Covid, Speranza: “13 milioni di italiani vaccinati entro fine marzo” 

Covid, Speranza: 13 milioni di italiani vaccinati entro fine marzo

Roberto Speranza (Fotogramma)

Pubblicato il: 28/12/2020 08:33

“Noi già dal primo aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati”. E’ un passaggio dell’intervista di Roberto Speranza, ministro della Salute, a La Stampa. “L’avvio della campagna vaccinale” contro l’epidemia da Covid “apre una stagione nuova, finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel, ma restiamo con i piedi per terra ed evitiamo i trionfalismi, perché dobbiamo evitare che un pezzo di Paese profondo possa illudersi che abbiamo già vinto, e che da domani possiamo riprendere la vita normale, ricominciare ad abbracciarci, toglierci le mascherine, riaprire tutto. Se questo accadesse sarebbe devastante“, dice.

“L’antidoto non ci esenta dalle responsabilità e non ci esime dai sacrifici – afferma il ministro della Salute -. La differenza rispetto a prima è che possiamo affrontarli con uno spirito diverso, perché ora sappiamo che possiamo farcela. Ma che dobbiamo continuare a farli, mantenendo la divisione ‘cromatica’ dell’Italia e i divieti durante i giorni di festa, è fuori discussione. Anche perché i frutti delle restrizioni varate con l’ultimo decreto li stiamo raccogliendo, visto che l’indice Rt è sceso da 1,7 a 0,82”.

Riguardo le 9.750 dosi arrivate in Italia e alle 150mila in Germania, “questa è una stupidaggine – dice Speranza -. Chiariamo subito un punto cruciale. Esiste un solo contratto di acquisto dei vaccini, firmato dalla Commissione Europea per conto dell’intera Unione. E la distribuzione delle dosi tra i vari Stati membri, sempre da contratto, è gestita dalla stessa Commissione in base al numero di abitanti. La nostra quota è del 13,45% del totale di tutti i vaccini che l’Ue ha acquistato dalle sei aziende produttrici. Alla fine della campagna vaccinale, nel 2022, il nostro Paese avrà ricevuto 202 milioni di dosi. Nell’immediato, la distribuzione tra i singoli Stati può variare in base a fattori del tutto casuali: il giorno in cui viene fatta la comunicazione, la distanza dagli stabilimenti. Quelli Pfizer sono a Bruxelles, quindi in Germania arrivano prima che da noi. Ma la quota di dosi che spetta a ciascun Paese è fissa, per contratto. Dunque non c’è chi è più bravo e ne compra di più e chi è più scarso e ne compra di meno. A regime, a noi spettano 420 mila dosi a settimana, e quelle saranno”.

Speranza parla poi della novità “appresa poco fa da Pascal Soriot, ceo di AstraZeneca: al Sunday Times ha annunciato che il loro vaccino ha raggiunto il 95% di efficacia e che già entro questa settimana l’Agenzia del Farmaco della Gran Bretagna potrebbe dare via libera alla commercializzazione. Se questo accade, siamo a un ‘Game Change’ ancora più significativo, e le spiego perché. Secondo il piano contrattuale, nel primo trimestre noi dovremmo ricevere 8,7 milioni di dosi prodotte da Pfizer e 1,3 milioni prodotte da Moderna. Totale, 10 milioni di dosi, corrispondenti a 5 milioni di persone vaccinate, visto che con un richiamo servono due dosi a persona. Se arriva subito al traguardo anche AstraZeneca, entro il primo trimestre si aggiungeranno altri 16 milioni di dosi, che corrispondono ad altre 8 milioni di persone vaccinate. Risultato finale: noi già dal primo aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati, e così avremmo già raggiunto la Fase Uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico”.

“Il vettore virale è prodotto a Pomezia, nell’impianto Irbm, – prosegue il ministro -, l’infialamento avviene ad Anagni, e la conservazione delle dosi non ha bisogno di temperature a 75 sotto zero. Vuol dire che per noi, sfruttando Pratica di Mare come hub, sarà tutto più semplice: produzione, distribuzione, conservazione. Le Regioni? Stavolta non hanno alibi, la gestione è centralizzata sul piano delle forniture, e per il resto gli abbiamo dato 15 mila assunzioni in più tra il personale medico”. Quanto alla obbligatorietà o meno del vaccino, abbiamo ritenuto che la volontarietà e la persuasione rappresentino la strategia migliore. E sa perché? Noi dobbiamo convincere, non costringere. Non dobbiamo trattare le persone che hanno dubbi come trogloditi fermi all’età della pietra. Dobbiamo rispettarli, ma al tempo stesso dobbiamo fargli capire l’importanza della scienza, dobbiamo dimostrargli che i vaccini sono tra le scoperte più straordinarie della storia dell’umanità”.