci, hanno inserito donne nude, diavoli e femminielli nelle natività. Alla collettiva Scuotto partecipa in proprio, e infatti ha adottato un nome d’arte, Morales, per l’esordio di questa sua carriera da solista”.
“Il nome è quello che apparteneva alla famiglia di mia madre, che durante il fascismo fu trasformato dai miei antenati in Morale, senza s, in ossequio alle posizioni antiesterofile del regime. Adottarlo oggi è per me un’espressione di antifascismo, spiega l’autore. Morales contribuisce alla mostra anche con altre opere: Mamma negra, una donna di colore incinta che alza la mano destra implorando, mentre con l’altra mano regge il suo grembo. Sinera, gioco di parole per indicare una sirena nera, una donna africana con la coda di pesce che stringe al petto dei bimbi, nel tentativo di salvarli dall’annegamento.
“Mi sono stancato e ho messo tutto quello che provo in queste sculture. Quando mi hanno invitato alla mostra non volevo partecipare, poi ho annunciato che avrei creato volutamente qualcosa di disturbante e la proprietaria dello spazio, Bianca Santangelo, mi ha dato massima libertà”. Scuotto, riporta ‘Il Mattino’ online, ammette che in alcuni casi “la mano è scappata. Mentre mettevo insieme il mio contributo l’ho guardato e ho detto: che cosa ho combinato?, però, invece di fermarmi sono andato fino in fondo all’idea che avevo”.
Non rinnega quindi la forza contenuta in questa produzione ma ne spiega la metafora: “Quando ho iniziato a creare, Salvini era ancora ministro dell’Interno. Poi si è eliminato da solo. Ho voluto rappresentarlo come un bambinone che gioca a un videogame popolato da fantasmi, come si vede dai dettagli della pistola che è intenzionalmente spropositata. Dico che il suo messaggio politico è infantile, come una costante Play Station in cui bisogna individuare il nemico e abbatterlo”. .