C’è un buco nero mostruoso a 15mila anni luce da noi 

C'è un buco nero mostruoso a 15mila anni luce da noi

(Foto Inaf)

Pubblicato il: 27/11/2019 21:35

Si trova a 15mila anni luce da noi e ha una massa mostruosa, per essere un buco nero stellare: circa 70 volte quella del Sole – vale a dire, quattro o cinque volte quella che era ritenuta la massa limite per un buco nero di questo tipo. Si chiama LB-1, e alla sua scoperta – guidata da Jifeng Liu dell’Accademia Cinese delle Scienze e pubblicata oggi su Nature – ha preso parte anche Mario Lattanzi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Ma quanto sono grandi i buchi neri prodotti dal collasso di stelle massicce? Gli astronomi, ricorda la fa, stimano che nella nostra galassia, la Via Lattea, ci siano circa 100 milioni di buchi neri, e che nella maggior parte dei casi si tratti di buchi neri piuttosto leggeri: non più di 15 volte la massa del Sole.

Ora, però, un team internazionale di scienziati guidato da Jifeng Liu, astrofisico all’Osservatorio Astronomico Nazionale di Pechino dell’Accademia Cinese delle Scienze, e del quale fa parte anche Mario Lattanzi dell’Inaf di Torino, ha individuato un buco nero stellare con una massa spaventosa: circa 70 volte quella del Sole. «Non so se sia il più grande mai trovato, ma la cosa straordinaria è che, stando alle teorie attuali dell’evoluzione stellare, buchi neri stellari così massicci non dovrebbero nemmeno esistere, perlomeno non nella nostra galassia», dice Lattanzi da Shanghai, dove si trova in questi giorni per lavorare insieme ad alcuni dei colleghi con i quali ha firmato l’articolo appena pubblicato su Nature.

“In realtà, indizi della loro esistenza ce ne sono, ma arrivano da “osservazioni” di tipo del tutto diverso e indipendente: i segnali registrati dagli interferometri per onde gravitazionali Ligo e Virgo, attribuiti alla collisione fra buchi neri molto più massicci dei tipici buchi neri stellari”. “Il mostro che abbiamo appena scoperto”, aggiunge Liu, “si trova ad appena 15mila anni luce da noi. Lo abbiamo chiamato LB-1, dal nome del nostro team. Ora la palla passa di nuovo ai teorici, ai quali toccherà spiegare come possa essere avvenuta la sua formazione in un ambiente con metallicità analoga a quella del Sole”.