
Foto Fotogramma
Pubblicato il: 15/10/2020 19:50
Durante il coronavirus i sequestri dei proventi frutto di usura sono più che raddoppiati, sono state sequestrate 57 milioni di mascherine e sono stati registrati rincari dei prezzi del 6.000%. A fotografare la situazione è la Guardia di finanza, in audizione nella commissione Finanze del Senato. ”Tra marzo e settembre il valore dei proventi usurari sottoposti a sequestro è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2019, e questo è un altro dato allarmante”, spiegano le fiamme gialle. Il fenomeno si presenta ”sia come attività speculativa collaterale allo svolgimento delle attività lecite, sia come strumento di acquisizione di aziende di piccole e medie dimensioni in difficoltà, sovente attraverso il ricorso alle estorsioni secondo logiche destabilizzatrici tipicamente mafiose”.
Passando ai controlli legati agli strumenti di protezione individuale, si segnala che ”nei primi 9 mesi 2020 sono stati denunciati 1.172 soggetti per reati di frode in commercio, vendita di prodotti con segni mendaci, truffa, falso e ricettazione e sono stati sottoposti a sequestro circa 57 milioni di mascherine e dispositivi di protezione individuale”. L’attività della Guardia di finanza ha portato anche al sequestro di 765.000 confezioni e 158.000 litri di igienizzanti ”venduti fraudolentemente come disinfettanti”. In particolare l’attività della Guardia di finanza è stata indirizzata ”al fine di contrastare fenomeni fraudolenti, riferibili da un lato all’illecita commercializzazione di dispositivi di protezione individuale e di beni utili a fronteggiare l’emergenza epidemiologica e, dall’altro, a condotte ingannevoli e truffaldine”.
I controlli della Gdf si sono concentrali anche sulla speculazione dei prezzi nel mercato: ”Stiamo eseguendo mirate attività contro le condotte distorsive della corretta dinamica di formazione dei prezzi, al fine di ricostruire la filiera commerciale e risalire alle strutture e ai soggetti responsabili delle speculazioni. Sono 231 le persone denunciate e 3,2 milioni i prodotti sequestrati, alcuni dei quali venduti al pubblico con rincari superiori al 6.000% rispetto al prezzo di acquisto”.