Egitto, nipote Sadat: “Autorità chiariscano accuse contro Zaki” 

Egitto, nipote Sadat: Autorità chiariscano accuse contro Zaki

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 24/11/2020 14:37

Chiedo il rilascio temporaneo ed in tempi rapidi di tutti gli attivisti arrestati fino alla fine delle indagini”. E’ questa la richiesta che arriva all’Adnkronos da Mohamed Anwar El Sadat, nipote dell’ex presidente assassinato nel 1981 e attuale membro del consiglio della Federazione generale delle associazioni e delle ong con sede al Cairo, a proposito di Patrick Zaki e dei tre esponenti della Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l’organizzazione non governativa con cui collaborava lo studente dell’Università di Bologna, arrestati di recente.

“Le indagini sono ancora in corso e non è stata presa una decisione, ma le accuse nei loro confronti non sono chiare”, afferma Sadat, secondo il quale il “procuratore generale dovrebbe chiarire i motivi per cui si trovano in carcere, se per fatti legati al terrorismo e perché hanno violato la legge sulle ong”.

Il leader del Partito Riforma e Sviluppo sottolinea quindi di aver “seguito da vicino le reazioni locali e internazionali al recente arresto di tre esponenti dell’Eipr” ed evidenzia che “questi arresti rappresentano un chiaro ostacolo all’esercizio del loro lavoro e una limitazione alle loro libertà di espressione e di opinione. Di conseguenza, hanno suscitato un’ondata di preoccupazione e condanna a livello internazionale”.

“Invito il governo egiziano a lavorare con sincerità per creare un ambiente consono per tutte le entità e istituzioni che svolgono attività riguardanti lo sviluppo politico e socioeconomico. La regolamentazione del loro lavoro deve essere conforme alla legge e alla costituzione e sulla base dei trattati e delle convenzioni internazionali firmati – conclude El Sadat, che è a capo dell’Associazione El Sadat per lo Sviluppo sociale ed il Welfare – Il governo deve considerare che l’adozione e l’attuazione di questi trattati sono costantemente monitorate e osservate da tutti i Paesi attraverso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e da tutte le altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite”.