Coronavirus: questore Bergamo, ‘ho avuto paura per il Covid, siamo la prima linea del Piave’ 

Questore Bergamo: Ho avuto paura per il Covid, siamo prima linea del Piave

Maurizio Auriemma, questore di Bergamo

Pubblicato il: 31/03/2020 12:43

(di Elvira Terranova) – “Sì, lo ammetto, ho avuto paura. Quando mi è stato detto che il tampone era risultato positivo al Coronavirus sono rimasto senza parole. Nonostante fossi totalmente asintomatico. E’ stata dura, perché la malattia si poteva sviluppare in ogni istante. Per fortuna, è andata bene, ora sono guarito. Sono certo che a proteggermi è stato mio padre, mancato venti anni fa. In quelle settimane di malattia ho sentito forte la sua presenza”. Maurizio Auriemma è il questore di Bergamo, la provincia più colpita dal Covid-19. Accetta di parlare con l’Adnkronos anche di se stesso. “La prima linea del Piave di questa guerra complicata”, dice sottovoce. Lo scorso 6 marzo, quando nessuno poteva immaginare che ci sarebbero state migliaia di morti, ha fatto il tampone dopo avere saputo che diversi esponenti delle istituzioni con cui aveva avuto dei contatti, erano risultati positivi. E il risultato è arrivato poco tempo dopo. Positivo al Coronavirus. “Ho rispettato fin dal primo istante il protocollo – racconta sempre Auriemma in una intervista all’Adnkronos – e ho superato il virus. Mi sottoposi al tampone perché tra il 28 febbraio e il 3 marzo ero stato in contatto con persone poi risultate positive”.

“Anche se non avevo sintomi. Io mi sarei giocato un capitale e avrei perso. Ero certo di non avere contratto il virus. Quando ho saputo che ero risultato positivo non mi è rimasto altro da fare che salire in alloggio al quarto piano, e rispettare il protocollo”. “Ho chiamato subito mia moglie che vive a Trento- racconta ancora il Questore – e con i miei figli la mia famiglia si è messa in isolamento, e lo sono ancora, dopo tre settimane. Sono chiusi in casa”.

Ma il Questore di Bergamo non ha mai smesso di lavorare. “Grazie alla tecnologia – spiega – sono riuscito a continuare a guidare la Questura. Con una postazione intranet, ad esempio, con Skype per le riunioni, i telefoni”. L’ultimo tampone è risultato per la seconda volta negativo. La prima volta il 19 marzo e la seconda volta il 21 marzo. “Per me è stata una primavera dal sapore diverso, indimenticabile – dice -Sì, ne sono finalmente uscito. Ho la certificazione dell’Azienda sanitaria bergamasca e così ho potuto riprendere anche normalmente le uscite in ufficio, le attività della questura, insomma tutto”.

Anche il capo della Polizia, il Prefetto Franco Gabrielli ha voluto fare un collegamento con Bergamo, come ricorda commosso lo stesso questore Auriemma. “Io ero ancora in isolamento – dice – e il capo ha voluto collegarsi con la Questura per dare la sua vicinanza, il suo sostegno, a Bergamo”.

E ricorda gli ultimi dati, di ieri sera: “A Bergamo e provincia abbiamo avuto 1.969 morti, un numero enorme”. E aggiunge: “Fin quando avremo un solo morto non avremo concluso questo lungo percorso”. Nella provincia sono oltre 8.600 i contagi e muoiono dalle 90 alle cento persone “al giorno, un numero considerevole, una situazione di grande tristezza – dice – io sono qui da un anno e ho conosciuto diverse vittime. A partire dal cappellano della Polizia penitenziaria, don Fausto. Oppure dei poliziotti in quiescenza. Tanti miei ragazzi hanno perso la mamma o il papà. E’ una situazione davvero difficile. Ma noi ci siamo, la Polizia di Stato sta rispondendo in maniera encomiabile”.

Ma come procedono i controlli nel territorio? “Qualche imbecille c’è sempre – dice Maurizio Auriemma – L’altro giorno la Polfer ha denunciato un uomo, alla stazione, che si era inventato un ‘lavoro’. Vendeva caffè caldo ai lavoratori in stazione. E’ stato identificato e denunciato. Oppure c’è quello che esce anche tre volte in un giorno e fa finta di andare a fare la spesa portandosi dietro la borsa della spesa, sempre vuota”. “Però il grosso della popolazione risponde e ha risposto bene, in giro c’è pochissima gente – dice il questore Auriemma – E sui volti di quelli che si vedono in giro si legge un velo di tristezza. E’ palpabile”.

Sono oltre seicento i poliziotti di tutta la provincia di Bergamo. “E per fortuna – dice il questore – la percentuale di malati è molto bassa. Abbiamo solo una sessantina di persone assenti, scese a 40 questa settimana”. Poi Auriemma torna sulla sua vicenda personale: “Io la paura non l’ho mai nascosta, è un sentimento che va governato e non cacciato”. Durante la quarantena è rimasto in alloggio, con il terrazzo, “dove mi sgranchivo le gambe”, dice.

“Noi poliziotti dobbiamo stare bene non solo per noi stessi ma per fare stare bene gli altri – dice – se riusciamo a fermare la linea del contagio rendiamo un servizio alla sanità, perché se si ammalano medici e infermieri chi ci tutela? Ci sono momenti di giusta considerazione del rischio, usiamo le precauzioni necessarie”.

Ricorda poi che “da quando ci sono i controlli sono drasticamente diminuiti i reati”, spiega. “Sono calati dell’80 per cento”. Parlando dell’allarme lanciato dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha parlato di un “mercato nero delle bombole di ossigeno vuote” il Questore spiega:”Non abbiamo avuto alcuna segnalazione in merito, cercheremo di capirne di più”. E ci tiene a concludere con un messaggio di ottimismo: “Ce la faremo e ce la stiamo facendo, il personale sta lavorando in maniera eccellente. E anche da parte dei cittadini abbiamo degli attestati di stima”. Un ultimo invito: “Restate a casa!”.