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Pubblicato il: 25/11/2019 10:59
Un totale di 7.275 Comuni italiani a rischio idrogeologico, un numero altissimo, praticamente il 91% del totale, a cui corrispondono numeri altrettanto chiari e allarmanti: 1,28 milioni di abitanti a rischio frane e oltre 6 milioni di abitanti a rischio alluvioni. 100mila persone a rischio solo nella Capitale. Sono dati noti, sbandierati e diffusi più e più volte da esperti e ricercatori (in questo caso, era il Rapporto 2018 di Ispra sul dissesto idrogeologico in Italia) che danno la misura di un disastro annunciato.
Eppure, nonostante gli allarmi più e più volte ripetuti, l’ago della bilancia della spesa pende sempre dalla parte dell’emergenza piuttosto che della prevenzione: in 20 anni, dal 1998 al 2018, sono stati spesi 5,6 miliardi (300 milioni all’anno) in opere di prevenzione rischi a fronte dei circa 20 miliardi di euro spesi invece per riparare i danni, 1 miliardo l’anno. Considerando che dal 1944 ad oggi sono stati spesi 75 miliardi di euro, il rapporto tra prevenzione e riparazione è di uno a quattro, secondo quanto evidenziano i dati del Cnr e della Protezione civile.
L’Ispra entrava anche nel dettaglio, stilando la classifica delle Regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni: Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.
Secondo le elaborazioni di Enea, sono 40 le aree a maggior rischio in Italia. Comprese città come Venezia, Trieste, Ravenna, la foce del Pescara, il golfo di Taranto, La Spezia, Cagliari, Oristano, Trapani, Marsala, Gioia Tauro. Poi c’è un’indagine di Climate Central pubblicata sulla rivista Nature, secondo la quale se i ghiacciai continueranno a sciogliersi al ritmo attuale, 300 milioni di persone che vivono in aree costiere saranno sommerse dall’oceano almeno una volta l’anno entro il 2050.
Questo per quanto riguarda il futuro prossimo. Guardandoci alle spalle invece, l’Osservatorio Cittàclima di Legambiente mappa le città che nel corso degli ultimi dieci anni hanno subito il maggior numero di eventi estremi che le hanno messe in ginocchio: Roma, Milano, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Bari, Reggio Calabria e Torino. Una storia che si ripete, insomma. Secondo il dossier ‘Il clima è già cambiato’ dell’associazione, dal 2010 ad oggi sono 563 gli eventi registrati sulla mappa del rischio climatico, con 350 Comuni in cui sono avvenuti impatti rilevanti. Nel 2018, il nostro paese è stato colpito da 148 eventi estremi, che hanno causato 32 vittime e oltre 4.500 sfollati, un bilancio di molto superiore alla media calcolata negli ultimi cinque anni. Dal 2014 al 2018 le sole inondazioni hanno provocato in Italia la morte di 68 persone.
Dal 2010 ad oggi, sono 193 i casi di danni a infrastrutture da piogge intense, 73 i giorni di stop a metropolitane e treni urbani nelle principali città italiane (26 giorni a Roma).