Coronavirus, Weah: “Non oso pensare a cosa accadrebbe se colpisse Africa” 

Coronavirus, Weah: Non oso pensare a cosa accadrebbe se colpisse Africa

(Afp)

Pubblicato il: 24/03/2020 10:48

Questo virus è pericoloso per il mondo intero, e lo è ancor di più per l’Africa. Stanno soffrendo i paesi che hanno aiutato l’Africa ai tempi dell’ebola, non oso pensare all’idea che il coronavirus possa estendersi su tutto il territorio africano. Dobbiamo fermarlo assolutamente per salvare un gran numero di vite umane, e questo stiamo cercando di fare. Ma sono preoccupato. Voglio prendere le decisioni giuste per salvare la mia gente. Se il virus si diffonde in Africa con la stessa violenza con la quale ha attaccato l’Europa qui avremo un problema molto molto serio“. A parlare è George Weah, presidente della Liberia ed ex attaccante del Milan.

“Nel mio Paese al momento abbiamo solo tre casi e ancora prima che fosse trovato il primo positivo eravamo partiti con le misure preventive, soprattutto in tema di controlli all’aeroporto -aggiunge Weah alla ‘Gazzetta dello Sport’-. Il primo caso l’abbiamo scoperto qualche giorno fa e stiamo cercando in tutti i modi di confinare il contagio. Il virus è arrivato da fuori e abbiamo rintracciato tutte le persone che sono state in contatto con lui. Alla Sanità stanno facendo un grande sforzo, e da parte del governo c’è stata una reazione immediata. Questa è una pandemia ed è tristissimo vedere così tanta gente uccisa da questa malattia. È un tema molto complicato, è un virus duro, difficile da combattere e per questo stiamo facendo un grandissimo sforzo per tenerlo lontano dalla Liberia“.

L’ex bomber del Milan poi ha parlato della positività del suo ex compagno in rossonero, Paolo Maldini: “L’ho saputo ieri, ho visto le loro foto e le ho condivise. Sono molto triste. Il mio pensiero e il mio affetto più sincero vanno a lui e tutte le famiglie delle tante persone colpite dal virus o che hanno perso persone care. Spero che Paolo e Daniel possano curarsi rapidamente. Sono tante le squadre di calcio che hanno problemi, ma questo è un aspetto marginale: la grande preoccupazione per me è legata al fatto che nessuno sa che cosa stiamo affrontando. Mio figlio è in Francia in quarantena ed è la cosa migliore che possa fare”.