Covid, immunità dura almeno 8 mesi 

Covid, immunità dura almeno 8 mesi

Jeff Doucette, Chief Nursing Officer at Jefferson Health, prepares a Covid-19 vaccine at Thomas Jefferson University Hospital in Philadelphia, Pennsylvania on December 16, 2020. – Today was the first day Pfizer’s Covid-19 vaccine was administered for the staff of Jefferson Health in Philadelphia. The vaccine is voluntary and is available to staff via invitation, with those who have the most exposure to Covid-19 patients given first priority for inoculation. (Photo by GABRIELLA AUDI / AFP)

Pubblicato il: 24/12/2020 10:52

Ricercatori australiani della Monash University hanno rivelato – per la prima volta – che le persone infettate da Covid-19 hanno una memoria immunitaria protettiva rispetto alla reinfezione che resiste per almeno otto mesi. La ricerca, pubblicata su ‘Science Immunology’, è la prova più forte in favore del fatto che i vaccini contro Sars-CoV-2 funzioneranno per lunghi periodi. In precedenza, molti studi avevano dimostrato che la prima ‘ondata’ di anticorpi contro il coronavirus diminuisce dopo i primi mesi, sollevando la preoccupazione che le persone potessero perdere rapidamente l’immunità acquisita. Questo nuovo lavoro fornisce informazioni che lasciano ben sperare.

Lo studio è il risultato di una collaborazione multicentrica guidata da Menno van Zelm, del Dipartimento di Immunologia e Patologia della Monash University. La pubblicazione rivela che alcune cellule specifiche all’interno del sistema immunitario, chiamate cellule B della memoria, “ricordano” l’infezione da parte del virus e, se sfidate nuovamente attraverso una nuova esposizione, innescano una risposta immunitaria protettiva attraverso la rapida produzione di anticorpi ‘scudo’. I ricercatori hanno reclutato una coorte di 25 pazienti Covid-19 e hanno prelevato da loro 36 campioni di sangue da 4 giorni dopo l’infezione al giorno 242.

Ebbene, gli scienziati hanno scoperto che gli anticorpi contro il virus hanno iniziato a diminuire dopo 20 giorni dall’infezione. Ma tutti i pazienti hanno continuato ad avere cellule B della memoria che riconoscevano uno dei due componenti del virus Sars-CoV-2, proteina ​​Spike e nucleocapside. Queste cellule B della memoria specifiche per il nuovo coronavirus erano presenti stabilmente fino a otto mesi dopo l’infezione.

Secondo van Zelm, i risultati alimentano la speranza di efficacia dei vaccini contro il virus e spiegano anche perché ci sono stati così pochi esempi di vera reinfezione tra i milioni e milioni di infettati a livello globale. “Questi risultati sono importanti perché mostrano, in modo definitivo, che i pazienti infettati dal virus di Covid-19 conservano in realtà l’immunità contro il virus e la malattia”, ha detto lo studioso.

“Questa è stata una nuvola nera che incombeva sulla potenziale protezione fornita da qualsiasi vaccino, e ci dà la speranza reale che, una volta sviluppati uno o più vaccini, questi forniranno una protezione a lungo termine”.