Mes, Conte: “Contro di me accuse gravissime”   

Mes, Conte: Contro di me accuse gravissime

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Pubblicato il: 02/12/2019 13:29

Le accuse che mi sono state rivolte trascendono ampiamente i più accesi toni e le più aspre contestazioni che caratterizzano l’odierna dialettica politica, già di per sé ben poco incline alla ‘cura delle parole’. Siamo al cospetto di un’accusa gravissima“. Lo ha detto Giuseppe Conte parlando alla Camera nella sua informativa sul Mes, il fondo salva stati europeo.

“Se si arriva ad accusare apertamente e ripetutamente, in tutte le trasmissioni televisive e in tutti i canali social, il presidente del Consiglio di avere tradito il mandato di difendere l”interesse nazionale’ e di avere agito per tutelare non si sa quale interesse personale, allora il piano delle valutazioni che siamo sollecitati a compiere è completamente diverso“, ha spiegato il presidente del Consiglio.

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“Mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui ‘disinvoltura’ a restituire la verità e la cui ‘resistenza’ a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni di diffondere notizie allarmistiche, palesemente false, che hanno destato preoccupazione nei cittadini e, in particolare, nei risparmiatori: è stato detto che sarebbe prevista la ‘confisca dei conti correnti dei risparmiatori’ e, più in generale, che ‘tutti i nostri risparmi verrebbero posti a rischio’; è stato detto che il Mes servirebbe solo a beneficiare le banche altrui e non le nostre”, ha sottolineato Conte, per il quale se le accuse sul Mes “non avessero fondamento e anzi fosse dimostrato che chi le ha mosse era ben consapevole della loro falsità, avremmo la prova che chi ora è all’opposizione e si è candidato a governare il Paese con pieni poteri, sta dando prova, e purtroppo non sarebbe la prima volta, di scarsa cultura delle regole e della più assoluta mancanza di rispetto delle istituzioni”.

“Se questo fosse il caso, infatti, saremmo di fronte a un comportamento fortemente irresponsabile, perché una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione è questione differente dall’accusa di avere commesso errori politici o di avere fatto cattive riforme: è un’accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse”.

M5s e Pd hanno applaudito più volte il premier durante l’informativa. Finora dai due maggiori partiti di governo nessuna distinzione: applausi comuni sui passaggi di Conte, sottolineati con lo stesso plauso dal centro e dalla sinistra dell’emiciclo. Il governo è quasi tutto schierato a fianco del premier. Assenti il titolare della Difesa, Lorenzo Guerini, Teresa Bellanova, ministra dell’agricoltura e anche la titolare del Viminale, Luciana Lamorgese.

“Mi sembra quasi superfluo confermare a quest’Aula un fatto di tutta evidenza, ossia che né da parte mia né da parte di alcun membro del mio governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto: nessun trattato è stato infatti ancora sottoposto alla firma dei Paesi europei”, ha precisato Conte alla Camera. “Ed è altrettanto evidente che, in quel caso, avrei personalmente e preventivamente informato il Parlamento, non solo perché tenuto a farlo ai sensi della legge n. 234 del 2012, ma anche per l’assoluto rispetto che ho sempre tributato a questa Istituzione”.

Conte ha ricordato che nel corso della seduta dedicata alla relazione sul Mes del “27 febbraio 2019 il Consiglio dei ministri ha preso atto, all’unanimità, di questo passaggio e nessuno dei ministri presenti, compresi quelli della Lega, ha mosso obiezioni sul punto e, in particolare, sulla relazione da presentare alle Camere”.

“Alla luce della ricostruzione appena sopra riassunta, corroborata da precisi riscontri documentali (ricordo i numerosi allegati), nessuno può oggi permettersi, non dico di sostenere apertamente ma anche solo di insinuare velatamente l’idea che il processo di riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità sia stato condotto segretamente o, peggio, firmato nottetempo”, ha evidenziato il premier, sottolineando che “il nostro Paese ha un debito pubblico pienamente sostenibile, come pure riconoscono i mercati, la Commissione europea e il Fondo Monetario Internazionale, per cui non si intravvede all’orizzonte nessuna necessità di attivare il Meccanismo Europeo di Stabilità”.