Coronavirus, Macron: “Francia è al fianco dell’Italia” 

Coronavirus, Macron: Francia è al fianco dell'Italia

(Afp)

Pubblicato il: 28/03/2020 08:03

La Francia è a fianco dell’Italia nella lotta al nuovo coronavirus. Questo il messaggio rivolto dal presidente francese Emmanuel Macron nel corso di un’intervista a Il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa. ”L’Europa smetta di essere egoista”, è stato quindi il monito di Macron, affermando che ”la Ue rischia di morire se non agisce”.

In quella che è la prima intervista rilasciata dal presidente francese dall’inizio dell’emergenza coronavirus, Macron ha sottolineato che ”la Francia è al fianco dell’Italia: è per questo che ho voluto recarmi a Napoli il 27 febbraio, nonostante l’impennata dell’epidemia. Abbiamo proposto dei posti letto ospedalieri nel Sud della Francia e abbiamo inviato materiale sanitario. L’Europa, nel suo insieme, ha reagito prima e in modo più deciso rispetto ad altre crisi del passato; quando la Bce agisce, ad esempio, ci protegge tutti ed è una forma di solidarietà”.

A proposito degli aiuti ricevuti dall’Italia nella lotta al coronavirus, Macron ha affermato che ”si parla molto degli aiuti cinesi o russi, ma perché non si dice invece che la Francia e la Germania hanno inviato due milioni di mascherine e decine di migliaia di camici in Italia? Oggi lanciamo bandi europei per l’acquisto congiunto di mascherine e respiratori. Sarà forse insufficiente, ma è già un inizio e non dobbiamo lasciarci intossicare da ciò che raccontano i nostri partner e concorrenti internazionali. Dobbiamo anche dire che, viceversa, gli europei hanno soccorso la Cina all’inizio dell’epidemia, quando era la più colpita, inviando più di 50 tonnellate di materiale”.

Insomma, ”l’Europa deve essere fiera e sentirsi forte, perché lo è. Ma deve andare ben oltre. Ecco perché difendo una solidarietà di bilancio nella gestione della crisi e delle sue conseguenze. Alcuni Paesi si comportano come se l’Italia o la Spagna ne fossero responsabili: ne sono, al contrario, le prime vittime e questo virus non risparmierà nessuno. Ciò che mi preoccupa è la malattia del ”ciascuno per sé: se non siamo uniti, l’Italia, la Spagna ed altri paesi potrebbero giustamente dire ai loro partner europei: dove eravate mentre noi eravamo al fronte? Io non voglio un’Europa egoista e divisa”.

La ”Francia si batterà per un’Europa della solidarietà, della sovranità e dell’avvenire – ha detto Macron – Con Giuseppe Conte, Pedro Sanchez e altri sei capi di Stato e di governo abbiamo indirizzato, prima del Consiglio europeo, una lettera a Charles Michel per inviare un messaggio chiaro: non supereremo questa crisi senza una solidarietà europea forte, a livello sanitario e di bilancio. Questo è il punto di partenza”.

Il presidente francese ha ipotizzato una serie di ”strumenti: può trattarsi di una capacità di indebitamento comune, quale che sia il suo nome, oppure di un aumento del bilancio dell’Unione europea per permettere un sostegno reale ai paesi più colpiti da questa crisi. Al Consiglio giovedì, dieci Paesi dell’eurozona, rappresentanti del 60% del suo PIL, hanno esplicitamente sostenuto quest’idea, è la prima volta! Alcuni Paesi, tra cui la Germania, hanno espresso le loro reticenze. Abbiamo deciso di continuare questo fondamentale dibattito, al più elevato livello politico, nelle prossime settimane”.

E questo perché, ha proseguito, ”non possiamo abbandonare questa battaglia. Preferisco un’Europa che accetti divergenze e dibattiti piuttosto che un’unità di facciata che conduce all’immobilismo. Se l’Europa può morire, è nel non agire. Come Giuseppe Conte, non voglio un’Europa del minimo comune denominatore. Il momento è storico: la Francia si batterà per un’Europa della solidarietà, della sovranità e dell’avvenire”.

Macron ha poi messo in guardia dal rischio di una mancata concertazione a livello europeo. ”Dobbiamo sin da adesso anticipare e coordinare le misure di uscita dalla crisi sanitaria. Certo, queste misure dovranno essere adattate a ciascun Paese: non chiederemo agli italiani o ai francesi, che hanno subìto le misure restrittive prima di altri paesi europei, di rimanere bloccati in attesa degli altri – ha affermato -. Ma se non ci scambiamo informazioni su queste misure, se non le coordiniamo, avremo un problema politico e sanitario. E’ d’altronde ciò che abbiamo chiesto di fare alla Commissione europea nella lettera dei nove paesi inviata mercoledì e che abbiamo messo agli atti al Consiglio Europeo giovedì”.