Coronavirus: Coldiretti, autunno senza feste e sagre per 7 italiani su 10, -900 mln fatturato 

Coldiretti, autunno senza feste e sagre per 7 italiani su 10, -900 mln fatturato

Pubblicato il: 13/10/2020 13:53

Pioggia di cancellazioni per le feste e sagre italiane da nord a sud a causa dei timori di contagio per il covid-19. Ed è un autunno praticamente senza sagre per 7 italiani su 10 (73%) che ogni anno partecipano a eventi enogastronomici e folkloristici alla scoperta delle bellezze della Penisola e le sue tradizioni. A fare un quadro della situazione è una ricerca di Coldiretti/Ixè, anticipata all’Adnkronos e diffusa in occasione del nuovo Dpcm con le restrizioni decise dal governo per scongiurare nuovi lockdown a fronte della risalita dei contagi.

Dalle sagre delle castagne a quelle del tartufo e dei funghi porcini, solo per citare qualche esempio, si prevede uno spaventoso calo di fatturati a fronte di possibili nuove norme più restrittive da parte delle Regioni rispetto a quelle varate dal governo. Ne consegue una situazione di incertezza per molti operatori del settore a seconda delle zone. “Allo stato dell’arte la previsione di un autunno-inverno senza sagre è più che realistica perché se le cose rimangono così è già complicato organizzarle, molti comuni infatti hanno cancellato eventi di questo tipo, inoltre, se le misure dovessero inasprirsi andrà ancora peggio”. E’ quanto afferma Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti. “Le perdite in termini di fatturato saranno ingenti – prosegue l’esperto – il giro d’affari delle sagre è attorno agli 800-900 milioni di euro, calcolando che il 73% degli italiani, pari a circa 43 milioni che frequentano le sagre, spendono in media 20 euro a persona in un anno”. (segue)

Tra chi rinuncia e chi organizza, magari in forma ridotta, la classica sagra della castagna o del vino novello, il calo del fatturato sarà spaventoso sia per la mancata vendita di prodotti locali sia come perdite per l’indotto. Generalmente, chi fa una gita fuori porta spesso mangia anche sul posto tra le bancarelle oppure va in un agriturismo o in un ristorante della zona proprio per assaggiare le prelibatezze, cucinate secondo ricette tradizionali in grado di esaltare qualità e gusto. Per non parlare di chi addirittura decide di pernottare approfittando di visitare un posto che non conosce in occasione di manifestazioni quasi sempre enogastronomiche. E molte sono le occasioni in Italia, anche in questo periodo autunnale che attirano turisti italiani e stranieri. Nel conto del calo di fatturato bisogna considerare tutte quelle sagre già depennate dal calendario, durante il lockdown e nei mesi successivi.

Lo scenario è quindi allarmante anche per questo genere di manifestazioni dove far rispettare la regola principe anti-covid, il distanziamento sociale, è davvero arduo. Il pericolo di assembramenti è dietro l’angolo, anche se l’obbligo di mascherine anche all’aperto può aiutare.

La crisi delle sagre colpisce i circa 34 mila operatori ambulanti nell’alimentare ma deprime anche gli acquisti degli italiani che sfruttano questi eventi per rifornire le proprie dispense di prodotti tipici.

Sagre, fiere e mercati di paese in Italia sono, infatti, dedicate a ricorrenze storiche o religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale, molto spesso al centro dei festeggiamenti che si concentrano proprio in autunno. Un momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche, ma anche più spesso le aree interne meno battute dove si va a guardare e curiosare fra le bancarelle, tante zone che, tra l’altro, dovranno essere valorizzate con la destinazione di risorse del Recovery Fund. Coldiretti rileva infatti, che il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

E a proposito di cibo e tradizioni, i prodotti agroalimentari sono diventati il vero valore aggiunto di gite e vacanze made in Italy con l’Italia che è leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa con 306 specialità ad Indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 524 vini Dop/Igp, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60 mila aziende agricole biologiche e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con ‘Campagna Amica’.